I libri sono gomitoli di storie che s’intrecciano e si mescolano tra di loro. Sono emozioni ed esperienze ma anche territori inesplorati che non si svelano mai completamente. Periscritto è il podcast nato per esplorare questi territori di storie assieme a chi le ha scritte e per entrarci dentro in punta di piedi perché i libri hanno una loro sacralità e meritano attenzione e cura. Io sono Marzia Tomasin, sono una giornalista e una narratrice d'impresa e questo è Periscritto, la voce dei libri.
Appunti presi al volo. La filosofia come salute e come terapia del linguaggio. Cura di se, significa convergere lo sguardo verso le nostre azioni, verso i nostri pensieri. Riflettere su se stessi. Oggi è troppo specialistica, i filosofi sono come officianti della professione, ma la filosofia ha una aspirazione piu elevata Potenza come forza che ci attraversa. Nel fluire della vita, possiamo scegliere come dicevano gli stoici. Possiamo resistere a questa potenza o cavalcarla. Vita il material che abbiamo sotto mano, comporre come una opera d arte. Il bene supremo, lavorare per costruisi e plasmarsi. "Dare uno stile al proprio carattere". Dobbiamo riconoscere cio che ci da forza, ma anche le debolezza. Riconoscersi. Diventa ciò che sei. Il daimon che ci accompagna, non si puo allontanare, imparare a procedere con lui, vivere secondo natura. Costruzione della tempra morale. Semiotica degli stoici, corporeità, tutto ciò che agisce è corpo. Spinoza verso la liberazione. Tutto ciò che esiste sono modi della sostanza. Noi siamo modalita di espressione della sostanza. Noi siamo acque di questo oceano. Cosa ci insegna spinoza nell'etica. La felicita è perfetto godimento di se, della natura, beatitudine. Gli esempi del nuoto e ci lasciamo guidare dalla corrente. Nietzsche. Il suo legame con Salomè, ha insegnato l'amor fati, dire di si alla vita. Devo riuscire a tramutare il letame in oro. L'accorata preghiera del prologo, rimanere fedeli alla terra, la capacita di adeguarsi alla natura.
Eh ...caro Vito ho conosciuto la parola che innamora ,la voce della coscienza ma nei decenni tutto cambia , diventa un ricordo sbiadito perché non riesci più a comunicare perché non c'è gente onesta pura c'è la competizione di chi è il più grande nel mio vuoto attuale si manifestano solo i doveri quotidiani e noiosi mi sento quasi pronta per il grande passo, tornare a casa
Queste riflessioni sull'arte e sulle emozioni si articolano anche nella filosofia estetica indiana, nei principi dei Rasa o stati d'animo. Se non sbaglio nel pensiero di Abhinavagupta , due dei grandi studiosi della sua opera sono italiani, Raniero Gnoli e Raffaele Torella
Ho scoperto questo podcast solo qualche giorno fa e mi rendo conto solo ora di averlo cercato per anni. Ti ringrazio Marzia, è uno spazio molto prezioso per la cultura ❤️
Traduco: per noi questo signore immagina un futuro fatto da una sorta di comunismo “intelligente “, mentre per lui e la sua famiglia un futuro da imprenditori intelligenti. Farà molta fatica a convincerci che (NOI) saremo i vincenti. Che vada a vendere le sue idee di futuro agli americani ed ai cinesi
Ho finito ieri di leggerlo. A parte certi punti che è addetto ai lavori, ancora questo oltre gli altri che ho macinato scritti da lui mi ha disvelato momenti e situazioni a me prima sconosciuti
Ho visto che avete censurato le mie riflessioni ineccepibili sulla necessità dell' infinitudine. Mi dispiace, ma quello di cui parlo non é una cosa che si può controllare e manipolare, né nascondere, perché si tratta di capire come funziona davvero la morte e di capire come si vive. Anche se abbiamo un' ideologia della finitudine, continueremo sempre a subire la reincarnazione perché é il modo in cui funzionano veramente la vita e la morte. Non esiste che la realtá viene manipolata in base a quello che congettura l' uomo. Bisogna solo accettarlo. Dire "dopo la morte c' é il nulla" é falso da un punto di vista materialistico e immanente perché 1) nulla é un termine di una logica trascendentle e non si riferisce a niente di concreto e di fisico 2) il nulla viene ipostatizzato 3) la corretta traduzione della frase "dopo la morte c' é il nulla" é "dopo la morte c' é qualcosa che resta eternato nell' incoscienza". Ora però, da un punto di vista perciò stesso materialistico e immanente, cos' é questo "qualcosa" se si nega l' anima immortale e come fa a esserci uno "stato eternato nell' incoscienza"? Se é eternato, é anche incausato e immortale. Ma é inaccettabile da un presupposto immanente e materialistico. Inoltre lo stato dell' incoscienza implica anche non sentire il tempo, quindi miliardi di anni passano come se fossero un istante. Lo stato dell' incoscienza dura solo un istante. Dopo la morte c' é solo l' incarnazione da un punto di vista immanente e materialistico, mentre la dimensione del nulla ha una possibilita di esistere solo da un punto di vista trascendentale, ma che non può comunque essere accettato dalla vostra prospettiva. Quindi, dovete solo accettare che la vostra favola non esiste. Non c' é neanche nessun senso nella direzione del progresso. I nativi americani vivevano benissimo senza e la storia della colonizzazione in America é la storia di un nazismo che ce l' ha fatta. Ananke vince sempre perché é la sorte e il dio cristiano é solo un angelo rispetto a Lei.
