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Quali soluzioni si potrebbero adottare per limitare i danni della necromassa attualmente presente nei torrenti? È possibile o auspicabile rimuoverla? Non credo che l'ente di gestione del Parco dove vivo darebbe a chicchessia il permesso di farlo, e dubito anche che il parco vada a rimuoverla a sue spese. Che fare dunque? Possiamo agire solo sulla prevenzione? Grazie del video.
Purtroppo il nostro sorbo domestico di 12 anni è stato sradicato e rotto da un turbine di vento e acquazzone la settimana scorsa. Finora non aveva fatto nè fiori e quindi nè frutti. Era molto bello, alto e filiforme.
Ben comprendendo le necessità socio-economiche della gestione del patrimonio forestale, sarebbe comunque cosa a mio avviso positivo se si spingesse il legislatore all’inserimento nei piani tutela di tutti quegli esemplari che abbiano raggiunto una certa età e stabilità (sia strutturale che estetica) che ed un certo numero di areali/regione che abbian già raggiunto la condizione di climax. La biodiversità generata dal taglio selettivo andrebbe quindi altresì combinata con la biodiversità garantita dal micro biotopo creato dagli esemplari in età avanzata. Il bosco sarà già di suo in perpetuo ciclo di rinnovamento l’eliminazione naturali di esemplari vetusti sia per condizioni meteorologiche/idrogeologiche che per cause entomologiche e microbiologiche. Comprensibilmente questo sarebbe difficile da attuare in aree dedicate alla produzione industriale, ma dovrebbe esser per legge garantito in tutto il resto del patrimonio boschivo: si nota sfortunatamente come la selezione e gestione del verde pubblico e privato venga regolamentata applicata per legge solo al di sopra di certe metrature/cubature (e nonostante la gestione a governo misto garantisca in teoria la salvaguardia di una certa quantità di esemplari, non include quella di esemplari/zone di particolare rilevanza biologica/estetica/sociale), con il conseguente abbattimento e depredazione delle risorse boschive in modo indiscriminato da parte di una vasta porzione della popolazione costituita sia da piccoli proprietari che da aziende. Non si può lasciare unicamente alle riserve, parchi e aree protette il compito di preservare quella porzione di biodiversità garantita dalle aree più antiche dei nostri boschi; tale legge e pratica sarebbe oltretutto utile ad educare l’attuale e futura generazione ad un consapevole gestione e convivenza con quelle che son le risorse naturali nazionali. Solo la mia modesta opinione.
Buongiorno, ho acquistato il libro e volevo provare a fare la farina di ghiande in casa, ma mi sfugge un passaggio: per la macinazione devo per forza rivolgermi a un mulino o si può fare anche in casa?
Mi complimento con calore per questo percorso, che è riassunto con efficacia e competenza nel video. Mi piacerebbe molto essere aggiornata sugli sviluppi futuri. Buon lavoro e grazie . Albalisa Azzariti
I forestali possono essere la rovina dei boschi. Riciclano concetti vecchi industriali e non ecologici. La valutazione dell'impatto ecologico presentata è molto superficiale.
Non si capisce se i tagli al video hanno modificato il pensiero di Piussi. È fortemente opinabile l'idea che solo i "cittadini" ragionino di paesaggio. Percezioni diverse non significa assenza di percezione.
Quando siete stati l'ultima volta a Monte Ceppo? A vederlo ora non sembra proprio siano stati fatti tagli selezionati, piuttosto tagli indiscriminati e distruttivi, non prendetevi in giro, ho le foto sono a disposizione di chiunque.
Una situazione locale (che non conosciamo) non può certo rappresentare un fenomeno nazionale. In ogni settore c'è chi lavora male, ci mancherebbe, ma ciò non toglie nulla al messaggio di fondo del video e all'utilità della Gestione Forestale Sostenibile.
@@CompagniadelleForeste siccome il link del vostro filmato era pubblicato su Sanremo news a proposito di una nostra situazione locale pensavo fosse connesso
Se il legno si prende dai boschi in modo regolamentato è meglio così evitano di tagliare i pochi alberi delle città con la scusa che sono storti o malaticci
Sono 2 concetti completamente diversi. Uno riguarda la selvicoltura (produzione e gestione), l'altro la cura del verde urbano ( componente paesaggistica e sicurezza).