Caro Prof. oggi ho sostenuto l'esame di storia della filosofia antica, ho preso 30 e non sarebbe stato possibile senza le sue lezioni. Le rinnovo con tutto il cuore il mio più profondo GRAZIE. Grazie per le spiegazioni, i contenuti, la passione e la sua trascinante capacità di far venir voglia di ragionare sulle "cose". Continuerò a stupire e a nutrire la mia meraviglia! Grazie, grazie, grazie!
Matteo Saudino - BarbaSophia Sono anch’io un’insegnante, FS per il disagio, con due meravigliosi figli DSA. Apprezzo moltissimo il suo modo di impostare le sue lezioni e la sua profonda cultura. Grazie.
Buonasera Professore, è davvero sorprendente la capacità che lei ha di spiegare anche i concetti più ostici della filosofia rendendoli semplici e comprensibili senza mai cadere nella banalità, nell'ovvietà. Lei ha una dote rara alimentata da una passione travolgente; la sua capacità oratoria è affascinante e coinvolgente. In questo caso è riuscito a spiegare l'Uno di Plotino con una semplicità e allo stesso tempo con una completezza tali da renderlo ''innocuo'' quando non lo è affatto. Ringraziarla per le sue lezioni è troppo poco. Pubblicando questi video e lasciandoli alla portata di tutti lei dimostra la sua grandezza etica, umana e professionale. Rinnovo la mia stima nei suoi confronti, per motli aspetti uno splendido Socrate dei nostri tempi. un caro saluto.
Grande Matteo Saudino, grande Plotino, magari avere avuto al liceo un prof cosi' trascinante, per fortuna ce l'ho adesso a 56 anni e mi e' tornata la voglia di pensare.
Grazie alle sue grandi doti mi sto innamorando della filosofia. Per quel che mi rigurda lei è il mio prof! Grazie mille! E quanti libri ho già comprato!
Complimenti professore. Bello l'intervento della ragazza sull'Islam e l'irrapresentabilità di Dio che appartiene anche all'Ebraismo per cui addirittura il nome di Dio è un tetragramma impronunciabile.
Bella spiegazione grazie, tuttavua il filone platonico/ neoplatonico non é il mio preferito perché trovo inconsistente la concezione delle idee preesistenti alle cose materiali. Se infatti tutte le idee fossero contenute nell'Uno e nell'Intelletto, allora le idee di computer, smartphone, navigatore ecc.. dovrebbero essere state contemporaneamente esistenti in tutti i tempi, ma i greci non hanno mai pensato agli smartphone e tentomeno li hanno fabbricati e noi oggi non abbiamo idee di oggetti che saranno creati in futuro. Poi la definizione della realtà ultima come un Uno é comunque una forma concettuale che lo limita, quindi non sarebbe oltre ogni definizione. Un koan Zen dice: tutto viene dall'Uno, da cosa deriva l'Uno?
Grande lezione su uno dei miei fioosofi preferiti!!...pensi che lo scorso anno per Natale mi sono regalato le Enneadi...prima o poi trovero' il coraggio di....affrontarle!
Tutto molto interessante, chiaro, puntuale e ben argomentato, le faccio i miei complimenti per il canale e per la sua capacità esplicativa. Ho solo una piccola nota, se mi è concesso, al riguardo della tipica caratteristica iconografica del Cristianesimo. Onestamente non credo che la si possa ridurre all'utile funzionale, come strumento semplicemente didascalico e a scopo illustrativo per le masse. Il concetto stesso di rappresentabilità, al contrario, è una caratteristica intrinseca della dialettica cristiana. Tralasciando il fatto che come caratteristica ha subito alterne fasi (dalla trattazione tipologica come segno e metafora dell'essere di Dio tipica del periodo paleocristiano alla rappresentabilità dello stesso tramite la forma sublimata dell'essere nella bellezza), ma bisogna rilevare che è nella stessa definizione di quanto è cristiano che la forma materiale può essere rivalutata come luogo della transustanziazione del divino. Cristo è l'immagine materiale di Dio, il Verbo proferito, il divelamento visibile di quel che resta come invisibile. La materia, come la lettera nella teologia paolina, uccide, ma questo non significa che non ci si possa riappropriare di una forma teleologica del corpo e del concetto stesso di visibilità come impronta materiale di un senso trascendente la materialità, ossia di un senso spirituale. Del resto il cristianesimo, a differenza delle altre religioni "rappresentative" (quasi sempre politeiste) ha sentito l'esigenza di distinguere il dominio della rappresentazione sacra da quello dell'idolatria. Non per niente il suo tratto più caratteristico è il simbolo della croce come compresenza delle tendenze teofatiche ed apofatiche, rappresentative e trascendenti, sensibili e concettuali.
