Singolare che il Prof Barbero parli prima di Imperatori romani, che rispondevano solamente al potere di generali a corto di truppa e di ricchi proprietari terrerieri, a corto di manodopera (quindi anche ad un interesse privato di pochissimi potenti) che peraltro erano nella possibilità di destituirlo con metodi "spicciativi" e li paragoni alla dittatura di Stalin, che spostava popoli schiavizzandoli col pugno di ferro, proprio come facevano gli Imperatori romani, a suo dire, nel solo interesse dello Stato. Poi cita un certo Eusebio (relativamente al beneficio della libertà romana) paragonandolo alla Costituzione americana nella quale è previsto che ogni uomo ha il diritto alla libertà e alla ricerca della felicità. Mah! Diciamo paragoni molto discutibili. Infine, il prof non ha affrontato il rapporto, le implicazioni, le conseguenze che avevano l'arrivo di queste masse di persone sul grosso della popolazione romana, li si sarebbe stato interessante il paragone con le società odierne.
Bravura (che non posso certo giudicare io) e simpatia. Senza la pandemia non avrei scoperto queste perle. Ormai non è più tempo di passeggiare per i corridoi dell'Università per ascoltare i professori che ci ispirano.
In questa conferenza Barbero si impegnato a compiacere una platea di sinistra mettendo in risalto alcuni aspetti dell'immigrazione ed omettendone altri seppur importantissimi. Si noti il simbolo della CIGL affisso sul muro alle spalle di Barbero.
un uomo che come politico ha distrutto alcune citta' italiane , i suoi progetti eu andati a naufragare prima di nascere, hanno inaugurato il modulo per cui una parte della popolazione a patto che voti + europa e pd , possa trovare la via per un lavoro in cambio pero; si doveva smantellare l ITALIA
L'ho avuto come docente alla Cattolica di Milano. Persona completamente viscida dalla maleducazione gratuita durante l'esame non ha fatto altro che mettermi a disagio su alcune tematiche a sfondo sociale con discorsi allucinanti da Medioevo soprattutto sulla questione del libero pensiero di Bruno ecc. Proprio un bel modo di trattare gli studenti e vivere la vita nevvero?
Bellissima conferenza. In barba all'anti intellettualismo che imperversa, un parallelo che eleva le nostre opinioni al di la' degli slogan. Se potessi parlare con Barbero gli chiederei se a suo avviso lo scenario antico (sotto-popolazione) rispetto a quello moderno (sovrappopolazione) puo' rendere i due scenari disomogenei.
Francamente... ma come si fa a dire che taluni imperatori erano libanesi, arabi o spagnoli, o che so io, quando ancora le nazioni non erano ancora in essere e quindi non esistevano? Non esisteva la Francia, non esisteva la Spagna, ma neanche la Germania, ecc ecc.. Erano solo e semplicemente estensioni territoriali di Roma: i nati, imperatori compresi, erano... romani. Non esistevano i popoli come li si può intendere oggi, ma solo comunità sparse, integrate, queste sì, dai romani. I paragoni impropri, poi, con l'attualità circa gli esodi odierni di milioni di immigrati, non reggono proprio: gli immigrati ai tempi di Roma non erano "immigrati", ma solo schiavi condotti forzatamente; e si trattava di centinaia di migliaia di individui e che erano, solo, bottino di guerra; oggi si tratta di decine di milioni che si spostano e non solamente per un tozzo di pane. Questi convegni e lo storico, sono solo propaganda governativa per cercare di far digerire al popolo che l'esodo di milioni di disperati non può che far bene; per motivi che si possono facilmente immaginare... e che non sono "umanitari".
C'entra eccome con la politica: dimmi in che canale stai e ti dirò chi sei. A buon intenditor.... Le definizioni erano solo territoriali non intese in quanto nazioni. Esistevano i germani ma non la Germania; esistevano i galli ma non i francesi odierni, ne ne avevano consapevolezza. La penisola arabica era solo un'entità territoriale e non era l'Arabia Saudita attuale...e così via. La Germania era ciò che stava situato ad ovest del Reno; la Francia all'opposto; e non erano altro che una miriade di tribù spesso in lotta fra loro. Non lo dico io ma lo dice Cesare (De bello gallico, ndr). Varo, un'idiota, fu sconfitto, meglio ingannato da Arminio, figlio di un principe cherusco cioè una delle tante tribù sparse germaniche ( per i romani), ma romanizzato. La nazioni, i popoli così come le intendiamo noi oggi, sono il risultato di un processo storico e sono relativamente recenti
Non ti ho ripetuto: c'erano i germanici in quanto comunità sparse di un territorio vasto chiamato Germania, cioè, tutto quanto stava ad est del Reno fino all'Elba, cioè comunità sparse senza "consapevolezza" territoriale ne , tanto meno, culturale; e quindi non in quanto entità statuale o di popolo. S'è capito, poi, che sei un fan sfegatato del Barbero. La politica c'entra eccome e non perché lui è un "comunista" o altrove, un "leghista"ma perché, dove lui fa la sua storia (Rai 3 Rai storia e nella fattispecie, qui in questo video in un convegno della CGIL) la politica la fa da padrone...e si deve adattare e in qualche modo li deve far contenti. E se ci stai attento il nostro prende a pretesto la storia, i romani, per dimostrare secondo lui quanto erano accorti gli stessi e quanto si resero conto che bisognava integrare. Cosa falsa. I romani come era d'uso ai tempi considerarono le persone nei territori conquistati come bottino di guerra e li schiavizzavano e non come persone da integrare; e non mi risulta ci fossero esodi di massa nell'antichità...figurarsi. Ogni riferimento a fatti o persone non è, come si dice , casuale.
