Ogni Paese del mondo ha una industria cinematografica che esalta la propria storia e contribuisce a creare un'epica nazionale che insegni la storia e i valori della Patria alla popolazione. Noi, in Italia, siamo gli unici piagnoni che continuano da 50 anni a fare questi film comunisti, pieni di analfabeti e frignoni che hanno paura di combattere e non vedono l'ora di tornare a casa a fare i disoccupati/braccianti/picciotti. Che Paese di m...., abitato da guitti senza spina dorsale buoni solo a sbirciare che il vicino di casa non gli freghi i pomodori dall'orticello (condonato negli anni '90).
Si la prima guerra è stata orrenda come tutte Ma mio nonno l'ha fatta ed è vissuto un po' di quei ricordi Non demonizziamo oltre Non penso che gli austriaci abbiano fatto anche loro un film
Un capolavoro. Dante si è risvegliato per vivere nuovamente la sua epoca..Pupi Avati grandissimo talento. Orgoglio bolognese . Fiera di essere una felsinea come lui.
Di solito mi ci ammazzo dal ridere per i commenti dei video, di persone intelligenti ovviamente. Ma qui ho notato che stiamo al livello dei commenti di Facebook
Sarà il solito film da sinistrorso che vuole denigrare l'eroico popolo italiano? 😂😂 Ancora a ricordare i poveri cristi morti a migliaia nelle trincee, senza neanche sapere perché, sotto la guida di gente vigliacca? 😢😢 Come Kubrick, Rosi, Olmi?. Spero di sì. Lunga vita a Gianni Amelio ed alla sua lucida visione, cento anni e tanti film ancora, alla faccia dei capitoncelli 👏👏
Lunga vita a Pupi Avati. Molto molto lieta di rivere il giovane e bravissimoooooooo Filippo Scotti sul grande schermo dopo averlo visto nel magnifico "è stata la mano di Dio"di Sorrentino ❤❤❤
Magari molto più in là una sera che voglio vedere qualcosa di leggero perché no ... Però ne abbiamo anche le palle continuare ad essere così con donne che si credono delle regine in terra
Una intervista pregna di contenuti e spunti di riflessione. Mi ha colpito fra l'altro una osservazione del giornalista Nico Piro: che il campo di battaglia è e si trova sul piano della coscienza... Quanti modi per distrarla, sottometterla o addirittura ottenebrarla questa coscienza, per modellarla, conformarla a un modo di essere che va contro ogni etica, contro ogni valore, contro ogni criterio e comportamento sociale mirato a una sana convivenza. Oggi vorrei mettere sullo stesso piano i medici di allora con i medici e gli infermieri che si trovano in prima linea anche nei pronto soccorso, a combattere una guerra contro un invisibile nemico che sta devastando e distruggendo le coscienze, alienandole sempre più da un mondo che sotto questi occhi compare sempre più freddo, cupo, corrotto, disgregato nel quale l'emulazione e l'ambizione hanno spazzato via ogni barlume di buon senso (di questa coscienza) a favore di un'ottusità di un cecità che la sete di potere ha scatenato e scatena continuamente. Tutte vittime che hanno l'ambizione di diventare carnefici (pur di non riconoscere in sé la stupidità di tutto ciò, oltre che l'autoinganno), di riversare e proiettare la propria ombra sul prossimo per dominarlo e per distruggerlo con ogni mezzo per il semplice gusto di esercitare potere, di umiliare... Questa è una guerra alla quale la coscienza (quella sana) assiste tutti i giorni, una coscienza che riconosce l'alto potere autodistruttivo che l'uomo possiede radicato in sé. Il folle di oggi, è un uomo che vede la sua vita in senso orizzontale fatto di inizio e fine vita, di vuoto, privo di una visione verticale in cui i gradi di coscienza di consapevolezza e senso di responsabilità, atti a consentire (attraverso questo esame di autocoscienza) di liberare l'essere dai gangli di una prigionia subdola, vengono volutamente sacrificati anche per codardia. L'uomo sembra ormai rassegnato e, autocondannandosi (a chiudere gli occhi su se stesso), condanna anche il prossimo allo stesso supplizio, un supplizio che gli stessi medici e chi lavora per il bene sociale non riescono più a tamponare per la sempre più caotica e collettiva follia dilagante, una salute mentale messa in serio pericolo.
Questo film mi piacque così tanto che lo andai a vedere al cinema per 2 sere di fila. La prima volta da solo, la seconda con mio padre (classe '62) che era rimasto impressionato quando gliene parlai. Questo film fece scattare in me a 21 anni l'interesse per la Formula 1 di quel periodo. Mio padre mi aveva raccontato varie cose, avevo visto qualche video, ma era come se fosse qualcosa che sentivo poco... Vedere RUSH fu l'input decisivo. Poi mi ricordo che sempre nel 2013 uscirono in edicola le macchine storiche di Formula 1 in scala 1:43. Oggi nel 2024 di quella collezione ho oltre 30 modelli, alcuni presenti in questo film che per me è stato in un certo senso decisivo.
