In un certo senso, per la centralità e irriducibilità della coscienza, ma con la differenza che il fenomenologo non afferma che la coscienza produca il mondo che le appare, ma solo che non si dà alcunché senza coscienza. Non c'è un impegno né ad affermare né a negare la cosa in sé. Sì esercita l'epochè al riguardo
In queste materie è sempre molto difficile sapere davvero chi è stato il primo. Come in altri casi celebri, ad esempio l'invenzione del telefono, a volte rimangono nella storia coloro le cui teorie o scoperte hanno avuto più eco (in tedesco si direbbe: Wirkungsgeschichte, storia degli effetti o fortuna).
Ma quindi non c'era bisogno di aspettare Quine, già Heidegger aveva letteralmente disintegrato Husserl, o almeno l'idea che la fenomenologia potesse essere una base scientifica per la filosofia. Ma allora tutti quelli che ancora lo osannano nelle nostre università? Cosa mi sfugge? Grazie per una lezione davvero magistrale!
Grazie! Ho appena scoperto il canale, concordo coi complimenti degli altri che han commentato. Non sapevo delle critiche di Quine a Husserl (e mi domando perchè vengano ignorate dai suoi seguaci), comunque adesso mi sento in ottima compagnia :)
Non sono d'accordo. Non possiamo identificare il cristianesimo con il male (categoria peraltro usata qui con accento paradossalmente cristiano, come se si dicesse che è "Satana") o con il fanatismo che ha caratterizzato solo certi movimenti e momenti cristiani ed è comune ad altre religioni e anche a movimenti anticristiani come quelli sorti durante la rivoluzione francese. L'importante è non cadere nel fondamentalismo religioso, cioè in una pretesa interpretazione letterale dei testi ritenuti sacri, spesso falsa e contraddittoria
Filosofia e simbolo dell' obbedienza di massa stridono ineluttabilmente. 🙄 È evidente che la libertà e la coscienza siano all' epoca del video siano state lasciate a casa ! Come scrisse : Nietzsche : " L’individuo ha sempre dovuto lottare per non essere sopraffatto dalla tribù. Se lo provate, sarete spesso soli, ed a volte spaventati. Ma nessun prezzo è troppo alto da pagare per il privilegio di possedere se stessi. " Tristissime questa immagine che ancora si vede oggi .
Lei esclude che in piena libertà indossassi la mascherina chirurgica per proteggere me stesso e i miei studenti dal coronavirus in perfetta armonia con le disposizioni normative? Anche se la dottrina di Hegel sullo Spirito oggettivo - vada alla mia lezione introduttiva alla filosofia del diritto di Hegel ru-vid.com/video/%D0%B2%D0%B8%D0%B4%D0%B5%D0%BE-LvftEY4BosM.html e a quelle successive - non è così di moda come certe strizzatine d'occhio al coté anarchico, vi sono ottimi argomenti per conciliare la sfera soggettiva con quella giuridico-statuale, soprattutto in un Paese libero e democratico dove anche Lei, come vede, può esprimere il Suo punto di vista.
Senz'altro siamo diversi, anzi unici, ma il problema è conseguire la scienza di questa diversità, riuscire a sapere chi o che cosa siamo. Ora, non si può conoscere se non per universali o essenze. Ad esempio un bravo medico sa che a me si adatta questa medicina piuttosto che quest'altra perché ho una certa costituzione, poniamo "flemmatica" e non "sanguigna". Per poter sapere questo però deve conoscere la differenza tra due essenze o modelli di persona, il flemmatico e il sanguigno. Come diceva anche Goethe, individuum ineffabile.
Forse lei intende che alla maggiore quantità di vita, in senso cronologico, non corrisponde necessariamente una migliore qualità di vita. Tuttavia, grazie ai progressi della scienza medica indubbiamente la vita non è solo più lunga, ma anche meno dolorosa. Ciò che viene meno e la scienza nel suo sviluppo ha contribuito a erodere è forse il senso della vita stessa.