Hai detto bene, non esistevano le "nazioni" come le concepiamo oggi. Ma esisteva eccome un senso di appartenenza a terre e popoli. Negarlo sarebbe sciocco.
@@francescolaspina8073 ma che stai dicendo? Gli esodi ai tempi c'erano eccome. I Goti che immigrarono in massa sul Danubio per te cosa sono? E poi lo stesso Berbero durante un suo discorso, disse che il metodo d'integrazione utilizzato dai romani aveva non poche fallace. Dire che Barbero è un politicante, utilizzando la retorica tipica dei complottisti come hai fatto tu, è semplicemente ridicolo. E comunque c'è una gran bella differenza tra i popoli conquistati, e quelli che venivano da zone non integrare nei confini dell'impero
al tempo dei greco-romani il labor era riservato agli schiavi e ai famili. Labor significa infatti lavoro, etimologicamente è fatica nel suo senso più reale. Ecco allora che la nostra Costituzione dice: "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sulla fatica". Per dirla alla Scalfaro: io non ci sto. Semmai dobbiamo avere un primo articolo sarà bello vantare una Costituzione che recità piuttosto così: "L'Italia è fondata sull'Amore". In epoca neoliberista io non farei tanta apologia del posto di lavoro, del lavoro e di questa propaganda schiavista. La filologia conduce al peggio diceva Ionescu, ma non saperne manco una ceppa... dobbiamo prendere atto della realtà: siamo in parte in una egemonia di plebei de-alfabetizzati. Rinsavirli con una dittatura periclea sarebbe comunque un orrore disumano. Io sostengo un approccio naturalista, credo cioè che non occorra fare nulla se già rispettiamo la nostra fisiologia, ascoltiamo il ritmo del cuore. Il mio augurio è che l'alba di domani sia per i figli e i giovani, fiori dell'esistenza umana, senza più servi nè padroni, denaro e banche, templi blasfemi del simbolismo materializzato, il conio, nuova ed ennesima aggressione tedesca, per la terza volta in un secolo ( cca 1917-2017). E' necessario anticipare con l'estetica e perpetuare la pace, prima che l'etica chieda la giustizia del sangue. Questa è la vera novità della nostra epoca: l'insurrezione estetica. Cordialità
Ma che discorsi fa? "I tedeschi di 100 anni fa pensavano che bisognava andare in giro per il mondo dove si stava e si viveva meglio?" ma che caz!!???...e gl'italiani D'OGGI...non la pensano cosi? Sembra più la retorica di un demagogo travestita di "lezione d'storia"...che "un'analisi" dei fatti accaduti. Come accade spesso in Italia...s'interpreta la storia ad "uso e consumo" del contesto che fa più comodo. L'Impero Romano per prima cosa (e SOPRATUTTO questa)...Era una formidabilissima "macchina belica" la quale ha "barbaramente" stravolto, massacrato, sterminato, schiavizzato, sottomesso, dilaniato interi popoli a ferro e fuoco... Ha imposto le loro usanze, le loro regole, le loro tasse, i loro governatori, ecc...A intere popolazioni in gran parte d'europa e del medio oriente nel corso dei secoli... E sono anche convinto che se le popolazioni "barbare" del nordeuropa non si fossero dimostrate abilissime nel loro modo di combattere...I Romani avrebbero schiacciato pure loro in nome della "conquista e grandezza" dell Impero... Adesso, di buon ultimo arriva il Prof. Barbero a dire a tutti che l'impero romano era una specie d "isola felice" che accoglieva "immigrati"... MA PER FAVORE!...
Non è vero che i Romani sottomettessero totalmente i popoli che conquistavano. Anzi, volutamente lasciavano ampi spazi per l'esercizio delle culture locali.
