The Manager who helps future Managers I want to be the mentor I would have liked to meet during my career I am Maurizio, I am 51 years old and in my channel I share 25 years of experience in Italy and abroad in the corporate world.
Veramente interessante. In molte aziende il project management assume spesso le sembianze di un semplice step di carriera, che viene quasi sempre fatto fare al "tecnico" di spicco di turno. Cosí é un terno a lotto, sia per l'azienda che per il lavoratore. É bello vedere quando viene invece considerata una disciplina a sè stante (seppur necessitante di un buon background tecnico, sopratutto per noi ingg.), con i propri metodi, i propri strumenti ed i propri percorsi formativi.
@@petruccigianmarco esatto, come per molti altri ruoli si deve accettare che aziende diverse li gestiscono in modo diverso. Per questo bisogna approfondire molto le realtà aziendali
Salve, ho scoperto da poco il suo canale YT e ammiro molto il lavoro professionale che svolge per aiutare le persone nel loro percorso di crescita e formazione. Volevo sapere ogni quanto svolge le live e se avvengono qui su YT. Vorrei partecipare e non perdermi le prossime. Grazie mille per il lavoro che fa, è davvero illuminante ed interessante.
L'unica cosa davvero fastidiosa, che mi impedisce di ascoltare Gaito è il suo continuo intercalare "no, no, no, no"... 😄 Interessante comunque, però un paio di "no" in meno. No?
Ciao Maurizio, ho una domanda per te: dopo 3 anni in big 4 mi rendo conto che continuando in questo mondo (consulenza in cybersecurity) nel corso degli anni finirò per non apprezzare più il mio stesso lavoro. Non avendo la laurea magistrale consiglieresti di fermarmi lavorativamente per conseguire un nuovo titolo magari all’estero e poi tornare nel mondo del lavoro?
no, mi concentrerei sul percorso lavorativo, magari all'estero appunto. quale problema risolveresti con una pausa e una laurea? ma da valutare la situazione con calma.
Video Interessantissimo. Volevo chiederti un parere, secondo te, dopo una laurea in Ingegneria Gestionale (incentrata sui sistemi di produzione, quindi parliamo principalmente di manufacturing), che percorso potrei seguire per specializzarmi nel Quality Management (ovviamente sempre parlando di manufacturing)?
Se ho ben capito, la logica è sempre quella "buttati su quella cosa che credi sia la cosa migliore per te". Sicuramente è interessante come approccio, ma è anche vero che a volte l'appetito vien mangiando. Quanto credete sia importante "bruciare le tappe" rispetto al formarsi col tempo le proprie skill e "raddrizzarsi" acquisendo le skill laterali? Il primo approccio non rischia di essere un approccio troppo sul verticale? parlo da neolavoratore (meno di 2 anni). Grazie :)
Ciao Maurizio, hai detto che non consigli di fare un MBA in Italia. Ho visto che nella Top 10 del Ranking Mondiale c'era la SDA Bocconi, magari quando hai fatto il video ancora non era così in alto in Classifica. Inoltre ho visto che dura 12 mesi al costo di 75 k. Lo consigli ?
@@manuelbianco9758 ciao. perchè un MBA? a che punto della carriera ti trovi? cosa vuoi ottenere? che tipo di posizione e in che aziende? che specializzazione e competenze? puoi permettertelo? se hai una direzione specifica magari cerca qualcosa più posizionante. non sconsiglio un MBA a prescindere ma non consiglio di sceglierlo 'perchè è un MBA'
@@LALLI8075 ciao. No è un ruolo gestionale. Spesso se ne parla lato ingegneria perchè si pensa a progetti tecnici o informatici. Ma in tutti i campi è equivalente: esempio un PM che gestisce commesse di servizi alle azie de può partire da quel settore, che si tratti di attività di marketing, contratti, servizi legali ecc
Ciao @Maurizio Parenzan, domanda off topic. Nell'ultima live di MR RIP hai detto che la Svizzera è un paese dificile per andarci a lavorare. Alla fine la domanda è stata spostata sul parlare tedesco. Potresti specificare perchè a tuo parere è difficile o fare un video? Grazie in anticipo
ciao, è difficile entrare per l'altissima competizione. Da tutto il mondo vogliono andare in Svizzera, più è fuori UE quindi neanche logiche del tipo vado e vediamo che succede. Però ottima idea approfondire con un video
Chiacchierata fantastica con tantissimi spunti! Lorenzo super naturale e complimenti per il percorso fatto ad oggi ed in bocca a lupo per il prossimo futuro (sicuro che sara' di altrettanto successo). Maurizio ti ho scoperto con il video con RIP, oltre la carriera ti darei in mano tutta la mia vita da gestire! podcast fantastico!