"Matematica" significa letteralmente "apprendimento", mentre "epistéme" significa "ciò che è stabile". L'intuizione di fondo è che ciò che si apprende non è costruito dal soggetto che apprende, ma, in ultima analisi, se è qualcosa, è qualcosa che sta per se stesso e sarebbe tale anche se non fosse conosciuto. Tuttavia, i Greci e Platone in particolare riconoscono che ciò che noi comunemente chiamiamo scienza, e che per loro corrisponde a ciò che essi chiamano "matematica", è un sapere soltanto ipotetico, cioè è qualcosa che si suppone che sia come appare alla mente, ma che non si è ancora dimostrato fino in fondo che è esattamente così come appare.
non così per aristotele ... per quello le cause non erano postulati buoni solo per salvare i fenomeni ... m.ru-vid.com/video/%D0%B2%D0%B8%D0%B4%D0%B5%D0%BE-3tOfXiwKrFo.html&pp=ygULbHVjaW8gcnVzc28%3D
@@glcpit7797 senza dubbio, Aristotele "tenta le essenze" per dirla con Galileo e pretende di trattare di epistéme non ipotetica. Non escludo che vi riesca, ma la questione è come dobbiamo intendere quello che scrive. Tocchiamo il delicato problema della scrittura e della sua ambiguità per la quale il rinvio d'obbligo è al Fedro di Platone
La questione del passaggio dal "micro" al "macro", come scrive Lei, è appunto il nodo più controverso, per sbrogliare il quale si propongono diverse interpretazioni, tra le quali quelle a cui accenno nel mio video. Non è chiaro in che senso Lei asserisca che l'effetto quantistico non riguardi l'uomo e l'universo...
@@mariorossi3973 La conseguenza è teorica. Nasce la domanda: che cosa impedisce la transizione degli effetti dal micro al macro? Le risposte a questa domanda sono quasi tutte spaesanti
@@mariorossi3973 perché ci fanno comprendere che abitiamo un universo diverso da quello che credevamo, in cui due oggetti distanti sono ancora uniti oppure nel quale l'osservazione determina la realtà osservata etc.
Grazie della solidarietà, Alessio. Contento dell'esito dell'esame di Stato? Comunque, non è necessario uccidersi per morire e prima o poi i dubbi a cui allude il nostro interlocutore saranno dissipati. Senza fretta, però 😉
Grazie prof Giacometti, io penso che oggi tutti i problemi personali si tendono a ridurre alla psicologia, invece forse è solo una questione di visioni del mondo. Utile credo questa niova iniziativa. Grazie
È vero che le cose dette sono banali, come è banale (principio noto universalmente) affermare ad esempio che la mia libertà finisce dove comincia la tua. Ma la cosa difficile è mettere in pratica i precetti banali (perché veri e universali). Ricordarli, come un mantra (p.e. dicendo "Ricordati che devi morire"), è una tecnica della tradizione filosofica antica per coadiuvare l'implementazione della teoria
Professore è difficilissimo. Lei dovrebbe parlare più lentamente, pero'. È terribilmente complicato seguirla su un argomento del genere se espone così velocemente. Più veloce della luce.....
Grazie. È la prima volta che capisco di che cosa intendeva Husserl. Le garantisco che l'ho studiato, ho ascoltato lezioni su lezioni, spiegazioni su spiegazioni (persino il dono dei vincoli della Monticelli non è chiaro) e questa volta, con lei, finalmente ho capito. Finalmente, grazie di cuore
Ha ragionissima. Consideri però che questi short e quelli che seguiranno vogliono essere come mattoni di un edificio complesso. Le basi devono essere semplici e chiare se si vuole procedere in sicurezza. Abbia pazienza e fiducia
La consulenza filosofica non muove da un'antropologia precostituita come altre discipline, non "pensa" cioè il soggetto in termini husserliani-heideggeriani come la daseinsanalyse à la Binswanger, ad esempio, ma indaga insieme all'ospite la sua stessa identità e può ridiscutere anche i propri presupposti
Buon giorno professore. Non sono uno studioso del tema da lei trattato ma solo un persona curiosa. La mia curiosità e questa: come é avvenuto il passaggio di molti concetti principi e idee dalla filosofia neoplatonica e aristotelica da cui ha abbondantemente attinto la teologia cristiana alla rielaborazione in senso spiritualista trasformandola in rivelazione di Dio?
Grazie del quesito. In realtà non c'è stata una rielaborazione di concetti teologici classici fino a farli risultare rivelati da Dio. Il movimento è stato forse opposto: c'è stata una rivelazione divina, per chi crede, testimoniata nella Bibbia ebraica prima e poi nei Vangeli, che poi è stata interpretata ricorrendo a concetti teologici e filosofici greci. È anche vero che alcuni testi cosiddetti sacri, come gli ultimi testi della Bibbia ebraica e alcuni vangeli, presentano già tracce di influenze greche.
