Ciao Mauro, con polonaise e polacca si intende la stessa cosa (una è la denominazione francese, l'altra è in italiano), mentre la polka è una danza diversa, con altre origini
Se arrivi a un intervallo di decima come Do-Mi ottava successiva non mi sembra che hai una mano piccola. Sia io che il mio maestro che ha mani grandi con dita lunghe arriviamo alla stessa nota o al massimo al Fa e lui stiamo parlando del Maestro Mistheria pianista e tastierista virtuoso classico e rock che ha suonato con Anna Tatangelo, Vivaldi Metal Project e Bruce Dickinson. Credo che la natura ti abbia dotata abbastanza
ciao ti ho appena scoperto ma dove eri?...complimenti ..un pò veloce per un vecchietto ma splendido ..vorrà dire che ti rallento bravo bravo bravo...grazie
Puoi vedere il video al 75% della velocità se serve o vederlo daccapo! Non c'è nessuna dimostrazione di bravura in questo video, che tra l'altro è gratis. Un po' di gentilezza per Lisa che come divulgatrice sa il fatto suo 🙏🏻 😊 Giuseppe
Ciao Giuseppe complimenti per la spiegazione ma ho bisogno di una delucidazione cioè ho fatto un analisi sul brano di vasco rossi un senso e essendo in tonalità di sol maggiore non capisco come nella progressione della scala ci fosse un fa maggiore quindi la mia domanda è ! si possono inserire accordi che non appartengono a quella scala?
Sarei molto interessato a conoscere il suo parere sul libro di studi di Oscar Peterson cui sarei interessato io essendo il jazz da me preferito rispetto alla classica (ma ho anche l’album di Schumann). Può essere utile e didattico al pari?
Ciao! Il libro di Peterson è molto valido, però nel jazz la questione è leggermente diversa perché è un genere dove l'improvvisazione è centrale sia nell'esposizione del tema che negli assoli e l'accompagnamento. Gli studi di Peterson sono ottimi per cominciare a suonare "in quel modo", capire il ritmo, lo swing, le variazioni tematiche e le posizioni più comuni nel jazz. Se sei alle prime armi va benissimo e puoi esplorarlo per un bel po'. Nel frattempo però ti suggerisco di iniziare già l'iter dello studio di scale, accordi e voicing e, perché no, iniziare già ad approcciarti all'improvvisazione.
@@PianoSegreto Ho studiato per tanti anni piano da bambino adolescente poi ho abbracciato la chirurgia. Ora ho deciso di riprendere e sono un bel po arrugginito. Nessuna velleità astrusa se non quella di riprendere e migliorare Scale e arpeggi li studio regolarmente. Non so cosa sia il voicing con esattezza Ho rifatto tutto il Beyer e diversi esercizi di Mikrokosmos più qualche brano giusto per abbattere la ripetitività. Gli esercizi di Peterson sono attraenti e difficili. Magari inizio anche Schumann. Ma che fatica.
Ciao Giuseppe, Freddy, 😅 io sono il classico pianista dilettante che da 40 anni in modo totalmente discontinuo cerca di suonare il pianoforte. Purtroppo faccio continuamente "errori di sbaglio" e ad oggi pur ripetendo decine di volte ogni battuta, non sono MAI riuscito ad iniziare e finire un pezzo senza commettere almeno un errore. Addirittura, quando riesco a suonarlo bene e me ne accorgo mi sale l'ansia perchè mi aspetto di commettere l'errore che poi puntualmente arriva. Ma la mia donanda è questa. Se devo chiudere gli occhi e "vedere" i tasti che dovrò suonare, seguendo a memoria lo spartito, significa che OGNI brano bisognerà impararlo totalmente a memoria? Cioè, non ci sarà mai un pezzo che potrò suonare con lo spartito davanti senza sbagliare? Come funziona questa cosa? Grazie.