Ho rimosso i suoi post perché lei si è rivolto in modo scortese e inappropriato nei confronti del professor Pievani che in questa modalità non può risponderle e io voglio garantire prima di tutto il contraddittorio. Se ha così tante cose da dire perché non si apre un canale tutto suo dal quale pontificare senza riversare nel mio le sue farneticazioni? Gliene sarei grata. Se continua è lei che mi costringe a cancellare.
@@Periscrittoit Mi dispiace ma non credo di essere stato scortese e inappropriato. Ho soltanto detto al professore Pievani che si comporta da bimbo ribelle quando va "contro l' infinitudine" affermando una visione antropologica irreale e che porta a delle conseguenze dannose sia individualmente sia socialmente. è offensivo dire: "bimbo ribelle"? La vita non è lineare ma ciclica, inoltre non c' è niente di necessario nel finito proprio perché tutto ciò che è finito muore, finisce, viene sostituito da altre forme di finitezza e non c' è niente di necessario neanche nella vita umana. Se Pievani dice: "il sole esplode facendo estinguere l' umanità", è proprio perché l' umanità, essendo nella finitudine, non è necessaria, cioè tutto il contrario rispetto a quello che si dice nel video. Quindi, se si vuole adottare un criterio anti-antropocentrico, lo si deve fare fino in fondo coerentemente, così come faccio io. Cosa che Pievani non fa, perché deve difendere uno status quo e una direzione progressista che non sono per niente necessari, ma solo casuali. E tutto quello che dico è facilmente intuibile e dimostrabile sia sul piano logico che su quello empirico. Comunque, per impedirLe di cancellare, smetterò di essere sarcastico e provocatorio, così magari potete darmi le vostre argomentazioni. Ne sarei grato, visto che non mi piace l' oscurità che mi fate intuire :D
@@Periscrittoit Cioè, dal vostro punto di vista, che è perciò stesso materialistico e ateistico, dopo la morte non potrebbe esserci il nulla, ma solo l' incarnazione. Se postulaste la fine della vita dopo la morte, direste coerentemente che "dopo la morte c' è qualcosa che resta eternato nell' incoscienza". Ma questa è una frase che si ripercuote contro i vostri stessi presupposti materialistici. è un problema il "qualcosa" ma è anche un problema lo "stato eternato nell' incoscienza". Lo stato dell' incoscienza dura solo un istante, perché non si ha coscienza del tempo. Come hanno fatto a passare "così velocemente" miliardi di anni nell' universo? Perché non li abbiamo mai sentiti. Dopo la morte, sto un istante senza coscienza e poi mi sveglio in un' altra coscienza. Questo da un punto di vista coerentemente materialistico e immanente. Non potete dire: "dopo la morte c' è il nulla". Il nulla non si riferisce a niente di concreto e di fattuale, materialisticamente parlando. è un concetto ipostatizzato. E invece, se postulate l' infinitudine, l' immortalità, l' incausabilità, allora non potete più dirvi materialisti e atei. Quindi la vita e lo stato coscienziali, sono pur sempre costretti all' infinitudine, perché, pur morendo una vita individua, ne rinasce eternamente un' altra. E non si può fermare questa ciclicità, perché è insita nelle possibilità della natura stessa, che essendo universalmente infinita nello spazio ed eterna nel tempo, prima o poi farebbe nascere una "nuova Terra con nuova vita" e ci sposteremmo coscientemente tutti lì. L' unico modo per fermare questa ciclicità, è distruggendo l' universo, ma è impossibile. Quindi bisogna vivere per immedesimarsi perché "io non sono solo me stesso", ma "sono possibilmente anche tutti gli altri nell' eternità del tempo e nell' infinitezza dello spazio". Il discorso cambia un po' se si postula l' esistenza di un piano trascendentale post-mortem, ma che voi non potete comunque accettare.
