Caro Marco complimenti per il premio Tenco per la progettazione e realizzazione del disco. Molto bello il video che hai scelto a commento di questo brano
Marco, è davvero una delle tue canzoni in assoluto più emozionanti e mentre l'ascolti sei da un'altra parte. Io sono in una piazza a manifestare e a chiedere giustizia con i ragazzi e le ragazze del video. Splendida nelle parole e stratosferica nella parte musicale... grazie
Bisogna andare fino in fondo In fondo a tutto In fondo a noi In fondo agli argini del mondo Alla paura che mi fai Fino in fondo alle tue cosce Ai miei timori Alle tue angosce Fino in fondo alla pianura All'orizzonte della città In fondo dove non troveremo nemmeno un'ombra per riposarci In fondo dove sarà fatica sarà sudore l'esser sincero In fondo dove tutto è coperto sotto lo stesso mantello nero. E se domani la mia giacca sarà la giacca di un disgraziato Non sarò mai così fregato come tuo padre. Bisogna andare sempre avanti Anche se noi non siamo in tanti Anzi, davvero, siam solo in due Le mani mie e le mani tue Devono stare sempre vicine Devono avere gli stessi guanti E non paura là sul confine Di fare l'ultimo passo in avanti. Bisogna andare incontro a tutti quelli che oggi come noi voglion rischiare d'esser distrutti piuttosto di ritrovarsi poi in una famiglia senza persone come tra i muri di una prigione. E se domani la mia giacca sarà la giacca di un disgraziato Non sarò mai così fregato come tuo padre. Bisogna vincere la morte, Quella che non si fa vedere, Che viene senza far rumore, Che non si fa aprir le porte, Che non fa mai vestir di nero Tutti i parenti all'ospedale, Che non ha mai camere ardenti, Nè cerimonie, nè funerali. Quella nascosta nella tua noia, Nella mia noia, Nelle parole che ci diciamo senza capire Nemmeno quel che vogliamo dire, Quella che come un regista esperto Ci mette in scena nel suo deserto. E se domani la mia giacca sarà la giacca di un disgraziato Non sarò mai così fregato come tuo padre.
Guarda quanto s'approssima il giorno che non ci si può sporger più in là e bisogna che togli di torno chi a te essere simil non sa Guarda quanto è fonda la notte non ci sono che lupi oramai tu da solo ti farai giustizia anche se luce non ne vedrai Guarda quel fuoco che s'alza davanti brucia ogni cosa che voce non ha, guarda le fiamme che s'alzan d'intorno in ogni campo un nemico ci sta Guarda quanto rigoglio di roba occhi gonfi di specchi e irrealtà, cuori pieni di vuoto e paura mano che tutto consumerà Guarda il marchio dell'uomo nuovo, testa alta e fierezza gli dà, brucia il senso di un tempo sbagliato lava colpe che lui non ha Guarda quel passo dell'oca che avanza in vesti morbide, così charmant, guarda quell'uomo che ride da squalo sta digerendo la sua civiltà Guarda che bello questo girotondo che la terra cascare ormai fa guarda che rotola in un precipizio con gli occhi chiusi a questa immensità E si spalanca il mondo e cade nell’aperto La bocca si apre muta al suo deserto Si apre il corpo al mondo in viscere e parole Versate e messe a seccare al sole Si versa il sangue sparso, si aprono le vene si perde tutto ciò che ci appartiene Si versano le lacrime, hai lacrimato troppo Si spalanchi la luce nel tuo occhio E orbite e fuochi, e atomi innocenti inclinano ad ignoti movimenti E l’universo è solo un attimo d’incendio Inclina il cuore all’ultimo dispendio E non c’è mai scampo allo spazio aperto Accoglie il sangue il prossimo deserto E vive il sangue un nuovo ricambio di stagione Il cuore ha la sua rivoluzione.
Cantate dal Civettone e Giovanni da Prato per il maggio 2017 S’i’ fossi Don Chisciotte andrei in Francia, c’andrei a cavallo del mio Ronzinante, avrei a disposizione la mia lancia ed un compagno fedele e zelante, con il mio fido e prode Sancho Pancha, combatterei il razzismo dilagante, contro due candidati da spavento, son peggio, e molto, dei mulini a vento! D’ogni ragione i’ lume pare spento, si guarda l’altro a i’ par di lebbra e tifo, si sputa sugli umani a cuor contento, ma vi par i’ sistema?! Ma che schifo! Io come Astolfo fe’ n’i’ settecento sulla luna ci andrei coll’ippogrifo indo’ c’è degli umani i’ senno perso pe’ riportallo in terra, se c’è verso. Per quanto grande sia quest’universo, non ci dev’esse’ posto per chi nega, un tetto e un pasto a chi è diverso, e parlo, non a caso, della Lega, a chi è annegato in mare o è disperso, a chi povertà o guerra spesso piega, diam solidarietà oggi e domani, è questo il modo per “RESTARE UMANI” Sionisti, collitòrti e talebani di Dio, d’Allah, Javè o di Giove pluvio, razzisti di Mammona ciambellani, d’inferni e morte spandono l’effluvio. D’i’ libero pensiero i partigiani, fedeli solo all’òmo di Vitruvio, senza minacce di dèi farabutti i’ paradiso àuspican pe’ tutti.
Questa canzone è stupenda, la amo. GRAZIE, MARCO ROVELLI!!!!! Peccato che nella versione definitiva sia saltata la seconda strofa... Sto provando a cantarmela, ma non riesco a trovare bene gli accordi: nella mia tonalità prendo per il ritornello La-Mi, Mi7 La7 Re- La- Si7 Mi e per la strofa MiLa- poi qualcosa che non capisco, e poi La- Si7 Mi/Mi7 Please, someone help me, in rete non si trovano, anche in versione semplificata va bene