Il Museo deve la sua esistenza ad un uomo straordinario, Frederick Stibbert (1838-1906), di padre inglese e madre italiana, nato a Firenze ma educato in Inghilterra. Dedicò fin da giovane la sua attenzione alla collezione per la quale egli stesso creò, sul colle di Montughi, un museo. "Il mio museo", come egli lo chiamò, "che mi costa ingenti somme di denaro, tante cure e fatiche", aggiunge nel suo testamento. Alla sua morte egli lasciò il Museo alla città di Firenze. Il Museo è ora gestito da una Fondazione, istituita per volontà testamentaria di Stibbert stesso. Egli lasciò tutto il suo patrimonio museale in prima istanza alla Nazione Britannica, e in caso di rinuncia alla Città di Firenze che subentrò infatti al primo legatario. Gli obblighi, puntualmente assolti, erano di mantenere le collezioni nel luogo e negli ambienti per loro pensati e di aprire il Museo al pubblico per la conoscenza degli studiosi e l'educazione dei giovani.
Salve, è vero, l'acciaio veniva prodotto partendo principalmente da sabbie ferrose estratte dalle montagne per dilavamento. La qualità era molto variabile anche perchè la produzione era artigianale ma per le armi veniva utilizzato quello migliore. Detto ciò rileviamo differenze qualitative anche in base al periodo storico e al tipo di arma che veniva costruito.
Peccato che le già poche notizie sulla armatura non siano state integrate dalle notizie ben più importanti sul suo contenuto, cioè il corpo di Giovanni delle bande nere: altezza, peso presumibile, possibilmente anche ricostruzione dei lineamenti del viso sulla base del cranio. Si può sperare in una integrazione? Grazie
Comprendiamo perfettamente quello che intende, ma questo è soltanto un breve video di approfondimento su una delle opere conservate nel nostro museo. Un documentario esaustivo sulla figura di Giovanni dalle Bande Nere, oltre ad essere fuori dalla nostra portata, travalicherebbe l'obbiettivo del nostro canale RU-vid. Le poche notizie sull'armatura sono le poche che ci sono, purtroppo non esistono documenti che ne diano testimonianza ed è anche il motivo per cui è ancora dibattuta. Un saluto!
Il colpo efficace é sempre quello di punta. Per cui la spada europea (quindi anche la schiavona) vince senza dubbio contro la Katana. Peraltro la schiavona oltre al paramano é anche piú resistente della katana.
quante battaglie saranno state riflesse da codesta armatura e quanto sangue ne sarà stata cosparsa.GIOVANNI,uno dei migliori condottieri,strateghi e combattenti di tutti i tempi.penso di averlo già visto una decina di volte questo video(se non di più).poi,come ho già detto,sono stato tantissime volte al museo e tutte le volte è come la prima.
Comunque non si puo paragonare queste 2 spadevle una era fatta par l esercito semlice un altra era per la nobilta giapponese ,vanno confrontate con alre spade europee
che bello il museo del Conte Stibbert.la 1^ volta ci portarono in 3^/4^elementare e rimasi sbalordito.poi penso di esserci ritornato almeno 6/7volte da"privato"e 2 volte con mio figlio che aveva circa 7 anni.rcordo di esserci stato anche per la riapertura dell'ala giapponese se non sbaglio(ma forse si)penso che l'iniziativa si chiamasse samurai e petunie.quanto è bella la stanza con la formazione con i cavalieri in armatura a cavallo.un po' più inquietante la stanza da letto con il "quadro"dedicato alla madre.il laghetto con le sfingi e tutte le tonnellate di acciaio delle armi e armature.penso che sia(per me)il più bel museo di Firenze.😉👍🏿
L'autenticità non è mai stata messa in dubbio. Ma sarebbe interessante avere una conferma. Al momento però non sono previste indagini scientifiche su quest'opera.
Da piccolo abitavo molto vicino al museo, l'ho visitato decine di volte e lo ricordo con grande emozione! Il salone dei cavalieri e la sala giapponese le preferite in assoluto❤
Al tempo in cui visse Giovanni gli scudi come strumento di difesa in battaglia non si usavano più. Si trovano però quelli per giostre e tornei che solitamente erano decorati con gli stemmi di famiglia.
