Sono una psicologa clinica specializzata in psicoterapia e in traumatologia secondo il metodo E.M.D.R. Il quadro di riferimento che utilizzo nella mia attività clinica, formativa e nel mio essere madre è prevalentemente quello fornito dalla psicoanalista Alice Miller, grande sostenitrice dei diritti dei bambini di oggi e di ieri.
Lavoro privatamente mediante la psicoterapia individuale e di gruppo per favorire la presa di contatto con il proprio bambino interiore e la conseguente rielaborazione della propria storia passata nell'oggi.
Conduco percorsi esperienziali e divulgativi rivolti a genitori (e non) e ad operatori delle relazioni di aiuto per sollecitare nuove consapevolezze cognitive ed emotive rispetto all'influenza profonda della propria infanzia sulla nostra genitorialità, professionalità e felicità di oggi.
Ma a chi stai dicendo tutto quanto Parli in 3 persona ma chi ti sta ascoltando sonoi figli in primis o anche genitori e allora chi dobbiamo capire? Non siamo a una veduta di professionisti .... Mmm
Io chiedo aiuto a volte ma dipende da chi. Io più delle volte ho paura di chiedere aiuto ad altri per timore di sentirmi in debito o contrarre idealmente un debito di riconoscenza con l'altro. Non so se riuscirei a ripagarlo nell'eventualità...
Grande verità! Mio fratello, ragazzo con delle problematiche importanti è scappato di casa 4 giorni fa salvo poi venire ripreso dai miei genitori prima che il bus partisse. I miei genitori non si capacitano, ancora non hanno capito di non essere amati.
Delicatissimo questo discorso. E' comunque importante parlarne e portarlo a coscienza. In sostanza vien fuori un'identita' di sopravvivenza in perenne stato d'allerta o all'opposto, in piena eclissi delle proprie aspirazioni. Il giardiniere "genitore" ma anche "societa'" in questo caso mostra tutta la sua (delle volte incolpevole perche' incosciente) capacita' di portare quel fiore a sbocciare. Il che e' una grandissima perdita per tutti, perche' i fiori che sbocciano, sono emozione pura. Grazie per avermi dato lo spunto per riflettere sul tema. 🙂
C'e' anche da stupirsi in mancanza di manifestazioni d'affetto, come se venisse difficile, non spontaneo. Questo fa riflettere in parte sul modello educativo/sociale esperienziato, nel senso che la famiglia ha il suo peso, pero' poi crescendo, occorrerebbe spronare le persone a sperimentare ancora e ancora, rimodellando vecchi schemi esperienziali e sposandone di nuovi, senno' si incorre nel giudizio, apatia, non "responsabilita'" del se ... e non conoscenza del fatto che possiamo cambiare, che non e' tutto scolpito nella roccia.
Grazie Infinite! Penso che non possa esserci dolore piu` grande del sentire di non essere amati dai propri genitori, dell essere stati al mondo negli anni piu` puri, all interno di una famiglia disfunzionale e di cercare di superare un vuoto quasi incolmabile ogni Santo giorno della propria vita. 🙏
Ciao cara, sì è vero, i genitori possono “ odiare” un figlio, nel mio caso direi che l’ho detestato e mi tormento sempre nonostante sia cresciuto e diventato adulto e papà, mi sono sposata molto giovane anche per allontanarmi da una madre violenta, sia fisicamente che verbalmente, ho dovuto due volte intervenire per salvare la vita a mia sorella più vecchia di me dalle mani di nostra madre e all epoca avevo solo dieci o dodici anni più o meno, ho visto e subito molte violenze, ho incontrato un bravo ragazzo, mi sono sposata e sono andata via e ho voluto fare subito la mia famiglia, e arrivato il primo figlio stupendo ma anche lì seguendo tutti i dettami delle ostetriche e i medici( avevo solo 22 anni) l’ho preso poco in braccio( altrimenti si vizia ci dicevano) crescerlo era più un ansia che un piacere, poi subito dopo qualche mese eccomi incinta di nuovo, non avrei voluto ma è capitato, ok ho pensato, stavolta non ascolterò nessuno, lo coccolerò e gli darò tutto il mio affetto e invece…. Un bambino nuovo che chiedeva molte più attenzioni del primo, piangeva molto e io con un altro di un anno e mezzo che chiedeva le sue attenzioni ho combinato un bel casino, non lo sopportavo! Mi dispiace molto, non so come abbia fatto a comportarmi così e ormai i danni sono evidenti, mio figlio ha poca autostima ed è invidioso di tutti e infelice perché non riesce a godere dei suoi molti successi e si paragona sempre agli altri e tutto questo per colpa mia! Secondo te si riesce a rimediare? Se gli raccontassi ciò che io ho subito da bambina forse potrebbe essere d aiuto? Scusami per il commento lungo!
