Carlo Delle Piane era un attore formidabile, penalizzato ingiustamente dal suo aspetto fisico. Onore al merito al Maestro Pupi Avati per averlo valorizzato quanto meritava. In questo film è di una bravura sovrumana.
dario sala: proprio penalizzato non direi: fin da bambino, e così in seguito, (mi riferisco a pellicole anni 50' 60' e 70') non c'era un solo film in cui non fosse presente. Con Sordi, Carotenuto e altri grandi attori.
@@giuseppepiacci4255 In quegli anni sì, ha girato molti film, ma nel 1973 ebbe un gravissimo incidente, dopo di che se non fosse stato per Pupi Avati, non so come sarebbe andata. Meglio così, comunque.
@@dariosala3141 Sono d'accordo, delle Piane non era un Pierino qualsiasi; tuttavia la maturità, nel mondo dello spettacolo, spesso non premia la bravura. Mi spiego: se a un Delle Piane sottrai la comicità(gli anni non perdonarono neppure agli immensi Stanlio e Ollio), che ruolo puoi offrirgli? Il seduttore? il poliziotto? Ecco a queste domande rispose degnamente Pupi Avati(lì sta la sua genialità) il quale fu abilissimo nell'adattare a lui alcuni ruoli importanti e indimenticabili. Lando Buzzanca era un attore minore? Eppure scomparve nel nulla e con lui innumerevoli altri.
@@giuseppepiacci4255 Infatti lei ha detto bene... basti pensare che come carriera cinematografica giovanile, tra i tanti grandi attori con cui ha lavorato (uno lo ha già menzionato lei in uno dei suoi commenti precedenti e cioè Alberto Sordi) ci sono stati anche: Aldo Fabrizi, Nino Taranto, l'immenso Totò principe della risata, ecc... ☺️👋
Carlo delle piane un gigante,pupi avati maestro di film che toccano il cuore,che riempiono l'animo di struggenti nostalgie per una giovinezza ormai trascorsa ma non dimenticata.
Capolavoro del nostro cinema, uno dei pochi dopo la fine dell'epoca d'oro, con prove attoriali fenomenali e direzione eccelsa. Raro esempio di perfezione sotto molteplici profili: trama, atmosfera, profondità dei personaggi, brillantezza dei dialoghi, ritmo (cadenzato ma mai lento), anche il finale amaro è una perla che aggiunge valore, diversamente non sarebbe stato lo stesso. Strana, al limite dell'inspiegabile, l'assenza di questo gioiello dalle programmazioni in tv.
Un film che riguardo un paio di volte l'anno. La maestria di Pupi Avati nel descrivere la provincia italiana con tutte le sue meschinità, i tradimenti, i presunti amici. Delle Piane splendido interprete e meritevole della Coppa Volpi che io avrei dato ax-equo a tutti gli attori di quel tavolo da gioco.
Una cosa non ho mai capito di sto film. Abatantuono vince tutta la sera e poi perde 200 miloni la penultima mano, si dispera, e poi perde 250 milioni l’ultima mano. Se ha vinto tutta la sera i soldi che ha perso la penultima mano erano quelli che aveva vinto fino a quel momento (avendo sempre vinto non aveva chiesto altre poste fino a quel momento), quindi perché era così disperato quando ha perso la penultima mano? Capisco poi l’ultima mano perché a quel punto aveva preso altre poste, ma la prima volta che ha perso alla fine di soldi suoi c’erano solo la prima posta iniziale, quindi non è che stesse perdendo così tanto. Boh…
@@simoneradici940 e bhe un po sì . Il film ruota intorno alla sua misteriosa figura , di lui sappiamo che è solo un avvocato, ed è un personaggio molto strambo , dal modo di esprimersi dai pensieri ma soprattutto dalle espressioni facciali , tutto questo mistero ti mette un pò a disagio e senti qualcosa di sinistro in lui , percepisci che cè qualcosa che non va, e ripeto specialmente le espressioni facciali lo rendono inquietante percepisci che quantomeno nasconde qualcosa ma non sai cosa e all'essere umano fa paura tutto ciò che non conosce e che non può avere controllo per esempio in questo caso una partita a poker . Quest'uomo simbolicamente è il diavolo in persona che sta giocando , anzi un demone del gioco che mette alla prova i protagonisti , durante la mia prima visione l'ho visto rappresentato così il personaggio ed è stato un attore formidabile una grandissima interpretazione , anche se ammetto che a volte facevo fatica a capire cosa diceva per la sua parlata bassa veloce ma anche l''accento mi ha dato un pò di difficoltà
@@oricz97 ho sempre pensato (ma credo sia un mio flash senza senso) che ha mangiato patate apposta perchè essendo magari intollerante ci teneva a vomitare per farsi vedere dagli altri debole e in ansia per i soldi persi..