Plotino come primo fondamento teorico del monoteismo, lui, avversatore delle idee rivoluzionarie cristiane. Passaggio cruciale. Saudino, quando non fa politica, tocca vette altissime.
Buongiorno Prof! Ho fatto l'informatico e non ho mai avuto modo di studiare la filosofia, ma è insieme a Storia la materia che più mi appassiona. E lei è meraviglioso a spiegare, un dono dell'Italia e non penso di star esagerando. Già che ci sono, nel caso dovesse leggere questo commento, le chiedo una domanda di conferma sul pensiero di Plotino: siccome più si va in alto nella "scala" degli enti, sensibili o intelleggibili, più si aquisisce "perfezione" mi sta dicendo che secondo Plotino il mondo delle idee (che NON sono l'ultimo step, visto che si fermano giusto nel gradino precedente all'ultimo, l'Uno) è imperfetto?
Grazie Prof, a me interessa questo tipo di pensiero e categorizzazioni per capire da dove i primi padri della Chiesa hanno attinto per elaborare l'idea del Dio onnipotente, trascendente, creatore di tutte le cose ecc.
Professor Saudino,a parte i complimenti che ovviamente merita, mi corregga se sbaglio. Nell'elencare il pensiero di Plotino,Lei sta spiegando la scala delle Sephiroth. Da Ein Sof, l'infinito,a Malchut,lo spaziotempo.
Grazie prof per la lezione magistrale. Mi è sorto un dubbio: se i versi biblici sostengono che l'uomo sia creato a immagine e somiglianza di Dio, perché lei afferma che il Dio cristiano sia amorfo?
Intanto grazie finalmente per aver affrontato Plotino, e grazie per aver sottolineato come Plotino e il suo allievo Porfirio fossero fortemente anticristiani, addirittura Porfirio scriverà Contra Cristianos di cui purtroppo ci sono rimasti solo pochi frammenti. Si può affermare con assoluta certezza che la bibbia non parla assolutamente di Dio inteso come Uno, ma di un individuo assimilabile alle divinità immortali del mondo antico, come Giove o Apollo per intenderci, la stessa Bibbia parla di una molteplicità di "Dei" come si può leggere nel Salmo 82. Questo individuo chiamato YHWH (Yavè per i cristiani e Yehowah per altri), verrà fatto diventare Dio unico metafisico, che non è assolutamente in quanto in carne ed ossa come si può leggere in più passaggi nella bibbia che si ha in casa, il tutto verrà fatto a tavolino iniziando con Filone D'Alessandria che sosterrà che il pentateuco andrà letto allegoricamente e non letteralmente, aprendo la strada ad uno sfrenato relativismo in cui verrà inserito di tutto e il contrario di tutto.
salve prof! innanzitutto grazie per le sue lezioni, ma volevo chiederle, se non sono troppo invadente, quanto guadagna un prof. di storia e filosofia al liceo con 18 ore? grazie
Non è definibile, lo si circoscrive per negazione continuando a sottrarrgli attributi. Lo stesso Plotino dice che anche il termine "uno" è improprio e viene utilizzato solo allo scopo di poter dire qualcosa su questo principio unitario che è però indefinibile, non ne si può fare esperienza sensoriale, non ne si può fare conoscenza razionale. L unico modo per raggiungerlo è l'estasi, dal greco "stare al di fuori", cioè quella condizione mistica in cui l'anima si libera momentaneamente della prigione corporea e gode del ricongiungimento con "l'uno". L'unica cosa che Plotino ci dice che può aiutarci a farci un'idea di questo "uno" è che sembrerebbe manifestarsi come una immensa luce, ovviamente non percepita con il visus ma con l'anima.