@@user-lc4gr8nx2j il mondo del lavoro in occidente ha diversi aspetti traslati da quello anglosassone (che poi storicamente conosciamo le origini). Il tipo di approccio , contenuti e Network ha senso secondo me, il credere di 'comprare' un pacchetto che ci rende invincibili no.
@@MaurizioParenzan il problema è che l’MBA è proprio strutturato per il mercato americano: si fa networking con professionisti americani che poi lavorano in America in top aziende americane Quelli europei tendono ad avere classi miste con persone che spesso torneranno a lavorare nel proprio paese e quindi si perderanno completamente i benefici del networking, dato che spesso non si può accedere a tale mercato del lavoro per barriere culturali e linguistiche Anche i datori di lavoro danno meno importanza all’MBA in Europa, mentre in America esistono tanti GTP e cicli di reclutamento per associate pensati per MBA graduate che in Europa non esistono, quindi è una qualifica che costa tantissimo ma da certamente benefici minori
@@micheleb.00 avere bei rapporti con i colleghi aiuta. soprattutto da giovani si tende a confondere i piani ed entrare troppo in confidenza. sempre pensare in modo professionale, ci vuole poco a fare danni.
Ciao a Maurizio, Vorrei raccontarti la mia attuale situazione: Ho 26 anni, lavoro da circa 2 anni. A marzo del 2024 sono stato assunto per una grande ed importante azienda e percepisco uno stipendio al di sopra della media per la mia età (che mi permette per il momento di risparmiare, nonostante viva a Milano). Quindi, almeno in teoria, per il momento, non ho le condizioni per “lamentarmi “. Al momento dell’assunzione mi è stato detto che cercavano un “giovane da formare”, in quanto questo lavoro ha poco a che fare con i precedenti. Dopo circa un mese ho scoperto che in realtà avrei dovuto sostituire, entro luglio, una collega che ha messo in piedi il complesso sistema su cui lavoriamo e che ci lavora da 5 anni. Difatti dopo poco mi hanno assegnato un lavoro dopo l’altro, che per me andava benissimo, poiché mi ha permesso di praticare e di apprendere velocemente. Il problema è il rapporto con la mia responsabile, che pretende che sia sempre di più che sia da subito completamente indipendente, perfetto su ogni cosa e super rapido, nonostante lei è stata da poco spostata in questo lavoro e non sa, operativamente parlando, svolgere tante attività,ma soprattutto il modo in cui lo pretende: analizzano al microscopio ogni mia mossa, facendomi pesare anche solo il minimo errore su un lavoro durato giorni, fanno battute sarcastiche nei miei confronti, con risate annesse e trasmettono una totale sfiducia nei miei confronti( un es. Le uscite della mia responsabile la quale dice che non sa come faremo ad andare avanti quando la collega se ne andrà). Mi rimproverano dicendo che non ci provo, poi ci provo e mi “butto” e mi zittiscono in partenza, guardandomi malissimo. Per farti comprendere descrivo il carattere delle mia responsabile: È una persona che lavora da 20 anni in questa azienda e credo che io sia la prima persona sotto la sua responsabilità. In questo team (sostenibilità) ci lavora da circa qualche mese, quindi sta “imparando” anche lei. È estremamente insicura e completamente assolta nella sua ansia, difatti vive in uno stato di esaurimento perenne. Ultimamente mi da un’infinità di cose da fare, ma il problema è che, proprio a causa del suo esaurimento, si dimentica delle attività che mi assegna, non ha la minima idea del carico di lavoro e spesso del contenuto del lavoro che mi assegna. Inoltre spesso mi rimprovera per attività che “non ho fatto”, ma che in realtà non mi ha MAI assegnato. Io prendo nota di tutto ma non serve a nulla.Oppure mi rimprovera che non ho fatto le cose in un modo (quando lei mi aveva detto di farle in un altro). Chiaramente alla centesima volta l’ho fatto notare, sempre con educazione. La sua reazione è stata di “di scrivermi in chat tutte le attività così non si perdono pezzi”. Un esempio di battuta sarcastica più