Io sono stata punita spesso da bambina,prima mi picchiavano poi la punizione,addio cartoni animati, merenda,dolci,gnente colazione Solo petto di pollo hai ferri (che mi faceva schifo) spesso ho desiderato di scappare di casa Io non farei mai patire hai miei figli quello che ho subito io
ahaha, applauso ... Mamma, quantunque volessi esprimerti il mio rammarico per la tua posizione di offesa verso me e terzi presenti, non lo faccio per evitarti rigurgiti di mancata infanzia che nuocerebbero al tuo ulteriore sviluppo emotivo 🤣🤣🤣 che una bimba normale tradurrebbe in Mamma, sempre con quella mer..da di telefono in mano quando ti chiedo di parlare? Mi chiedo, delle volte chi educhi e chi sia l'educando/a, perche' dalle uscite anche semplici e spontanee dei bimbi si puo' apprendere un mare di cose, a cominciare dai "limiti" insiti negli adulti. L'ascolto e' una base fondamentale del dialogo e la presenza in ascolto lo esalta al massimo livello. Brava!
Condivido tanti passaggi. La societa' ha comunque il suo ruolo nel percorso di quelle persone che sono state colpite e interessate da situazioni spesso impattanti. Colpevolizzare mai, anche se, spesso ci si deve chiedere se il "non ti impegni abbastanza" per volgere al cambiamento, puo' essere sintomatico di un "malumore interno" e di un "fastidio" di chi le pronuncia, che sia un amico, familiare, o finanche un terapista che prova frustrazione per non aver raggiunto l'obiettivo. Quindi entrano in gioco tante visioni, tutte giuste e non giuste allo stesso tempo. Pragmaticamente parlando, se una persona non cambia approccio, forse e' perche' non ha individuato la strada proposta come quella piu' idonea. Tanti possono essere i motivi. Riassumendo: occorrerebbe affrontare la vita con supporti specialistici da bambini, cosi' da permettere al futuro adulto di manifestare un se stesso meno dipendente da schemi socio-familiari delle volte troppo impattanti, schemi di abbandono ma anche di iper protezione o di proiezione del se verso il figlio/a. Insomma, a quando l'educazione emozionale a scuola, magari al posto della STORIA fatta di popoli che si ammazzano l'un l'altro, osannati a mo di eroi?
Questo può avvenire anche se ci si critica per essere indietro nella vita oppure se ci si sente brutti a causa del bullismo? Io non ho ricordi dolorosi dovuti ai miei genitori, anche se ho avuto un rapporto conflittuale con mia madre
Buonasera Noemi, non conoscevo questa studiosa, tutto verissimo e il video è chiarissimo se si è iniziato un lavoro di elaborazione...sì, i figli hanno bisogno solo di un amore vero...sì è proprio così e si soffre molto anche in eta' adulta...quando sopratutto entrambi sono stati molto disfunzionali...bisogna lavorare tanto... mi auguro che tutta questa sofferenza che sto passando porti poi ad uno stato di pacificazione interna...grazie per questo video.
...io col sabotatore interno ci convivo fin da piccolo...negli anni qualche volta ho pensato di liberarmene ma immancabilmente e insospettabilmente nel tempo risuscita più forte di prima...cerco di vivere con disciplina (fondamentalmente rimango rassegnato)...poi in ogni caso svaniremo e qualcos'altro potrà rivelarsi...oppure nulla...mah!
Grazie. Ci vorrebbero più terapeuti come lei. Lei ha fatto nella sua vita un lavoro immenso... Non solo ha salvato se stessa, ma anche sua figlia(non ripetendo gli sbagli dei suoi genitori) e sta aprendo gli occhi a tanti di noi. 😍Provo un'immensa stima per lei. Ed é vero, come dice lei, che il cercare, il leggere è il pormi domande mi ha salvata.
La prima reazione spontanea è quella di irritazione. "Se questa persona vuole bene A ME, non ha proprio capito niente!" Poi inizia a farsi strada il dubbio che l'altra persona non abbia ben capito con chi ha a che fare. La fase successiva è la peggiore; è quella in cui ci si sente "in obbligo" di dimostrarsi degni di amore (o riconoscimento sul lavoro, amicizia...) e si sente di essere in una situazione difficile da sostenere alla quale seguirà l'inevitabile verità: io non sono come tu pensavi. Grazie per il Suo lavoro. Sono contenta di aver trovato questo canale.
Grazie per questo video. Potrebbe approfondire il tema magari proponendo alcuni percorsi per convivere in maniera funzionale con l'insicurezza in particolare nelle relazioni con gli altri?
Nei video trovo spesso dinamiche 1 a 1, es genitori disfunzionali e figlio. Oppure, madre-figlio. Oppure, fratello e sorella (ma raramente). Ma nella vita sono molto comuni le famiglia con due o tre figli e queste dinamiche sono spesso meno descritte. La dinamica: genitori disfunzionali, figlio maggiore molto più grande , due figli più piccoli e coetanei per esempio, Tutti disfunzionali l'uno per l' altro e magari con ruoli sbagliati, es un fratello più grande che si fa padre non la vedo mai. In generale le dinamiche più complesse, cioè che tengono conto insieme di più relazioni (anche solo figlio più piccolo e due molto più grandi o l'esempio di prima ) e le dinamiche tra fratelli le vedo poco descritte su RU-vid mi piacerebbe vederne qualcuno
È come il gatto a nove code. Nove code ma una sola matrice che si replica e sempre di due. Cioè c'è sempre un distacco e un distacco produce due in meglio o in negativo.