5:30 Questa scena mi dà ancora i brividi, una delle sequenze migliori nel cinema italiano, che chiarisce le storie dei personaggi dando un degno finale a questa incredibile storie tenendo, però, sempre la tensione altissima portando tutti gli attori in questa scena ad entrare nell'olimpo del cinema, pochi film riescono a superare la perferizione di questo CAPOLAVORO italiano!
Film visto per la prima volta in vita mia il giorno di Santo Stefano '23. Mi pare superfluo aggiungere qualche commento sulla bravura degli attori, chiaramente il perno di tutto è il grande Delle Piane, alla fine risulta enigmatica la sua figura e ci lascia una serie di interrogativi, come solo i grandi film sanno fare. Leggendo certi commenti però, mi vengono dubbi sul fatto che la gente non solo non capisca ciò che legge, ma persino non capisce il senso dei film che guarda.... tutti che scrivono inni all'amicizia, esaltati dalla partita del tavolo da gioco o addirittura approvazione per il riprovevole rilancio finale di Abatantuono, mi lasciano assolutamente basito, poichè non vedo alcun "senso di amicizia" in questo film, se non un pò di fumo nelle scene iniziali.... Avati è stato bravissimo a illustrare il vero cinismo che si cela dietro a molte amicizie, senza alcuna poesia o commedia irrealistica alla Monicelli, non c'è più alcuna amicizia in quel tavolo, ma disperazione e cinismo appunto di un gruppo di quarantenni alle prese con le responsabilità irrinunciabili della propria esistenza, un covo di serpenti che volevano divorare il pollo designato la notte di Natale, e quest'ultimo l'avvocato alla fine ribalterà il tavolo, risultando lui essere il vero deus ex machina di tutto. Io personalmente nell'interpretazione che riesco a dare di questa mia prima visione di questo film, traggo due lezioni fondamentali; mi viene di elencarli come fa Capezzone🤣: punto primo, le amicizie del passato, come le relazioni sentimentali passate, devono rimanere nel passato, mai rimestarle ed avere sempre gli occhi ben aperti qualora dovessero rifarsi vivi amici del tempo che fu, mai cadere vittima di nostalgia....poichè è soltanto inutile idealizzazione, se un amicizia è terminata o quantomeno ci si è allontanti, c'è sempre un motivo, anche se questo non dovesse essersi mai palesato, e qualora chi ci ha mancato di rispetto in passato o ci ha fregato soldi o donna/uomo che sia, è pronto a rifarlo; punto due, questo film contrariamente a tutti i fan del tavolo da gioco, è invece uno spot al non giocare d'azzardo, mai ed in nessuna occasione. E' emblematica la scena della puntata da duecento milioni dell'avvocato che da agnello diventa lupo, con un Abatantuono dallo sguardo sempre più allucinato e stralunato, al contrario di Delle Piane, lucido e affilato come un rasoio che lo fissa con uno sguardo fermo, glaciale e sa di tenerlo in pugno, conosce perfettamente la psicologia da degenarato che guida il suo avversario e sa già come finirà la partita, infatti al rilancio finale di Abantuono, Delle Piane gli offre il regalo di Natale, ben conscio che mai il demone impossessatosi di Abatantuono avrebbe accettato, senza scoprire le carte, come dirà dopo a Gavina nel bagno, quando staccherà l'assegno per il suo compenso. E' forte anche il finale, che vede Abatantuono solitario ritornare sconvolto in albergo, dove incrocierà senza nemmeno riconoscerla, Martina la donna della sua vita...
Bellissimo commento che ha descritto alla perfezione la vera trama del film, mi spiace averlo letto in ritardo, un film che lascia un forte amaro in bocca io che sono una fan di Avati qui posso dire che si é superato, ma come dicevi tu tanto commenti che dimostrano come non é facile capire la trama chiaramente e quindi molti fraintendono altro che amicizia qui c'è proprio l'anti amicizia, vendette e gelosie bellissimo film peccato che in TV non lo danno mai lo rivedrei volentieri. É stato un piacere
3:22 bellissimo il mobile stile Boulle alle spalle, palissandro ebanizzato intarsiato in ottone. Probabilmente non originale ma pur sempre un rifacimento di fine '800.
Interprete fine e introspettivo ha ottenuto meno di quanto meritasse il suo talento, fortuna che Pupi Avati ne abbia capito le potenzialità rilanciandolo alla grande.