recente, fatta a caso nel mezzo di una riunione dove tutto stava andando bene: “ ma tu sei laureato in economia, dovresti sapere questa cosa”, con risata annessa della collega. Ho provato a parlarle gentilmente, chiedendo un semplice feedback sul mio progresso e la sua risposta è stata “qui non diciamo bravo a nessuno, non siamo a scuola”. Da lì il suo atteggiamento è peggiorato tantissimo. Al momento sono davvero mentalmente stressato e sommerso di attività che devo gestire completamente da solo e che, con certezza, verranno screditate al minimo “sbaglio” o ignorate poiché se ne dimentica, mentre ne assegna altre. Da parte mia non mi sono ma lamentato con loro e ci sto mettendo il massimo impegno, anche facendo cose che non pensavo di gestire in poco tempo e chiaramente ho ancora tanto da migliorare,ma al momento non vedo prospettive per stabilire un rapporto in futuro. Tuttavia se dovessi abbandonare mi sentirei di sprecare un’opportunità ed una retribuzione che forse al momento non troverei subito. Una cosa che mi spaventa è che ho cambiato 4 lavori (3 aziende) in due anni e mezzo circa e questo non gioverebbe nella ricerca di un altro lavoro, ma forse l’età mi viene in soccorso. Sarebbe una buona idea parlare con il nostro/suo capo? Lui è un dirigente,. O sono meglio le risorse umane? Mi restano due mesi di prova, poi 4 mesi di preavviso nel caso di superamento di quest’ultima.. Ti ringrazio
Diro di piu. Non importa niente a nessuno della tua esperienza precedente, ma importa la capacità che tu puoi offrire nel momento in cui fai il colloquio. Se sai risolvere quella cosa che fa comodo a loro in rapporto in quanto a vogliono spendere, questo interessa. Basta
@@Empolitano quando parli di 'loro' parli dei potenziali futuri colleghi? affrontare i colloqui con l'approccio io vs loro non porta a niente di buono.
@@Empolitano alcune aziende, ovviamente quelle internazionali, valorizzano eccome certe sperienze. ovviamente non ci si puòaspettare trattamenti e opportunità comparabili.
Ciao Maurizio, hai dei consigli per migliorare la capacità comunicativa, ho 23 anni e sono all’ultimo anno di magistrale. Grazie per tutti questi video
Ciao Maurizio! Domanda da primo lavoro... sono quasi due anni che ricopro una posizione in cui ho imparato tanto, ma che non sento mia nel futuro. Sto leggendo il libro "so good they can't ignore you" di Cal Newport dove dice che la teoria dell'artigiano (quella in cui finisci con l'amare quello in cui diventi molto bravo) sia da preferire a quella della passione (trova il lavoro dei sogni a partire dalla passione). In quest'ottica, tu in quale teoria ti rivedi? Grazie mille ;)
ciao, credo che il lavoro sia lavoro. Concordo con Cal sul diventare bravissimi in qualcosa. Se dovessimo seguire le nostre passioni per gli studi e il lavoro saremmo tutti disoccupati con lauree in Power Rangers e PS5 (estremizzo ma ci siamo capiti). Il 90% delle posizioni lavorative sono completamente ignote a chi esce dall'università perché non si conoscono le aziende (io parlo sempre di grandi aziende). Lasciate stare gli slogan 'fai quello che ti piace e non lavorerai un giorno della tua vita'. Non sentirai mai gente con 15-20 anni di esperienza dire roba simile (esclusi quelli che ti devono vendere il corso 'monetizza la tua passione')
@@MaurizioParenzan Grazie mille. In effetti si viene così bombardati da concetti e spesso toccano anche corde particolari, che si finisce col crearsi un'immagine di una realtà che poi non è manco così reale, anzi, aggiungerei anche pericolosa... Grazie mille e continua così, dai sempre spunti interessanti!!💪
@@GianmarcoDeVita esatto. come per tutto consiglio di verificare sempre le fonti. sei interessato a una carriera corporate? segui solo chi ha dieci venti anni di esperienza in quel settore. ti interessano le startup? idem. se mi mettessi a parlare di qualunque cosa solo perché posso articolare un discorso farei più danni che altro. per questo ora sarò molto più concentrato su Ingegneri nelle corporate.