Pe runa disamina accurata dei tempi di Giovanni de' Medici potrebbe convenire leggere il volume su di lui edito da Silvana qualche anno fa, dove per altro si spiega che più che un corsaletto funebre, quello dello Stibebert è con ogni probabilità quello usato dal condottiero sul campo - quando su colpito- come si capisce anche dai documenti ritrovati a suo tempo. Il fatto che le scarselle lunghe non abbiano relazione adeguata col resto (tutto composto di pezzi di straordinaria qualità, per larga parte tedeschi -elmetto di Norimberga- e manopole - certo di Innsbruck) garantisce già della provenienza elitaria dell'apparecchio, per altro modificato con l'aggiunta di una lama alla gola che normalmente non si trova su elmetti di questo tipo, di cui si conoscono almeno 5 esemplari identici. Nell'inventario della armeria Medici, redatto al tempo del Granduca Ferdinando I, e allestita agli Uffizi nell'enfilade delle sale oggi a quadreria, risulatano ancora otto armature alla massimiliana, più o meno di questo tipo (altre parti sono state rintracciate di sicura provenienza Medici e sono state pubblicate). Una scheda anche si Instagram cfr.MARISCAL55
Bel video, grazie. Quello che a me stupisce è che ancora oggi l'essere umano continua a fare la guerra, la cosa più incivile e indecente che possa mai esistere.
Consiglio a tutti la visione, meglio se per più volte, del film "Il mestiere delle armi". È un capolavoro del maestro Olmi, fedele ricostruzione degli ultimi giorni del nostro grande condottiero. Un'opera minuziosa, dialoghi meravigliosi ed interpreti all'altezza. Da vedere anche il backstage per scoprire i segreti ed i luoghi della produzione di questa perla del cinema italiano.
caro MASSIMO.....poco ma sicuro.bellissimo,appassionante e soprattutto storicamente giusto.un po' di storia la mastico e,da appassionato,ho visto delle corbellerie anche in film molto blasonati che,per chi ne sa poco può andar bene ma non si può vedere un tigre col treno di rotolamento di un T 34(vero Ryan?)o tedeschi con la mimetica sbagliata o lanzichenecchi con divise svizzere(per chi non lo sapesse erano nemici giurati).
@@juandelosmortos7824 ottima risposta signor Juan. Olmi è un maestro dei particolari e non lascia niente al caso o all' approssimazione. Guardi il backstage di questo film. È interessantissimo. Stia bene.
@@massimodelsignore9012 grazie mille.soprattutto per l'educazione con cui mi ha risposto.dovrebbe essere la normalità ma purtroppo non lo è.mi metto subito in cerca del backstage.😉👍🏿
Salve, le lame delle schiavone erano solitamente in acciaio forgiato. Con una analisi metallografica si possono distinguere le stratificazioni del materiale ma essendo questo con un unico tenore di carbonio non si può parlare di acciaio damasco. Nel damasco si usano acciai a diverso tenore di carbonio ripiegati più volte.
@@museostibbert_fi Anche l’acciaio damascato è forgiato, altrimenti non gli si dà la forma. Se all’ esame metallografico si vedono stratificazioni allora il sospetto si damascatura sussiste. Un acciaio omogeneo temprato presenta una struttura mentensitica, più o meno rinvenuta che è tutt’altro che stratificata. In un acciaio da spada (C70-C80?) se si vede una stratificazione nel senso dell’allungamento è facile che si tratti di una microstruttura feritico-perlitica che non è certo una microstruttura di tempra.
C è un errore madornale nel racconto, in realta Giovanni de Medici non combatte' a fianco dell'imperatore Carlo V bensi contro, infatti i lanzichenecchi che lui tento di fermare erano propio le truppe del sudetto imperatore Carlo V
Nel 1521 Leone X si alleò con l'imperatore Carlo V contro Francesco I di Francia, per consentire agli Sforza di tornare padroni di Milano e per occupare le città perdute di Parma e Piacenza; Giovanni venne assoldato e posto sotto il comando di Prospero Colonna. Nel 1523 Giovanni venne nuovamente assoldato dagli imperiali. Sebbene non abbiano combattuto fianco a fianco tecnicamente erano alleati. Giovanni combatteva al soldo perciò cambiò fronte diverse volte durante la sua vita.
Bellissimo oggetto... ma è plausibile che un manufatto in bronzo non sia stato gravemente corroso da 1800 anni di deposizione in un ambiente umido fra terra ed acqua?
In tali condizioni gli oggetti in bronzo tendono a ricoprirsi di una patina che per la sua composizione riesce a proteggerli per tempi lunghissimi. Anche il nostro elmo presentava in origine uno strato verde di ossidi che fu sicuramente rimosso subito dopo il ritrovamento. All'interno la patina è tuttora presente.