Hai scritto praticamente solo cose errate, criticando un professore di storia di fama internazionale, scrittore conclamato, storico affermato, premiato per la sua serietà da enti internazionali. Demagogia? Cultura. Che sembra demagogia a chi non ne ha.
Sbagliatissimo. I romani erano certamente forti, ma sicuramente non invincibili. Hanno perso tantissime battaglie nella loro storia, ma la loro forza, quella che gli permetteva di alzare la testa dopo pesanti sconfitte, era un'altra: la capacità di far diventare romani coloro che una volta erano nemici, il che permetteva all'esercito romano di rigenerarsi e ingrandirsi con l'aumentare delle provincie. Inoltre la storia che i romani imponessero regole e usanze ai popoli sottomessi è sbagliatissimo e astorico.
nn ho mai capito xke' prima si era tutti romani in (gallia,italia,spagna...)ecc..ecc...e poi vie' un invasione 100.000 ke ne so' 200.000 franchi ed all'improvviso 5|6 milioni di galli diventano franchi....come in italia del nord tutti romani poi arrivano 100.000 longobardi e da quel momento tutti diventano longobardi....
Alle genti semplici non è che gli fregasse molto chi governava, specialmente durante il periodo finale dell'impero romano. Quindi assecondavano chi conveniva per vivere in pace. Detto questo quando non si può usare il concetto moderno di "popolo" si dice il nome di chi aveva le posizioni di prestigio in quella zona, e se i franchi avevano posizioni di prestigio in Gallia, ecco che i contadini diventano pian piano franchi pure loro prendendo la nuova cultura e facendola loro e/o "mischiandola" con quella precedente, come nel caso dei regni romano-barbarici, mentre l'aristocrazia precedente viene cacciata o assimilata. Spero di essere stato utile.
Sbagliato e sbagliato. Le invasioni barbariche non furono invasioni, ma semplicemente il culmine di processi sociali durati decine di anni. Già all'epoca di Teutoburgo, si ebbe un preavviso di tutto ciò.
Aggiungo i miei 2 cent: i franchi, il popolo germanico di maggiore successo, era un insieme di popoli germanici stanziati lungo il Reno, che da centinaia di anni erano a contatto con Roma, e da centinaia di anni emigravano e venivano assimilati nei confini dell'Impero, vi prestavano servizio militare, ne condividevano usi e costumi. Non è la Gallia che è diventata Franca, ma i Franchi che erano diventati romanizzati ben prima del crollo dell'Impero d'occidente. Al crollo dell'impero, molti franchi vivevano già insieme ai gallo-romani in Gallia. Con la caduta dell'impero occidentale, semplicemente queste popolazioni hanno cominciato a gestire da soli sempre più aspetti della vita politica economica e sociale, fino a diventare un organismo indipendente. Il processo è stato molto graduale, e non certamente una catastrofe come viene descritta certi.
+pesciu pesciulla Salve. Mah...in realtà, no. Non manca affatto. Manca la migrazione interna in Italia dettata dal lavoro, è vero, ma le migrazioni internazionali a cui stiamo assistendo non sono differenti agli esodi indotti che descrive il prof. Barbero, che a loro volta vengono gestite con il medesimo profilo. E' un dato meramente tecnico. Ed è per questo che l'argomento della Lectio ha nel sottotitolo (in descrizione) Uno specchio per il presente? Punto interrogativo finale.
Sicuramente non è rassicurante. I cambiamenti devono essere " digeriti" le differenze "integrate": forzare i tempi non può portare altro che al tracollo della società.
Le persone e le informazioni si muovevano diversamente. Mi sembra lapalissiano che le società attuali siano più complesse e allo stesso tempo più fragili.. D'altronde lo sono anche i singoli individui.
+OIDDI C'è Il prof. Barbero descrive esplicitamente l'implosione avvenuta suggerendo come causa il "malfunzionamento" o di certo il peggioramento proprio della necessaria burocrazia che l'Impero romano necessitava per gestire i flussi migratori del lavoro ( o in senso lato). In sostanza degli ufficiali preposti al controllo nella responsabilità dei loro uffici.
Infatti è chiarissimo. E' chiaro anche che si cerca di capire come e se la storia possa ripetersi: in questo caso fu un fallimento, oggi come sarà? Si cerca di fare un parallelismo, personalmente credo sia più "problematico". Fin quando c'è una domanda e si ha una offerta leggermente inferiore tutto fila abbastanza liscio. Come dice A.B. "c'era una forte domanda di persone; si capisce che le persone sono un valore, una risorsa". La cattiva Gestione ha creato il problema. Oggi manca la richiesta e la gestione è sempre problematica: se si cerca di esser razionali, il futuro non è roseo.