Esiste anche un altro fenomeno da considerare: molti laureati non sempre trovano un lavoro nell'ambito in cui hanno studiato, questo perché esistono degli scogli non sempre facili da superare: 1) barriere linguistiche. 2) Non essere adeguatamente preparati e/o dover adattare la qualifica, cosa non sempre facile. Un mio amico ingegnere fa l'operaio in Germania, perché le sue conoscenze linguistiche non gli consentivano di accedere a posizioni lavorative nel suo settore; ad una mia amica biologa invece hanno detto che il problema erano i titoli di studio, nel senso che nel suo settore una laurea italiana aveva poco valore e che pertanto avrebbe dovuto fare almeno la magistrale lì per avere una qualifica pari a quella dei suoi omologhi. Ma in entrambi i casi sono comunque contenti di essere fuggiti, perché mi dicono che fare un lavoro sotto-qualificato all'estero è comunque meglio di farne uno qualificato in Italia. Ed è qui secondo me il punto: in Italia le condizioni lavorative sono peggiori per tutte le categorie e spesso andare all'estero è comunque una situazione win win. Un altro scoglio è che non si può partire per l'estero con il portafogli vuoto, quindi molti devono comunque cercare un lavoro in Italia, per arrivare al capitale minimo per emigrare all'estero.
ciao, su questo sono meno d'accordo. Ogni caso è specifico, però questi sono due casi di partenze non pianificate. Se hai una laurea in Ingegneria non puoi fare l'operaio, punto. Scegli un'altra nazione, ti chiudi mesi in una scuola di tedesco, punti ad una multinazionale dove non serve il tedesco, lo accetti per un tempo limitatissimo, ci sono tante opzioni, non si parte allo sbaraglio. Il mercato del lavoro in Italia è sicuramente problematico, io ho passato dieci anni all'estero, ma non è un problema di denaro o qualifiche. È un problema di non preparazione al passo.
Il problema è che per imparare una lingua a fondo servono tempo e denaro, cose che non tutti hanno. Non è nemmeno scontato che si sappia parlare altre lingue, come l'inglese, almeno non ai livelli assurdi che richiedono certe aziende; ad esempio io non potrei mai lavorare per aziende che richiedono un livello C1. Nel caso dei miei amici, non sono affatto partiti allo sbaraglio, semplicemente hanno fatto la scelta migliore per quelle che erano le loro condizioni. L'alternativa a non fare quei lavori all'estero era fare gli stessi lavori in Italia, ma con salari e condizioni lavorative peggiori !!
@@thomasmerlin4990 se sei su un canale in cui si parla di carriera è assolutamente scontato che tu possa parlare inglese. hai inanellato una serie di scuse a mio avviso senza senso. il motivo per cui un ingegnere debba scegliere tra fare l'operaio in Italia o Germania mi sfugge.
@@MaurizioParenzan il punto è proprio che non si può dare per scontato che si abbia una conoscenza in inglese così elevata, visto che non tutti hanno i soldi e il tempo per studiarla così a fondo. Anche perché a scuola non lo si impara, diciamocelo, e all'università non c'è il tempo e imparare una qualsiasi lingua può richiedere anni e anni. Non a caso gli esami di idoneità di inglese sono di B1 o B2 al massimo, quindi avere una laurea non è garanzia di conoscere l'inglese. Per la questione che riguarda il mio amico: questa scelta nasce dal fatto che in Italia non è riuscito a trovare un lavoro nel suo settore dopo che l'azienda per cui lavorava è fallita e quindi piuttosto che fare l'operaio in Italia, ha deciso di fare l'operaio in Germania dove aveva degli agganci. Per la mia amica biologa invece il problema non è stato la lingua, quanto invece che la sua laurea presa in Italia aveva poco valore. P.S. Il mio commento nasce dal fatto che si parla di fuga di cervelli, ho solo voluto specificare che non si tratta solo laureati che vanno a cercare lavori per laureati, ma anche laureati che vanno all'etero per fare qualsiasi lavoro.
@@thomasmerlin4990 non riesco davvero a seguirti. il fallimento di una azienda cosa c'entra con lo smettere di fare l'Ingegnere e iniziare a fare l'operaio? Dove mi hai visto dire che 'avere una laurea è garanzia di conoscenza dell'inglese'? Non servono soldi per imparare le lingue, può accelerare il processo ma non è un prerequisito.