Grazie Professore, grazie per la chiarezza, io ho sentito e letto cercando di capire cosa fosse questa fenomenologia, questa grande scoperta di Husserl, ma lei, a differenza di altri, la illustra con esempi che a mio giudizio fanno capire bene cosa siano questi vissuti e la loro importanza nel metodo fenomenologico. Grazie
@@giorgiogiacometti capisco ma lei cedeva alla libertá personale e alla libertà di pensare con la propria testa ! E sostenendo e rafforzando oltretutto gli ordini del sistema che tra l' altro continua imperterrito grazie anche al silenzio di tanti intellettuali e filosofi sempre più astratti e distanti dal fatti del mondo come noto da tanta filosofia che nom pone una analisi critica forte e coraggiosa alle manipolazioni della nuova tecnocrazia mondialista e finanziaria . Almeno potrebbe scrivere in descrizione i motivi del suo cedimento . Io non ho ceduto e ho pagato e combsttuti parecchio con autorità , colleghi , e cittadini diventati agenti del sistema .
@@giorgiogiacometti Gentilissimo si dice ..."stavo solo seguendo degli ordini " , e lo si dice srmpre per coprirsi dalla paura della libertà , dalla coraggiosa ribellione e rischi discriminativi del sistema . Poi almeno evitasse di proporre i suoi " cedimenti personale " in video che avvallano solo tristissimi conformismi non degni di chi voglia insegnare filosofia.
@@federicoTM Si studi l'Apologia di Socrate e il Critone e si chieda come un filosofo, che voglia avere la schiena dritta, debba porsi nei confronti dello Stato prima di parlare di ribellione, sistema, conformismo-
@@giorgiogiacometti Si studi la differenza tra gli spiriti bassi e gli spiriti alti spiegata da Nietzsche. E si domandi in che categoria si sia e si stia mettendo Ancora adesso non si vergogna neanche un pò di come si sia abbassato ? E stia lasciando ancora questo video ridicolo in circolo ? Ancora oggi . ! Al tempo di Socrate e Platone lo stato funzionava solo grazie agli schiavi ...ecco perchè certe strutture e ordini e leggi sono state denunciate e demolite dalle rivoluzioni culturali e filosofiche dagli anni 50 in poi .
Ma che dice? Paragona le api senza ragione agli esseri umani? Allora i contestatori so o tutti intrisi di peccato di orgoglio? I neri, i sottoproletari alla fame della Francia o della Gran Bretagna ri okuzionaroa vivendo negli agi? Potrei fare ancora migliaia di esempi .Ma che dici fratello?
Non è come dice lei.Io se disubbidisco alla legge disubbidisco a quella maggioranza dei parlamentari che l' hanno approvata e che magari io non ho votato, non a tutti i rappresentanti.Ma,poi chi lo dice che io cittadini in genere li abbia votati?Oltre a ciò,lo sa lei che alcuni dei migliori scienziati che abbiamo nel mondo hanno detto che "quanto più una persona utilizza la mascherina tanto più si vede quanto è cretina"?Ma lei si rende conto che l' uomo deve respirare,che il respiro è fatto di due fasi: aspirazione e ispirazione ? Lei lo sa che il virus entra tranquillamente nella mascherina?lei lo sa che i medici che hanno curato milioni di malati covid sono stati perseguitati in tutto il mondo perché hanno violato i protocolli sulla" vigile attesa" e non cura?
Non le piacciono i minestroni alle verdure? Sono ottimi per purificare il corpo dall'eccesso di proteine. Porfirio scrisse al riguardo un "De abstinentia carnibus" che non ha perso di smalto dopo millenni
Esistono 4 equazioni filosofiche, perché la philo-sophia è una struttura, fatta da 2 cose, philo=amore e sophia=sapienza, e come tutte le strutture risponde alle leggi della logica ovvero della matematica; già, perché l'amore è un vettore matematico, perché ha intensità, direzione e verso... Le 4 equazioni si dimostrano a partire da questa importante considerazione.
La filo-sofia come ricerca della saggezza aiuta per definizione a essere più saggi, dunque a vivere meglio. Ciò che spesso accade e a me è accaduto frequentemente è che ciò che "si propone" come filosofia non consegua questo scopo. Ma in questi casi, se è vero che l'albero si giudica dai frutti, il marcio è nel manico. O, semplicemente, ciò che oggi chiamiamo filosofia ha assunto spesso significati e funzioni degnissimi, ma toto coelo diversi da quelli "etimologici". La filo-sofia di cui parlo in questo video è però l'originale, non la copia.