Il pensiero di Plotino è sì molto originale, ma perché si é sviluppato in Occidente, è originale rispetto alla filosofia occidentale.Mi permetto di farle notare che parecchi secoli prima la Bhagavadgītā pronunciava le medesime verità, potremmo allora ipotizzare che Plotino ne fosse venuto in contatto.Non è forse più logico pensare invece che la verità sia una e che l’uomo elevato spiritualmente, in qualsiasi luogo o circostanza sia nato, vi approdi? Inoltre per quanto riguarda Gesù volevo aprirle uno spunto di indagine: dei circa vent’anni della sua vita di cui i Vangeli non parlano molti maestri indiani sostengono che li abbia passati proprio in India. Se si guarda al pensiero e alle verità di Cristo, basandoci sui Vangeli non sulla dottrina cristiana, e si confrontano col sapere induista risultano pressoché identiche e per niente lontane dalla filosofia di Plotino. Mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensa a riguardo.
chiarisco meglio la domanda ( conosco la teoria della negatività dell'uno) l'uno se non è materia e non è pensiero ( l'idea di Platone o l'atto puro di Aristotele ) come lo possiamo definire , spero di esprimermi bene, grazie
Non è definibile, lo si circoscrive per negazione continuando a sottrarrgli attributi. Lo stesso Plotino dice che anche il termine "uno" è improprio e viene utilizzato solo allo scopo di poter dire qualcosa su questo principio unitario che è però indefinibile, non ne si può fare esperienza sensoriale, non ne si può fare conoscenza razionale. L unico modo per raggiungerlo è l'estasi, dal greco "stare al di fuori", cioè quella condizione mistica in cui l'anima si libera momentaneamente della prigione corporea e gode del ricongiungimento con "l'uno". L'unica cosa che Plotino ci dice che può aiutarci a farci un'idea di questo "uno" è che sembrerebbe manifestarsi come una immensa luce, ovviamente non percepita con il visus ma con l'anima.
Buonasera professore può postare un video dedicato a Filone di Alessandria mi serve urgentemente per l' interrogazione ,per favore la supplico ..voglio fare una bella figura davanti al prof come ho fatto sempre seguendo le tue meravigliose spiegazioni ❤❤
Complimenti Professore, le sue lezioni sono splendide. Unica osservazione: l'Induismo non è politeista. Credono in un unico Dio che può manifestarsi in molte forme. Molto simile nella struttura alla filosofia di Plotino.
Secondo alcuni, l'enorme assist al cristianesimo di Plotino si spiega con un tentativo di battere i cristiani al loro gioco, creare un massimo sistema che possa essere familiare e quindi attrarre gente in una società già parzialmente cristianizzata.
Mi permetto umilmente di ipotizzare che il grande Plotino sia giunto alla realizzazione personale dell'Uno attraverso la sospensione finale del pensiero, con il trascendere la mente. Tale processo è ciò che in Oriente da millenni vien chiamato meditazione.
Ritengo l'idea di caos-perfezione un'idea quantomeno strampalata. Se ci si ostina a filosofeggiare su un pelo per realizzare la realtà, pretendendo di ottenere la forma e la natura di un cane direi non si può che ottenere un'idea di realtà basata su ipotesi. Per partire da una base certa ci si dovrebbe chiedere: la mia natura per esistere nella perfezione, di cosa ha bisogno, di caos o di armonia?
ma ammettere che la verità sia "oltre" l'intelligibile non è ammettere anche la possibilità che essa non sia conoscibile? non è questa una posizione nichilista, che nega alla realtà percepita qualunque valore di verità?
Plotino ha preparato le basi filosofiche per lo sviluppo del cristianesimo. Tuttavia il dio dei Cristiani è lo stesso dio degli ebrei che esisteva già da migliaia di anni. Dunque gli ebrei non hanno mai sviluppato una loro filosofia? L’ebraismo non ha una propria base filosofica?
