«La Linea della Memoria» è il canale del Museo della Battaglia di Vittorio Veneto. Al museo è annesso il «Memoriale dei Cavalieri di Vittorio Veneto». Questo canale è uno spazio dedicato agli appassionati di storia in generale e a quelli di storia militare in particolare. Si rivolge però ma anche a quanti amano sentir raccontare le «le storie della storia»...
Per mio nonno Francesco Allegri, detto Cichin, reduce della prima guerra mondiale, un ricordo affettuoso e un riconoscente. Ricordo ancora le storie delle sue disavventure: la paura, il freddo e soprattutto...la fame. Piangeva ancora per aver rubato tutta una polenta lasciata incustodita su una tavola "l'unica volta che ho rubato in vita mia, per la gran fame". Dopo decenni ancora gli rimordeva la coscienza. Pover'uomo!
Grazie per il tuo ricordo storico, temo però che ci si sia dimenticati del nome più grande fra questi scrittori: Hemingway Egli non solo scrisse di noi, ma con noi prese anche le armi - venendo decorato di medaglia al valore
Non ce ne siamo dimenticati... Non è stato inserito perchè NON È inglese. Il video rigiarda solo gli autori inglesi. Cordiali saluti dallo staff del museo.
ONORE a tutti quei ragazzi che fecero grande l'Italia, INFAMIA agli attuali squallidi squali che la svendono e l'hanno svenduta alla finanza e alle élite globaliste. Politici ed economisti inclusi.
Mio nonno dalla Sicilia è andato a combattere sul fronte italo austriaco. Classe 1892. Ferito alla spalla suo compagno invece è stato colpito ed è morto.
La Grecia stava favorendo gli inglesi, ecco il perché dell'attacco.... E senza le armi fornite dagli inglesi stessi in Grecia si vinceva tranquillamente
Perfida Albione, assolutamente meritato epiteto per il governo (UK) più ipocrita e viscido del globo. C'è da dire che per i loro (falliti) sogni di gloria si son giocati l'Impero Britannico!
Non si ceda all'orgoglio nel sentire narrare in termini lusinghieri la grande guerra europea sul fronte italiano da parte di questi famosi scrittori inglesi, c'è solo da ridimensionare il loro valore storico, essendosi piegati alla propaganda dell'epoca. L'unico scritto coevo che propagando è questo, redatto al tempo dei fatti da Hugo Ball: -"(...)Tentano di rendere possibile l'impossibile, di far passare il disprezzo dell'umanità, lo sfruttamento dell'anima e del corpo della gente, tutta questa civile strage come un trionfo dell'Intelligenza europea. Non ci convinceranno a mangiare il pasticcio putrefatto di carne umana che ci offrono". Senza nulla togliere alle ricerche di questa fonte ovviamente, che ho constatato essere sempre storicamente rigorose, e anche questa volta sostanzialmente imparziali.
Non conoscevo questo lato degli scrittori inglesi che commentavano l'EROISMO DEI NOSTRI BISNONNI, (IO HO 67 ANNI E PER QUESTO li chiamo bisnonni ,anche se un mio nonno era un ragazzo del 99 ,e per aggiunta a partecipato alla campagna di Russia, e un altro di cui porto orgogliosamente il nome, è partito per la campagna in Nord Africa volontario ma non come fascista ma per mantenere la sua famiglia di 5 figli con il REGIO ESERCITO, DOVE SONO QUESTI UOMINI OGGI ,COSA FAREBBERO PER I LORO FIGLI, ?SCUSATE SE SONO DURO MA SI È PERSO IL SENSO DELLA FAMIGLIA DELL'ONORE E DELLA APPARTENENZA NAZIONALE , IN TRE PAROLE " CODARDI CANNAROLI ,E SEGAIOLI SCUSSTE LO SFOGO ,CHE DIO VI PROTEGGA 😢
Interessante. Esiste una documentazione riguardante l'uso degli animali nella Prima Guerra Mondiale? In particolare mi interesserebbero i rapporti militari sull'uso del Mastino Abruzzese.
Viva l'Italia, viva la Repubblica, viva Mazzini (cit. Carla Gravina). Grazie Resistenza, grazie Stati Uniti, grazie Regno Unito, grazie Canada .. l'abbiamo scansata alla grande. ru-vid.com/video/%D0%B2%D0%B8%D0%B4%D0%B5%D0%BE-YsMYEbsnZ84.html
Non ho capito però una cosa di base. Perché doveva importare qualcosa gli inglesi di quello che facevano gli italiani nella prima guerra mondiale? Va bene eravamo alleati, ma non capisco perché ci doveva essere questo interesse di fondo.
