Sempre bravissimo Roberto, ma stavolta un pochino superficiale. Diciamo che in quel contesto non avresti potuto dire qualcosa di diverso, ma tutta l'impostazione della messa a gara del servizio idrico era diversa da come descritta dai comitati per l'acqua pubblica. In primo luogo i gestori pubblici avrebbero potuto (e anche dovuto, direi) partecipare alle gare, poi avrebbero avuto il vantaggio di non necessitare di profitti, quindi avrebbero potuto offrire il servizio al costo, risultando più competitivi del privato che invece doveva aggiungere anche il profitto. Infine i termini del servizio vengono sempre stabiliti da un ente pubblico che quindi definisce tutti i paletti opportuni, che il gestore dovrà rispettare, e stabilisce anche le penali per il mancato rispetto. Oltre alle tariffe. Non solo, l'ente pubblico può anche stabilire norme sociali del tipo "i primi x litri di acqua al giorno per ogni residente sono gratuiti" o "devono essere installate almeno due fontanelle pubbliche ogni km quadrato di città". Questo sarebbe stato un approccio mirato al bene comune, invece quasi tutto il discorso sul referendum è stato sostenuto dallo spauracchio di bollette più alte.
Semplificando troppo si perdono pezzi importanti che distorcono il senso delle cose: la committenza sarebbe rimasta pubblica, ad imporre standard e qualità del servizio conformi ad un capitolato.
Ricordo le campagne anti-fumo della fabbrica di sigarette Yesmoke... yesmoke.eu/tu-e-il-fumo/nostra-posizione/campagne-pubblicitarie-creative-anti-fumo/