Certo che ce l'ha! La filosofia ebraica è molto complessa e non è per niente omogenea (ogni rabbino/ebreo ha un pensiero diverso). Le traduzioni principali che la spiegano sono quelle qabbalistiche e talmudiche (Torah orale), che hanno anche pensieri neoplatonici al loro interno. Poi vi sono altre sotto-correnti di pensiero come ad es. il chassidismo, la corrente mistica che ha origine da baal shem tov nel 1700. Il Dio degli ebrei non è lo stesso dei cristiani, sono due concetti abbastanza diversi. Gli aspetti più evidenti delle differenze sono queste: il Dio ebraico è sia buono che malvagio (a differenza del cristianesimo dove Dio è solamente buono e ha la controparte malvagia) , è sia immanente che trascendente (nel cristianesimo Dio è solamente trascendente), è inscindibile (nel cristianesimo c'è la Trinità), non si può rappresentare (nel cristianesimo sì), è inconoscibile e indefinibile etc etc.. Se si vuol far un paragone tra filosofi, il Dio dell'ebraismo è molto simile a quello di Giordano Bruno, il quale ha preso spunto anche egli dal pensiero neoplatonico ed è stato influenzato da correnti mistiche ebraiche.
@@deluigiroberto4744 Gli ebrei accettano solo il vecchio testamento ma non accettano i deuterocanonici, accettati invece dalla religione cattolica. La bibbia ebraica è chiamata Tanakh: Torah, scritti (ketuvim) e profeti (neviim). Il primo è il pentateuco, il più importante (genesi, esodo, levitico, numeri, Deuteronomio) e gli altri vengono considerati come libri che hanno il compito di spiegare la Torah rivelata da Moshe. Inoltre il metodo di lettura degli ebrei a riguardo del vecchio testamento differisce molto dal metodo utilizzato dai cristiani. Loro adoperano più una lettura letterale/metaforica, gli ebrei di significato. Nel senso che gli ebrei sostengono che la Torah contenga al suo interno, in ogni singolo versetto, insegnamenti di vita. La Torah per gli ebrei (almeno quelli contemporanei) spiega l'essere umano, e il rapporto che l'essere umano ha con Dio, non la divinità. Come accade invece per i cristiani con i Vangeli... Spero di essere stato chiaro.
NOUS si può definire come l'intelligenza/SPIRITO che conduce l' anima verso Lui, come dice Plotino in Enn. II, 9. Fornisce idee all Anima Universale che poi le riversa all' anima che è nel corpo.
@@cryinglightning2363 ti risponderei di sì, ma sinceramente non sono un conoscitore di Plotino così profondo...Per quanto ne so, ripeto, la tua mi sembra una valida descrizione sintetica
Caro prof, avrei voluto sentirla senza le varie interruzioni "poco intelligenti" che le sono state fatte (alcune sono state mediamente intelligenti, in minor parte). Inoltre la scelta di un linguaggio poco filosofico è sicuramente data dalle necessità contestuali. Vorrei sentirla in altri contesti, sono sicuro che ciò che vedo in atto non rispecchia il suo massimo potenziale. La semplificazione è purtroppo necessaria per contravvenire alle deficienze dei più, che non solo non comprendono concetti, ma pongono domande del tutto arbitrarie e fuori contesto (denoto un certo fastidio da parte sua, ciò è innegabile). So che probabilmente si sentirà di dover proteggere i suoi alunni e svalutare le mie argomentazioni (non posso biasimarla, "sennò chi ci pensa alla mediocrità" -CB), ma so anche che dentro di lei c'è molto di più di ciò che ho visto oggi. Con questo voglio semplicemente dirle che lei è degno di una cattedra all'università, ma sappiamo come vanno le cose. Forse il fatto che sia un insegnante di scuola superiore può migliorare la qualità della stessa, anche se è una goccia dolce in un mare salato. Buon lavoro, ha tutta la mia stima.