Sono il nipote di un soldato che al momento di essere congedato fu trattenuto e si fece tutta la Prima Guerra Mondiale, prima da cannoniere, poi da fante. Al momento di essere congedato fu ancora trattenuto per un altro periodo. Fu ferito tre volte, ebbe i piedi congelati. Parlava con sofferenza di quegli anni. Durante il Ventennio il suo rifugio fu il "Circolo degli ex combattenti e reduci". Ho fatto in tempo a conoscerlo ed averne un ricordo vivo, grazie alle chiacchierate che nonno e nipote si sono fatti. Gli ultimi anni della sua vita, quando era malato, sono stato il suo bastone sinistro, proprio in senso letterale, perché per camminare si appoggiava a me. Sradicato dall'Italia profonda in giovane età, imparò il tedesco, che parlava più scioltamente dell'italiano. Non odiava affatto gli austriaci, che per lui erano i tedeschi. Riteneva suoi pari sventurati, costretti a combattere una guerra che non capiva. Odiava su tutti "quella cosa corta" che si rifiutava di chiamare per nome, al qual solo riservava i peggiori epiteti. Il suo più grande cruccio fu quello di non essere riuscito, insieme ai compagni, ad accoppare quel figlio ... #%$£?? in visita al fronte, dirottato all'ultimo momento. Quando catturava gli austro-tedeschi li trattava umanamente, senza infierire su di loro, e coi quali spessissimo scopriva di avere gli stessi ideali. Più di ogni cosa gli bruciava sentirsi ripetere dagli austriaci "italiani traditori, vi siete venduti al nemico per una zolla di terreno in più". E come non dargli ragione! Chiamò Vittorio, in disonore a "quella cosa corta" un suo gattone grigio, perché non aveva l'asino, altrimenti un asino sarebbe stato chiamato come il re (ablativo di res). Per lungo tempo, ad anni alterni e in pace, sul versante austriaco e su quello italiano, si è ricordata la Grande Guerra. Pochi anni fa, in un museo inglese, ho scoperto che la WWI fu combattuta da inglesi e francesi, mentre nell'Italia nordorientale ci fu un fronte di combattimento dove combattettero inglesi e francesi. Degli Italiani in armi si sono dimenticati a quelle latitudini. Fu una guerra sbagliata. Non era la nostra guerra. Pessimo affare. Il Ministro Sangiuliano sapeva il fatto suo. Dopo arrivarono dei figli di ?$%£%"%$&£%/ che per interessi non nazionali precipitarono l'Italia in guerra. L'Austria ritrosa e superba ci mise del suo, così come l'azione diplomatica non abbastanza energica della Germania sull'Austria nel fare concessioni. Aver sconquassato l'Impero Austro Ungarico nei Balcani è stato un errore, che paghiamo ancora oggi. Fu una vittoria amara. Nella Conferenza di Versailles l'Italia, in piena sudditanza psicologica, fu trattata con lo sprezzo riservato ai traditori. Ebbe meno di quel che fu promesso, per altro delle terre altrui. L'entrata nella Prima Guerra Mondiale fu decisa dalla "cosa corta" e da qualche suo altro sodale. Il copione si ripeté pure nella Seconda. In negativo, quella "cosa corta" è stato il politico più importante del Novecento italiano. Non voglio aggiungere altro, se non il grido di un paio di parole: STANDARD OIL!
Seconda guerra mondiale, mio padre da Milano sfollato a Como. Correndo lungo rotaie di un treno con un ragazzo , i due vengono mitragliati da un piccolo aereo inglese a mo' di divertimento ma riescono e scappare. Queste storie gli eroici giornalisti non ve le raccontano. L' unico a ricordare le nefandezze degli alleati é il grande Dottor Mozzi. In ogni sua puntata ricorda una strage dimenticata dall' infamia della storia che eleva a pseudoeroi i servi di oggi come di ieri.
Grazie per aver ricordato ancora una volta l'eroismo degli alpini sulle vette dell'arco alpino durante la 1^ guerra mondiale. Credete che quei 4 grandi scrittori britannici abbiano convinto i connazionali dell'eroismo ed audacia dei soldati italiani ? Io credo soltanto in una minima parte dell'opinione pubblica britannica. Infatti, poi si sono visti a Versailles che hanno ritirato il braccino e si sono rimangiati il patto di Londra sottoscritto ne 1915.