Bellissimo video Maurizio! Riguardo il cambio carriera, hai mai avuto modo di passare da un'azienda già stabile da anni (anche SpA), ad una srl più giovane, ma con elevate prospettive di crescita (supportate da uno storico già molto positivo)? Cosa ne pensi in prospettiva di diventare nel lungo termine uno startupper? Non c'è il rischio di un "passo indietro" rispetto alla grande azienda? Grazie mille :)
Ciao, personalmente preferisco le grandi aziende per il mio modo di lavorare. Il tuo stipendio non è affatto direttamente legato alle performance aziendali nelle piccole aziende, triplicano il fatturato, non il tuo stipendio. Puntare ad un'azienda perché sta crescendo è come stock picking. Se diventare startupper fa parte della tua strategia di carriera va bene. Statisticamente un suicidio, sia chiaro. Farlo perché sui social sembra figo no. Multinazionale -> piccola azienda -> startup che obiettivi permetterebbe di raggiungere?
@@MaurizioParenzan Grazie mille della risposta :) Sicuramente, avendo iniziato da pochissimo (un anno e mezzo) la mia carriera, ho ancora strada da fare per cominciare a costruire un primo piano di carriera (e lo spunto mi è nato grazie ai tuoi video, quindi grazie di nuovo ❤). La mia idea era quella di poter entrare in dinamiche più simili a quelle di una azienda che vuole/deve crescere (come le startup appunto). Come aziende più piccole intendevo una alla Bending Spoons per intenderci. Per il punto delle startup, purtroppo so di quella percentuale (ca 96%) di aziende che non riescono a fare il passaggio verso lo status di PMI 🥲
Ciao Maurizio, ti ho conosciuto grazie al video di mr Rip e devo dire che il tuo canale è stata una vera sopresa, ho una piccola domanda da farti, io adesso sono un tester, prima di questo lavoro facevo il cameriere, non ho lauree e "mastico" l'inglese, fortunatamente non ho a che fare con clienti esteri, secondo te, posso fare carriera anche senza una laurea e puntando solo sull'esperienza che sto facendo in quest'azienda ? grazie mille
ciao, domanda davvero ampia. dipende da come lavori e quanto ti impegni nei prossimi anni. da cosa impari, tipo di azienda ruolo, geografia priorità ecc. Dipende dalla TUA definizione di fare carriera e quanto hai voglia di lavorarci su. molti ruoli ti saranno preclusi e sarà in salita. cerca di contattare chi ha fatto quello che vuoi fare tu
Sono d'accordo che purtroppo almeno in Italia per guadagnare di più si è più o meno obbligati a diventare manager. Non sono d'accordo che questa debba essere considerata la naturale evoluzione della carriera, perché "se no che palle". Se si prendono ad esempio altre professioni, come il medico o l' insegnante o molte altre, non è così. Per un medico che diventa dirigente di ospedale o di clinica, diventando di fatto un manager, ce ne sono molti di più che continuano a fare il medico per tutta la vita, magari a livello sempre più alto, prendendo ulteriori specializzazioni. Questo perché probabilmente vogliono occuparsi di medicina, e non di gestione di budget e risorse. Non si capisce perché questo debba essere diverso per gli ingegneri. Sul fatto che in Italia probabilmente non ci sia bisogno di ingegneri molto specializzati sono ahimè d'accordo.
ciao Giovanni, pienamente d'accordo sul fatto che fare carriera non vuol dire soltanto salire di livello 'gerarchico'. Infatti insisto sempre sul fatto che ognuno deve trovare la SUA definizione di carriera di successo, in base a valori e priorità. Personalmente non sono attratto dall'idea di occuparmi per 20 anni delle stese cose, così come molti non sono attratti dall'idea di crescere in altri settori. Siamo allineati sul poter fare la stessa cosa, o cose diverse, ma a livello sempre più alto: quello è un modo di crescere. C'è anche chi trova rassicurante fare le stesse cose per decenni, buon per loro.
