Da attore di fiction, Cosma Brussani è passato a essere la voce del Web: prima attraverso l’alter-ego Marcelo Que Belo, poi con il doppiaggio di alcuni video diventati virali. Interpretando così tanti personaggi, mischiando verità e finzione, diventando un’icona gay pur essendo eterosessuale, sui suoi profili social gli hanno scritto di tutto: gli hanno dato del pazzo, l’hanno definito bipolare - ma in realtà, come ha appena raccontato lui stesso nel libro “Voglio tornare a casa”, la diagnosi corretta riguarda un disturbo dissociativo dell’identità: «quel meccanismo del cervello che ti disancora dalla realtà in modo che le emozioni negative non possano penetrare». Guardarsi allo specchio senza riconoscersi, non riconoscere la propria via di casa, non riconoscere i volti degli amici - e poi lunghi periodi in preda all’ansia, senza potersi allontanare, appunto, da casa.
Ma «c’è la luce alla fine del tunnel», assicura Cosma nel Q&A di VD: «è un lavoro devastante, attraverso la terapia, di demolizione e costruzione della propria autostima».
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6 сен 2024