Bel video. Il mio pensiero va al soldato Rocco Rosafio deceduto sul Carso il 3 giugno 1917. Fratello di mio nonno, in famiglia si narra che fu un ragazzo intelligentissimo e per l’epoca colto, considerato che era figlio di contadini e che il mio bisnonno era violento ed autoritario, un padre-padrone insomma. Che Riposi in Pace, ovunque egli sia adesso...
Tutt'ora il fronte italiano, nella prima guerra mondiale, è considerato secondario da inglesi, francesi e americani. Forse Caporetto è l'unica battaglia che conoscono. È grande "merito" di Cadorna il discredito a carico del soldato italiano che circola ancora all'estero. Dopo Caporetto il generale emanò un bollettino nel quale era scritto che la sconfitta di Caporetto era colpa dellà vile ritirata senza combattere di ralcuni reparti. Il governo modificò il bollettino, ma all' estero arrivò per prima la versione di Cadorna. La seconda guerra mondiale non migliorò il giudizio nei nostri confronti.
Ciao, grazie, bella analisi. Sebbene si possa invocare la sfortuna e la differenza di risorse, ritorna il tema del pressappochismo e dell’arretratezza professionale, le cui cause profonde allignano nella modestia della borghesia italica (per usare un eufemismo). Purtroppo Caporetto non ne è il solo esempio. É giusto ricordare e riflettere.
Ciao, sono stato a Fossalta di Piave e li in centro c'è una foto di Ernest Hemingway vicino al campanile distrutto nel paese, può essere un evento correlato anche se americano?
Hemingway si trovava in Italia come volontario della Croce Rossa Americana e non come scrittore o giornalista. Il suo ruolo era dunque diverso. Un cordiale saluto da tutto lo staff del Museo.
Hemingway a Fossalta fu ferito dallo scoppio di uno shrapnel austriaco mentre soccorreva un caduto sotto il fuoco nemico. Fu operato urgentemente sul campo e gli asportarono da una gamba le schegge più grandi. Poi fu trasportato nelle retrovie e lo ricoverarono a Milano dove fu rioperato e passò 3 mesi di degenza in ospedale. Quando scrisse che ti accorgi che riesci a dominare la paura se ti accorgi che riesci a sputare in terra parlava della lezione di Fossalta.
Tre quarti (3/4) del Fronte italiano era in montagna. Gli Alpini numericamente corrispondevano al 5% dell'intero Esercito Italiano, ciò significa che la stragrande maggioranza dei soldati italiani che ha combattuto in montagna non erano Alpini. Se poi gli scrittori britannici si sono voluti occupare unicamente dei reparti alpini perché affascinavano maggiormente i lettori è un discorso diverso. È in questo modo che nascono i "miti" a discapito della buona ricostruzione storica degli eventi bellici .
Chi ha detto che gli scrittori britannici si son voluti occupare unicamente dei reparti alpini ? Per la verità il Sig. Gambarotto all'inizio dice che gli scrittori britannici volendo occuparsi del fronte italiano " finiscono così tra le trincee del Carso o le cime dell'Adamello " quindi tutti e 2 i fronti, anche se ha raccontato solo di Wells e Kipling tra le truppe alpine.
Che poi il mito degli alpini, oltre per questi uomini straordinari, è nato e confermato dai loro figli nella ritirata di Russia . Vorrei vedere gli alpini e le alpine di oggi a sopportare tanto.
Come sempre al top.. complimenti anche a chi tradusse dall'inglese.. bravissimi e mi piacerebbe visitare museo ma distante ( sono piemontese) e guidare al giorno d' oggi( dico cretinata) e' altra " guerra..
Questa è la serie di video sull'argomento più bella!!! Solo una microscopica nota...Engels non "avrebbe scritto..." Aveva GIÀ scritto il Manifesto nel 1848. Grazie per questi bellissimi video
In Memoria del mio Bisnonno Paterno, ragazzo dell'81 e padre di famiglia di 4 figli...disperso di guerra nel 1917!...Non tornò più a casa...Ferraris Giovanni fu Giuseppe. Per altro la moglie morì di Spagnola e dunque mio nonno e i suoi fratelli furono cresciuti dai nonni, rimanendo orfani....