Ciao Max! ;-) Capisco benissimo il tuo quesito e la frustrazione che ne deriva. Purtroppo dovrò essere un po' "duro" e dirti la verità. I musicisti classici hanno un percorso alle spalle notevole, immagina 10/12 anni di studio continuo della lettura musicale e "suonare a prima vista" dal primo brano per bambini andando progressivamente verso pezzi sempre più complessi fino a quelli "illeggibili" a prima vista per chi non ha fatto lo stesso percorso. Per loro diventa come leggere un giornale, certo magari alcune frasi e passaggi potrebbero non essere chiari e necessitare di studio e memorizzazione di cose come la diteggiatura, le dinamiche e allenare la parte puramente tecnica. Poi però possono seguire tranquillamente lo spartito senza perdersi o rischiare grossi strafalcioni. Questo per chi studia in modo discontinuo è molto molto difficile da raggiungere e da un certo punto di vista è quasi sconveniente averlo come obiettivo perché richiederebbe un percorso lungo e progressivo che da soli è difficile da avere. Naturalmente dipende dalla complessità del brano, per esempio alcuni pezzi semplici potresti riuscire a suonarli senza andare a memoria e senza fare errori. Suono da 20 anni eppure quando voglio esercitarmi con il suonare a prima vista anche io mi trovo costretto a prendere brani davvero molto molto semplici per evitare di sbagliare. Per quanto riguarda invece riuscire a suonare brani uno scalino sopra le nostre abilità senza fare un errore invece le soluzioni sono molte. Sono proprio i momenti in cui ti sale l'ansia, credimi, che necessitano di uno studio selettivo e ripetuto. Il tutto naturalmente senza sbagliare e per farlo ci sono molte tecniche: suonare lentissimamente, suonare con gli incrementi (esempio: 3 note, poi 4, poi 5 ecc quindi aggiungi una nota ad ogni ripetizione), visualizzazione mentale delle note e soprattutto molta pazienza nell'evitare quell'errore il più possibile. Isola bene ogni sezione compromessa, ogni singolo passaggio e cerca di capire la natura dell'errore. Si tratta del ritmo? Della sequenza di note o diteggiatura? O magari una sola delle due mani rallenta l'altra e manda tutto "in vacca" quindi hai bisogno di lavorare con una sola mano. Pensa di essere uno scultore e un po' alla volta lavorare di fino sui dettagli. Per evitare di incappare in questi errori, la cosa migliore è quando studi il brano la prima volta di non "memorizzarli" e per farlo bisogna suonare subito "giusto" quindi attento a quando studi il brano per la prima volta, evita errori e non pensare ingenuamente "vabbè lo correggerò" perché il cervello è str**zo e memorizza anche le cose che non vorresti se le ripeti abbastanza. Purtroppo il metodo di studio richiede davvero pagine e pagine di testo quindi mi fermo qui spero comunque di averti aiutato un pochino! A presto!
Come si chiama o definisce quando si allunga la durata della prima nota di un arpeggio per poi svilupparlo accelerandolo gradualmente? Spesso sento queste interpretazioni, spesso ad inizio frase, ma senza che ci siano indicazioni in partititura, c'è qualche modo per notare una interpretazione del genere? Qualcuno può aiutarmi? Grazie
Ciao, te lo chiedo qua dato che ne parli Vorresti condividere o creare una playlist dei brani al pianoforte di cui parli sempre che sono per te fonte di ispirazione; magari anche con qualche nome di autori In modo da ascoltare un po’ di buona musica per chi sta iniziando Grazieeeee
Ciao Lisa, i tuoi consigli mi hanno consentito di acquisire maggior sicurezza nei salti. Mi rimane però l' annoso problema delle mani: qundo sono secche sono troppo scivolose. Quando sono sudate le sento troppo pesanti. Cosa posso fare?😊 Grazie mille!
Questa lezione è abbastanza complicata, devo rivederla più volte. Da quello che ho capito la scala maggiore di DO è la classica scala ascendente che comprende un'ottava e che riguarda solo le note base senza alterazioni (quindi i tasti bianchi del pianoforte), quella di SOL si ricava da quella di DO e comprende anche un tasto nero (almeno questo è quello che si vede quando la suoni).
Quindi "SI diesis" corrisponde al DO, voi musicisti/insegnanti considerate sbagliato quando un alunno dice "si diesis"? Lo correggete ricordandogli di dire DO o accettate il Si diesis in quanto esistente?
Io sono tra quelli che non ha riconosciuto la canzone, questo piccolo test mi ha fatto capire l'importanza del ritmo. PS: mi ha fatto sorridere il cambio di voce improvviso tipo indemoniato :)
7 note principali e 5 variazioni, ho notato che il nome delle variazioni riprende la nota successiva escludendo il mi (il mi non è diesis). Continuo a guardare i tuoi video :)