@@giorgiogiacometti a me risulta che il fine della filosofia sia tautologico. Certamente non è un saper vivere né un saper-pensare-la vita al fine di viverla meglio. Il discorso sui fini non regge a meno che non si voglia destituire la filosofia dal suo essere fine a sé stessa, costi quel che costi. Curiosità, ma lei che percorso di studi ha fatto?
Le cose non sono come sembrano. Non tutte le "filosofie" intendono se stesse come fini a se stesse, ma si pensano come utili alla vita (le filosofie ellenistiche, ad esempio, e in particolare l'epicureismo, il moderno pragmatismo etc.). Anche quando leggiamo in Aristotele che la filosofia è "libera" e non servile questo non va inteso in senso moderno, cioè come attività puramente intellettualistica. Alla luce della tradizione pitagorico-platonica, a cui in un certo modo anche Aristotele appartiene, in quanto discepolo di Platone (lo si vede soprattutto nei frammenti rimasti degli scritti giovanili tra cui il "Protrettico"), la ricerca dell sapienza è "fine a se stessa" sulla base di un'antropologia secondo la quale l'uomo è nato per conoscere, facendosi così simile a un dio. Si tratta comunque di una pratica che trasforma la vita. Se non è tale, non è vera filosofia, ma chiacchiera intellettualistica. Rinvio al mio Platone 2.0. La rinascita della filosofia come palestra di vita (dove può trovare anche piena soddisfazione al Suo quesito sulle mie formazione).
@@giorgiogiacometti domanda educata, paziente. Ecco, la sua domanda così fatta mi convince, o almeno mi porta a pensare, che con lei è una brava persona con cui varrebbe la pena di discutere. Buona giornata.
E l'idea della cattedra da dove nasce, se non dall'osservzione della cattedra e dall'astrazione da essa? L'idea del cavallo è un'astrazione dell'osservazione dei cavalli
Questo è un altro problema. Dove si trovano le idee? Nella mente, nel cervello, altrove? Come si generano? Intanto riconosciamo ogni "nuova" cattedra percepibile in quanto ne abbiamo l'idea. Può darsi, poi, che la "prima" idea di cattedra ci sia pervenuta dai sensi, ma la cosa non è così ovvia o banale. Infatti, con i sensi percepiamo colori, suoni, odori etc. Come "costruiamo" l'oggetto? Nella prospettiva empiristica vedremmo tante cose simili e, a un certo punto, per induzione/astrazione ricaveremmo la nozione di cattedra. Ma c'è da osservare che anche vedere tante "cose" presuppone che si riesca a "ritagliare" ciascuna cosa dal suo sfondo, cioè presuppone l'idea di "cosa" (altrimenti, di nuovo, avremmo solo colori, suoni etc.). Se diciamo che ricaviamo quest'idea di "cosa" dalle varie cose cadiamo in un circolo vizioso (come distingueremmo le cose come "varie cose" in assenza dell'idea?). Se ammettiamo di avere a priori almeno l'idea di cosa (e magari di numero, di punto etc.), perché non anche altre idee? Ammesso e non concesso che la decisione di chiamare "cattedra" una cosa derivi dal fatto di avere esperienza di tante cose simili ad essa perché dovremmo prendere una simile decisione? Perché non chiamarla cosa o magari "cosa rettangolare" etc.? Platone risponderebbe che ciò che consente di determinarne il nome è la funzione. Questa, però, è riconosciuta, di nuovo, perché abbiamo un'idea di ciò a cui serve una cattedra, ad esempio a insegnare. Dunque l'idea di cattedra implica l'idea di insegnamento. Ricaviamo empiricamente anche questa idea? Di nuovo: se dopo aver imparato tante cose decido che quello che è successo è che qualcuno me le ha insegnate da una cattedra, ciò che intuisco non può essere derivato dall'esperienza. Se, infatti, già la prima volta che imparo, capisco che qualcuno insegna, vuol dire che possiedo già l'idea dell'insegnare (dunque quest'idea non deriva dall'esperienza). Se non ce l'ho ancora, dopo l'ennesima volta che ho ripetuto la medesima esperienza, come potrebbe essere sorta questa idea? Non posso riconoscere qualcosa che non ho mai saputo che cosa fosse, non posso ricavare per induzione un'idea da fenomeni ai quali io non possa ancora dare il nome di quell'idea, perché non potrei riconoscere la loro pertinenza rispetto all'idea che ne dovrebbe scaturire. E questo vale per il bello, il giusto etc. Se riconosco che un volto è bello, non è perché ne ho visti altri belli, ma perché posso distinguere il bello, ho un gusto estetico, grazie al quale ho potuto anche in passato distinguere i volti belli da quelli che non lo erano, come un vedente, avendo gli occhi buoni, può vedere il rosso e un cieco no. Tutto questo non implica automaticamente che le idee esistano da qualche parte preconfezionate, nella nostra mente o nella mente di Dio. Tutto questo segnala un problema filosofico di non facile soluzione. .