Scusa se ti dico questo. Io vorrei scrivere un libro della malattia di mia moglie e non so come fare, o già scritto delle righe. Visto che nei tuoi video dici che ai aiutato tanta gente, mi potresti dare un aiuto anche a me? Se lo farai ti ringrazio molto. Ci si potrebbe sentire per telefono 392/1233156 Io sono Roberto.
ciao bel video Giulio , ho visto tempo fa un video sul self publishing ..vedo che si sta diffondendo parecchio pure in Italia , secondo te è un buon business per chi parte da zero e ha poco capitale ? mi piacerebbe un video a riguardo ..un caro saluto grazie dei contenuti di valore che dai !
Chiacchierata veramente interessante! Grazie! 24:24 la ragazza si chiama Andrea Marcolongo e il libro s'intitola "La Lingua Geniale". Non ho studiato greco, ma ho letto il libro l'estate scorsa e mi è piaciuto moltissimo.
mi piacciono molto le tesi di questo libro, spesso noi pensiamo alla realtà aumentata dalle nuove tecnologie, come i Google glass, ma non pensiamo a quanto l' uomo vive da sempre in una realtà aumentata dal suo linguaggio, dalla sua immaginazione e dalla sua fantasia, anche dalle sue utopie . Dalle grandi pitture rupestri, alle utopie ai sogni fantascientifici e high tech più sfrenati la realtà dell' uomo è sempre una realtà aumentata . Per questo è importante capire con che cosa ci conviene veramente aumentare la nostra realtà per affrontare in maniera alta le sfide della neomodernizzazione . In una conferenza su Europa e cristianità Massimo Cacciari parla di un nemico del vero sapere, della vera filosofia e della vera fede, è un culto dell' indifferenziato, non è ben specificato, forse una nuova indifferenza verso le sorti dell' umanità, qualcosa di radicalmente estraneo alla valorizzazione della nostra carne impresso in noi dal cristianesimo, qualcosa di nocivo, l' impressione è che Massimo Cacciari faccia riferimento ad una battaglia sotterranea in cui i neomoderni saranno chiamati a scegliere da che parte stare . Mi piace molto questa intuizione e secondo me è veramente il punto da approfondire . Anche perché un domani forse dovremo confrontarci anche con le intelligenze artificiali ed avremo bisogno di risposte forti per sostenere il dialogo con queste nuove forme di soggettività emergenti . Francesco Gelmini
Ammetto che sto cercando di capire in quale community americana potrei entrare (per imitare il percorso della Canevari)... mi sa che però non sia tanto facile ;)
Si Rossella Canevari è stata molto brava nel creare la sua community che è fatta prima di tutto di persone delle quali lei si è proprio presa cura attraverso Periscope ed il Livestreaming. Cominciare a prendere confidenza con questi strumenti penso possa essere già un buon punto di partenza. Buona continuazione Marcello!
Cara Stefania, ho ascoltato con piacere e vivo interesse l’intervista che hai rilasciato, e che dovrò risentire ancora per assimilare meglio ciò che dici. Ad ogni tuo consiglio mi sorprendevo a dire a me stessa: Stefania è una miniera di consigli preziosi. Per scrivere con criterio ci vuole: passione, cultura letteraria, conoscenza grammaticale e tutto il bagaglio tecnico stilistico che dà ritmo, colore e armonia a un’opera. Però non hai accennato, e forse di proposito, ad una qualità che io considero sia l’arma vincente: il talento. Quella dote di cui si preferisce non parlare perché è una discriminate ma senza la quale le opere scritte risultano delle esercitazioni di scrittura che, come dice un mio conoscente molto critico al riguardo, dei temini di terza media. Con ciò non voglio scoraggiare gli aspiranti scrittori, me inclusa, a scrivere, voglio semplicemente dire che si può scrivere per se stessi, per qualche giornale locale o per essere letti dall’indulgente cerchia di amici, o più semplicemente per il piacere di scrivere. Credo che sia questa consapevolezza critica, cioè che non siamo tutti talentuosi, che ci aiuta nel percorso di scrittura senza pretese di gloria e senza mortificanti frustrazioni.
