"Il Pigarelli non si canta così", questo dicono i veri intenditori. Continuiamo, invece, a battere il suono su tutte le semiminime che troviamo a pentagramma e ad urlare sulle crome con scarsa intonazione come si suole fare nel 90% dei cori "di montagna", sicuramente renderemo onore al vero modo di cantare. Sono sicuro che il buon Luigi ne sarebbe fiero!
Un peccato che si sente male, si poteva curare un po l' aspetto audio, comunque in questa prima parte se il tema è:"la coralità popolare ha un domani?" , nessuno lo ha centrato o mi sbaglio? Non si può parlare di aspetti più o meno tecnici , di repertorio e coristi che sanno o non sanno leggere lo spartito ecc. Bisogna parlare di cosa mettere in campo per portare i giovani nei cori. Come relazionarsi con le scuole, con il territorio, strategie per coinvolgere i giovani ecc.
Io c'ero quel giorno a Pergine, che gran coro!!! Sia voi che la Rupe siete due cori straordinari, ha vinto la Rupe ma nessuno avrebbe avuto da ridire se aveste vinto voi, credo che ve la siate gicata sul filo di lana, col pezzo di Rossini mi avete emozionato, un vero coro"Virile",ripeto: Bravi!
Verdetto finale discutibile. D'altronde il livello generale dei finalisti era molto alto, per cui alla fine va bene così. Piuttosto per rendere piú interessante l'attesa del verdetto finale bisognava procedere con la premiazione dei premi particolari e poi con quelli generali. Qui è mancato qualcosa. Altrimenti mille congratulazioni a tutti! Presentatore ottimo!
Commento di parte: vorrei ricordare tra gli allievi di Michelangeli, forse il suo preferito, Lodovico Lessona, fondatore dei Solisti di Torino e grande amico di Salvatore Accardo col quale ha eseguito ed inciso i più bei pezzi per piano e violino di Schubert e Beethoven. Lodovico Lessona aveva un " tocco " del tutto particolare, nitido e molto espressivo, che ricordava quello del suo Maestro, anche se in modo diverso. Lo stesso Lodovico era infatti convinto che Michelangeli non si potesse imitare, ma solo scimmiottare, come altri pianisti facevano !!! Purtroppo un incidente aereo ha stroncato in quel di Bulgaria la vita dei Solisti di Torino il 4 di novembre del 1972, al ritorno dal loro ultimo concerto. Però esistono, ed invito tutti gli appassionati di Musica ad ascoltarle, diverse testimonianze in merito, a partire dal Triplo Concerto di Beethoven suonato da Lessona, Accardo ed ancora dal fantastico violoncellista Libero Lana. Ora giustifico e vi prego di accettare il mio commento in quanto Lodovico era mio Zio, fratello di mia madre, chiamato da tutti CHICO !!! Viva la Musica !!!
Questa (1a e 2a parte) è tra le cose più belle che avete pubblicato. Chissà se avete intenzione di approfondire ancora, dedicando qualche altra clip all'analisi e ai commenti dei vari pezzi
Bel programma,anche per i profani come me,per il ricordo del maestro Michelangeli...Ho assistito tanti anni fa ad un concerto del coro della SAT a Torino per l'Unione Musicale...era stato magnifico... Grazie
Danke für alle Harmonien, für die Stimmungen aus den Bergen und die Nähe zu Herrn Michelangeli. Es versöhnt mich mit allen anderen Männern. Mille grazie Arturo, grazie.
Caro Mauro non dimenticheremo mai la SAT. Purtroppo mio padre Firmino Ruvidotti di Bressanone ex corista è deceduto da 9 anni, ma la passione dei canti popolari è sempre nel mio cuore. Ho una foto assieme al coro della SAT ancora con il papà quando avete cantato al Forum di Bressanone. Cari saluti a tutto il coro Ruvidotti Laura Bampi e famiglia
Si, é evidente che il repertorio presentato al pubblico era limitato, ma come hanno piú volte affermato grandi Musicisti che lo hanno conosciuto personalmente, come per esempio Salvatore Accardo, il repertorio di Benedetti Michelangeli era vastissimo. Basterebbe ricordare e tener presente il fatto che ha insegnato a numerosi pianisti, vincitori anche di importantissimi concorsi, durante i suoi corsi di perfezionamento di altissimo livello, cosa che non sarebbe stata fattibile avendo invece posseduto un ristretto repertorio come si suol dire e ripetere erroneamente.
@@diaolin Infatti ho voluto solo sottolineare alcuni punti impliciti nella tua giusta riflessione. É una cosa che mi ha sempre dato fastidio, un errore grossolano che anche grandi pianisti hanno commesso nell`esprimere questo concetto e messaggio, come nel caso di Michele Campanella, per esempio. Basterebbe si esprimessero con un poco piú di precisione, aggiungendo, come tu hai ben fatto notare, il termine "concertistico" a quello di Repertorio.
Bravo Mauro condivido tutto per il passato e sopratutto per il futuro ,analisi perfetta su cosa vuol dire cantare nel Coro della Sat e la responsabilita di dirigerlo .Un caro salute e buona salute
Grazie Mauro, quand'ero bambino sull''appennino tosco-emiliano sono rimasto "stregato" dai canti del coro della SAT; poi molti anni dopo ho avuto la fortuna di conoscerti e di poter iniziare a cantare col vostro Coro Allievi SAT. Non vedo l'ora di ricominciare a cantare non appena si potrà...dimmi che sarà presto! Un caro saluto.
Ciao Grande Maestro ,non finiremo mai di ringraziarti per tutto quello che ci hai insegnato, sei stato un Maestro di musica e un Maestro di vita ,è stato per me un Grandissimo onore essere stato un Tuo corista nel Coro Allievi Sat,ciao un Grandissimo abbraccio.
Complimenti per questo bellissimo programma! Il Maestro Giavina nutriva un amore sconfinato anche per l'organo, che suonava sin da ragazzo e che padroneggiava grazie alle sue doti non comuni di improvvisatore. Nella sua prorompente vena creativa, la predilezione per il "colore" vedeva nell'organo un mezzo straordinario, una tavolozza di innumerevoli colori, pronta a mille e mille combinazioni di timbri. La tipologia di strumento che prediligeva era quella ottocentesca, della tradizione lombarda "serassiana", che ben conosceva per la domenicale frequentazione della cantoria di Lesa, suo paese natale, custode di un notevole esemplare di quella gloriosa scuola.