Grazie. Ho apprezzato molto queste 10 puntate: per lo spessore e la chiarezza nella presentazione dei contenuti, per la ricostruzione storica delle teorie giusnaturalistiche, contrattualistiche, etc. e per l'attenzione ai contesti specifici che le hanno generate. Complimenti!
Forse il punto alla fine non è se il liberalismo sia una teoria 'giusta ' o 'sbagliata' qualunque cosa questo significhi, ma piuttosto separare gli aspetti scientifici dall'ideologia. Non serve definirsi liberali per credere che le intuizioni basilari del liberalismo forniscano strumenti più efficaci di altri per provare a descrivere la realtà. L'individualismo metodologico rappresenta molto bene questo punto. Mi pare che anche la convergenza tra Hayek e Arrow sull'impossibilità del socialismo che ha citato più volte il professore renda chiaro il campo della sfida: come in fisica fare costante uso del riduzionismo non significa essere riduzionisti tout court, così in economia partire dal framework logico della tradizione liberale non significa essere liberali tout court. Sull'intersecarsi di positivo e normativo bisognerebbe fare un ciclo a parte. Come sempre, grazie 🙏
ho appena iniziato e ho notato "una cosina un poco rapida", poi guardo la durata e sono 2 ore. Pronto a vederlo e, come al solito, massimo rispetto per il Prof, che magari avrebbe anche altra roba da fare, ma ha trovato 2 ore del suo tempo per questo video..
Sono contento che l'inattualità sia tornata. Sempre interessantissimo, seguo con molta attenzione. OT: penso che mi iscriverò il prossimo anno al corso, ora ho da studiare altro e non vorrei farlo con poco tempo e impegno. A presto e se uno Dio esiste, è quello dell'algoritmo!
Penso ci sia una vasta schiera di persone ( contro tutti.... ) insoddisfatte e frustrate che cercano di scaricare le proprie tensioni sui social, attraverso commenti e attacchi gratuiti senza fondamento.
C’è poi un errore alla base dei ragionamenti, ovvero pensare che la dottrina liberale sia stata sviluppata per la soluzione di problematiche sociali. Si tratta invece di una filosofia del Diritto che origina dalla osservazione obiettiva dell’essere umano.
Si fa della confusione sui termini. Non si può utilizzare la parola Libertà per indicare il permesso di fare qualcosa. Libertà è Diritto ad agire per i propri fini, e non è senza limiti in quanto va riferita ad ogni individuo. Uno strumento della logica che non ho sentito utilizzare è qualcosa di simile al ragionamento per assurdo, ovvero negare una ipotesi e ragionare sulle conseguenze. Spero di poterne discutere in un incontro interattivo.
Mi vorrai scusare ma, almeno per il momento, passo. Non mi capita spesso di farlo, solitamente accetto di confrontarmi con tutti. Ma l'incipit "nominalistico" di questo commento mi suggerisce che sarebbe tempo perso. Sembri non cogliere che, appunto, lo stesso fatto che si discuta da sempre attorno a che diavolo sia la liberta' [positiva, negativa, effettiva ...] e che tu pensi vi sia una differenza semantica fra "permesso di fare qualcosa" e "diritto ad agire per i propri fini" mi rende piuttosto certo che tu non abbia proprio colto il punto. Non ho molta voglia di ripetere all'infinito la diatriba del buon Berlin, che era molto dotto, molto capace di raccontare criticamente gli altri ma decisamente deboluccio nel proprio teorizzare. Il punto, banale, e' che una definizione universale ed eterna di liberta' non esiste ne' si puo' dare. Valgono solo definizioni contingenti, storicizzate, tecnologicamente e culturalmente ristrette, mutevoli e financo sempre ambigue. Non esiste alcun "diritto naturale" ma, piuttosto, una "aspirazione/desiderio/volizione" naturale a "fare quel che mi viene" la quale, in ogni contesto storico-tecnologico-etico specifico si declina in questa o quell'altra nozione contingente di liberta'.
Per la Liguria il destino è segnato se non cambiano: vivono di rendita delle case vacanze dei piemontesi e dei lombardi. I miei figli dopo 10 anni, stessa spiaggia stesso mare non ci vogliono più andare perché fanno anche vacanze più brevi. La Liguria non è più il parcheggio di uno/due mesi dei ragazzi in ferie con le nonne.
45:55 Deve essere come dice il prof. Una questione culturale: io non concepisco andare al mare e passare le giornate in piscina o alla SPA. Quelle le ho anche a Milano, anzi quelle le ho anche qui in Brianza. Perché farmi lo sbattimento ed il costo di andare in riviera, alle Maldive o chissà dove per la piscina? Il mare lo voglio vivere: almeno sto in spiaggia poi nuoto, faccio snorkeling, provo a fare surf. Girare il mondo e stare negli alberghi 5 stelle, lusso non da tutti i giorni, certo, ma tutti uguali e standardizzati, veramente lo capisco poco. D'altronde anche in montagna io cammino tutto il giorno e mi mangio un panino. La polenta al rifugio per me è il lusso da ultimo giorno, perché non è quello che cerco.
45:55 Deve essere come dice il prof. Una questione culturale: io non concepisco andare al mare e passare le giornate in piscina o alla SPA. Quelle le ho anche a Milano, anzi quelle le ho anche qui in Brianza. Perché farmi lo sbattimento ed il costo di andare in riviera, alle Maldive o chissà dove per la piscina? Il mare lo voglio vivere: almeno sto in spiaggia poi nuoto, faccio snorkeling, provo a fare surf. Girare il mondo e stare negli alberghi 5 stelle, lusso non da tutti i giorni, certo, ma tutti uguali e standardizzati, veramente lo capisco poco. D'altronde anche in montagna io cammino tutto il giorno e mi mangio un panino. La polenta al rifugio per me è il lusso da ultimo giorno, perché non è quello che cerco.
La pars destruens mi pare chiara e condivisibile. Il problema alla base è filosofico di fondare etica ed ontologia giusto? Con relativi problemi. Ci sarà anche una pars costruens? Possiamo fondarla una teoria positiva? Io ho ancora l'illusione sia possibile. Teoria dei giochi, scienze sociali e psicologiche. Anche se comunque un "salto della fede" non riesco a immaginare come toglierlo. Io ho una visione utilitaristica ma effettivamente non è autoevidente come sia fondata. Se non possiamo fondarla ci dobbiamo arrendere all'anarchia e al caos degli equilibri delle decisioni dei singoli individui. Dove aggregazioni dei gruppi che si regolona sono di utilità individuale. Ragiono mentre scrivo, appunto non potremmo fondare una teoria positiva proprio sulla base dell'individuo e non delle società, per cui la cooperazione e regolamentazione del gruppo è ciò che egoisticamente massimizza le sue attese? A quel punto la miglior realizzazione normativa è quella dominante tra quelle in conflitto. Chi non aderisce mina la stabilità del gruppo che accetta le regole e viene escluso (prigione, deterrenza, esilio, pene di morte).
Video interessante, però si è affrontato molto poco le possibili soluzioni. Ascoltando il video mettendomi nei panni dei "Fantini" (imprenditori che vogliono investire) il problema principale sarebbe la durata della concessione (più del prezzo), sopratutto alla luce delle ultime sentenze riguardanti le strutture. Ps: sarebbe interessante sentire qualche "fantini" di Jesolo, visto che è una delle poche realtà che ha iniziato con le gare (multinazionali non pervenute)