@@pietrovie se sei in un settore giusto, STEM, passa il tempo su Linkedin, individua grandi aziende, studia l'inglese a manetta, e entra in qualsiasi area che trovi interessante. non devi fare la scelta perfetta all'inizio, la differenza la farà come lavori negli anni successivi. consiglio fortemente inglese ed esperienza estera. Ma studia le aziende, cosa fanno, come sono organizzate
@@MaurizioParenzan colgo la palla al balzo di essere riuscito ad entrare in contatto con lei per farle una richiesta che penso le farà piacere, dove posso contattarla?
Dipende dall'azienda, a volte viene denominato "principal engineer", il nome è sempre indicativo a grandi linee, l'importante è la descrizione di quali attività svolgi e come.
Ciao Maurizio! Mi piacerebbe intavolare una discussione con te e la community su quelli che possono essere eventuali "strade alternative". Mi spiego meglio. Se a qualcuno è capitato non solo di gestire aspetti tecnici di un progetto nel quotidiano, ma anche un piccolo team di sviluppatori e/o budget e si è reso conto che si trova più a suo agio nella parte tecnica, quali potrebbero essere le possibilità di crescita? (e con crescita intendo l'aspetto economico). Per come la immagino io, l'unica risposta plausibile è quella di puntare ad aziende che pagano molto anche per profili tecnici. Riuscite a vedere altre ipotetiche strade che magari a me sfuggono?
domanda interessante. Di base più sei nel core del business meglio è. Una alternativa che mi viene in mente è essere un tecnico commerciale in settori sale: il team di acquisizione contratti e commesse tipicamente ha dei tecnici molto capaci che hanno anche competenze commerciali, e nel team fanno le valutazioni tecniche spinte. Di base anche in ruoli tecnici puoi crescere e di molto, l'importante è sviluppare quelle altre competenze,
@@MaurizioParenzan Spunto interessante. Immagino tu ti riferisca ad una figura tipo "pre-sales". Effettivamente ricordo alcuni ex colleghi che avevano preso quella strada trovando anche una buona condizione economica. Trovo che la parte più difficile sia quel "riuscire a sviluppare quelle altre competenze" 😆
@@andrew_slash molto training on the job. Come la maggior parte dei ruoli si acquisiscono sul campo. Per me unire competenze tecniche e commerciali è molto stimolante.
@@MaurizioParenzan anche io trovo sia molto stimolante. Sebbene la parte tecnica mi appassioni molto, sono uno a cui piace avere una visione d’insieme nelle cose e, talvolta, restare solo sui tecnicismi può risultare un po’ alienante
ciao maurizio, quello che ti scrive è un ragazzo diplomato al liceo scienze umane che ha voglia di intraprendere la carriera da manager, nello specifico di fighter (per intenderci ali abdelaziz) tu che università mi consigli? grazie per i consigli preziosi che ci dai, che li reputo essenziali perché sono sia volti ad un futuro prosperoso di fare carriera e soprattutto con i piedi per terra, nessuno ci regala niente per fare carriera dobbiamo farci il mazz*!
ciao Luigi, grazie del feedback. non so proprio che dirti, è un mondo che non conosco. cerca di studiare le biografie di chi fa il lavoro a cui punti. dove posso contribuire ci sono , dove non posso mi taccio. in bocca al lupo!
Grazie Maurizio per il video, reputi per chi ha una conoscenza intermedia dell'inglese, può essere utile l'assimil per il c1? Per perfezionare l'inglese e integrarlo con cambly ecc...
Si può essere i migliori nella esecuzione del proprio lavoro ed avere ottime performance, ma non basta. Quando si cresce di livello si inizia ad avere responsabilità su altre persone. A quel punto serve leadership, e questo è più complicato: servono soft skills che non insegna nessuno e una certa predisposizione.
esatto. molti credono che la competenza tecnica sia l'unico requisito necessario e non si preoccupano di crescere professionalmente, aggiungendo soft skill. Sono quelli che poi si lamentano perché i 'meno capaci' fanno carriera
per il primo lavoro si è molto più 'appiattiti' come storytelling essendo ancora ai blocchi di partenza. Per questo si deve compensare con tutti gli altri tasselli: preparazione prima delle selezioni, competenze linguistiche, preparazione alle domande standard, chiarezza di obiettivi e nello specifico conoscere per bene il business in cui possiamo entrare.
Io l'unica volta che ho utilizzato l intelligenza artificiale l'ho fatto per cercare lavoro e guarda caso non è riuscita a trovarmi lavoro forse è più capace a dire le minchiate