Professore è sempre un incanto ascoltarla. Mi piace che lei delinea sempre un quadro storico del periodo in cui sono vissuti i filosofi, ed i vari personaggi intellettuali, arricchendoli con aneddoti, ironie e stimoli metafisici. Io parlerei con lei per ore, anche di spiritualità, di escatologia e di tutti quegli intimi ed imperscrutabili reconditi dell'animo dell'uomo, quelli che poi fanno di loro il bene o meno, agli occhi di Dio.
Un argomento così interessante ed importante non andrebbe trattato parlando così velocemente e mangiandosi le parole, il tutto peggiorato dalla R moscia lombarda. È faticosissimo seguirlo
@@giorgiogiacometti la ringrazio molto. Anche le risposte ai commenti un po critici denotano la sua onestà intellettuale ed apertura mentale. Allora sono incoraggiato a chiederle di inserire, se possibile, nel prossimo video sull'argomento la seguente domanda: " influssi della fisica sulla filosofia o influssi della filosofia sulla fisica?"....In fondo Berkeley viene molto prima di Heisemberg.....
Se l'intuito può non trovar riscontro nella realtà fisica e, la matematica può risultar sempre e comunque logica, a prescindere dalle regole che vengono date ad un determinato sistema, allora Cartesio trova credito, quando menziona il dubbio iperbolico.
@@giorgiogiacometti perchè viviamo in un mondo di sogni,un mondo dove ognuno si crea la propria realta e le proprie verità.non vale nemmeno la pena interromperli,perchè non si ottiene nessun risultato.La storia è quella è quella che dice quel signore è quella che ha sempre ascoltato ,quella con la quale è cresciuto. american rule
@@giorgiogiacometti Ho molta stima per l'Imperatore Costantino XI Paleologo, un uomo che andò fino in fondo coi propri ideali, mantenendo così fede a tutto quello che l'antico Impero Romano, in quel preciso momento, sebbene più greco, che latino e, seppur circoscritto alla sola capitale, era stato: storia, cultura e fede dell'intero occidente. Se ne andò da eroe, con onore e dignità, dando ultimo lustro all'antica storia di Roma. Costantino XI, un uomo meraviglioso che avrebbe meritato molto, molto di più. La Chiesa Ortodossa greca lo ha elevato a santo ed eroe della Grecia. Io, da cattolico, mi sarei aspettato che anche la Chiesa Romana avesse fatto la medesima cosa.
@@viridisquo Dopo lo scisma d'Oriente e la quarta crociata i rapporti tra cristiani cattolici e ortodossi sono diventati pessimi, nonostante gli sforzi di conciliazione quasi fuori tempo massimo del concilio di Ferrara. Niente di strano in questa reticenza su Costantino XI della Chiesa latina. Il primo vero gesto ecumenico sarebbe la riconciliazione tra le due Chiese più antiche che, francamente, nulla di sostanziale divide.
@@giorgiogiacometti Lo scisma d'oriente, altro fatto che ricordo con storico spiacere, quanto quella crociata del 1204, degna da anatema divino! Ritengo che ogni confessione religiosa cristiana, sia attualmente così frammentata nel suo interno (compresa quella cattolica) che se anche si levasse una voce sobria e lungimirante, da qualche parte, propugnando una riconciliazione tra orientali ed occidentali, si ritroverebbe a dover affrontare principalmente un ostruzionismo in seno alla sua stessa "casa." Oltretutto, considerando che adesso il patriarca di Costantinopoli, non ha più quell'autorità che deteneva secoli fa, quando riuniva a se, tutte le diocesi orientali e che l'attuale "pontefice" (se tal si può ancor definire!) non rappresenta più unanimemente l'intero mondo cattolico, mi sa che la riunificazione tra le due chiese, sia impensabile (deus ex machina eventuale). Per delle disquisizioni velleitarie in seno al cristianesimo, abbiamo perduto la Roma d'oriente e l'Anatolia non è più stata europea, nè cristiana.