Forse qualcuno non lo sa, ma il ruolo di Diego abatantuono fu offerto a Lino Banfi che declino perché stava girando il commissario lo gatto, a volte la vita
Sinceramente non avrei visto Lino Banfi in quel ruolo. Diego Abatantuono invece ci azzecca a pennello, anzi a dire la verità lo preferisco più in questi ruoli drammatici (a me piace anche Mediterraneo) anziché quelli comici (come Eccezzziunale Veramente) che a mia vista sembravano quasi forzati.
Banfi non è adatto per questo tipo di ruoli mi pare pure strano che gli sia stata proposta quella parte... Abatantuono invece nei ruoli drammatici dava probabilmente il meglio di se...
Ma non c'entra nulla Lino Banfi lui ha sempre fatto solo il comico Abatantuono invece ha fatto anche il drammatico ed é stato bravo, mi stranizza che Avati lo abbia pensato
il "mi dispiace" lo interpreto quando lui le chiede se è una prostituta in: mi spiace per te zio, ma stasera farai da solo, e NON mi spiace non esserlo perchè sei un bel tipo
È certamente, dei cinque, il personaggio meno incisivo ma non meno compiuto caratterialmente. Freddo, distaccato e probabilmente omosessuale (forse senza doverlo ammettere con sé stesso).
La signora ha detto "mi dispiace" per educazione perchè non era la persona adatta a soddisfare il soggetto ,non perchè le dispiaceva di non poterlo fare anche se in realtà lo desiderava. - che dialoghi da narcisisti psicopatici-
Ottimo film Rispecchia una realtà passata a cui questo film si è ispirato Quella del gioco del Poker tra giocatori aditudinari benestanti e professionisti
Comunque, riguardandolo, mi accorgo di due cose. La prima è un vero e proprio errore: nella prima mano che l'avvocato vince (cioè la penultima), ha colore, mentre appena prima che vedano la mano, si vede che Franco ha un full d'assi, che però vale più del colore; nonostante questo la mano è vinta dall'avocato. Inoltre Franco è stato ingenuo: non tanto per il finale, in cui avrebbe potuto accettare l'offerta, senza abboccare a quel giochetto psicologico da due soldi - prendendo così in contropiede Ugo e l'avvocato e lasciandoli a bocca asciutta, alla luce anche del fatto che Ugo, prima dell'ultima mano, lo aveva avvertito - quanto perché la via d'uscita gli si era profilata molto prima, con l'avvocato che aveva commesso un sottile errore: in questo modo il protagonista non solo non si sarebbe fatto fregare, ma si sarebbe anche intascato le ingenti somme vinte fino a quel momento. Franco, infatti, aveva già capito (e lo aveva detto allo stesso Ugo durante la scena del giradischi) che c'era qualcosa che non tornava tra l'avvocato e l'ex amico, perché sapeva che quest'ultimo non poteva permettersi di giocare. Dopo che Lele sclera (in quella scenetta concordata un attimo prima con Franco), l'avvocato (al minuto 5:20 del video) lo invita ad abbandonare il tavolo, in quanto, nella finta sclerata, aveva ammesso di avere problemi economici e, quindi, di non avere le disponibilità per giocare. A quel punto, Franco avrebbe potuto cogliere Santelia in castagna, dicendogli che, conoscendo bene la situazione patrimoniale di Ugo, sapeva bene che neanche questi poteva permettersi di giocare e che, quindi, l'avvocato avrebbe dovuto, per coerenza, mandare via anche lui. A quel punto l'avvocato sarebbe stato in trappola: l'opzione di mandare via il complice sarebbe stata infatti da escludere, altrimenti nessuno avrebbe potuto fornirgli il poker di donne con cui avrebbe poi fregato Franco all'ultima mano; se avesse retrocesso e consentito a Lele di continuare a giocare, invece, ciò avrebbe automaticamente significato che voleva Ugo al tavolo; ergo, si sarebbe palesato il fatto che tra i due c'era un'intesa dal principio: non ci sarebbe stata via d'uscita per l'avvocato. A quel punto la partita non avrebbe potuto che dichiararsi conclusa vi maiore, con la vittoria di Franco e grande imbarazzo dei due truffatori, usciti obtorto collo allo scoperto: Ugo, un viscido, ma un povero scapestrato, e l'avvocato, un machiavellico e (ma neanche troppo) furbo manipolatore, cui sarebbero d'improvviso cadute le due maschere: una, indossata quotidianamente, del freddo calcolatore sicurissimo di sé, e che cerca disperatamente di celare la sua ferita narcisistica, e una, più superficiale (indossata apposta per l'occasione, come copertura alla prima, per far abbassare la guardia a Franco), del sensibile, ma sprovveduto, gentiluomo che si fa fregare.