I sofisti: il punto più basso toccato dall'antica filosofia. Ma com'è possibile, che certi personaggi, come Protagora, siano finiti nelle enciclopedie, assieme ad Aristotele, Platone, Pitagora, Ippocrate, Socrate ed altri? 👎
Mi sembra che nel video la risposta sia suggerita. La risposta di Platone e Aristotele ai sofisti fonda letteralmente l'idea stessa di "scienza", ma senza i sofisti, come "bersaglio polemico", forse quest'idea non sarebbe mai sorta. Sotto questo profilo essi stanno dalla parte di Parmenide e Eraclito: giganti nell'errore (frutto dell'esagerazione di un'intuizione intrinsecamente preziosa), quanto Platone e Aristotele sono stati giganti nel sapere.
@@giorgiogiacometti Platone ed Aristotele, sono insuperabili ed inimitabili da chiunque, ovunque e comunque. In loro, già ancor prima del verbo di Cristo, vi era quella sapienza e coerenza d'intelletto e di morale, di cui anche la Chiesa Cattolica, coi suoi Sant'Agostino e San Tommaso d'Aquino, se ne sarebbe appropriata nei secoli a venire. Aristotele superò perfino il suo mentore Platone, secondo me. Non mancarono anche in Platone ed Aristotele delle speculazioni filosofiche, ma il loro pensiero è precipuamente di conoscenza, di logica, di sillogismo, un pensiero matematico e dimostrativo nella loro retorica. Tutti quelli che vennero dopo questi due grandi intellettuali, non riuscirono ad eguagliarli, tanto meno a superarli, eccezione fatta (nel tentativo di avvicinamento) per Seneca, Ippocrate, Telesio e pochissimi altri davvero originali ed illuminanti. Dovremo attendere uomini come Pascal, Cartesio e Kant, per ritrovare argomentazioni nuovamente interessanti ed originali, a prescindere dalle tematiche affrontate, dalla fede o meno del lettore, o dal proprio retaggio culturale e morale. Dopo di questi, tutto mi risulta claudicante, approssimativo, asettico, prettamente materialista e non anelante ad alcuna redenzione. Nemmeno Hegel, con la sua "sintesi" sui processi storici, sebbene non manchi di una plausibile logica, la considero una grande opera.
@@viridisquo A parte l'enfasi sulla "personalizzazione" dello sviluppo filosofico come se fosse il parto di singoli pensatori e non il risultato di un dialogo tra menti che cresce su se stesso e ha nella propria evoluzione le proprie ragioni sono d'accordo. Tuttavia i sofisti come Parmenide ed Eraclito appartengono di diritto a questa Tradizione, non perché dicano cose giuste, ma perché individuano i giusti problemi da approfondire
min 2.16:devo correggere una vera inesattezza scientifica.la coscienza è,per certo,una attività seriale.(seppur differita).non è possibile elaborare concetti o percetti coscienti multipli contemporaneamente,al contrario dell'inconscio che svolge elaborazioni in parallelo. Per il resto la lascio alle sue ( e altrui) scoppiettanti considerazioni fantasy.i
Ma è senz'altro come ha detto Lei: la coscienza è seriale, mentre l'inconscio lavora anche in parallelo (come suggeriscono gli studi di Ignacio Matte Blanco). Non solo sono d'accordo, ma questa differenza è molto preziosa per intendere la specificità della coscienza e forse anche molto di più. La ringrazio di averla sottolineata. Le mie ulteriori considerazioni sono "filosofia" non "fantascienza" anche se è vero che molta fantascienza è filosofia sotto mentite spoglie.
@@dariomaino3715 che la coscienza potrebbe non esistere perché svolge una funzione biologica, cioè è utile all'organismo che ne è dotato, ma perché permette il collasso della funzione d'onda che consente agli universi possibili di diventare reali
@@giorgiogiacometti quindi la vita dopo la morte è negabile a priori? Qualsiasi teoria prendiamo non esistono teoria non fisicaliste? E che potrebbero avallare la reincarnazione? E dimostrare dio?