Come si suol dire “a grande richiesta”, ma con immenso piacere, oggi suoniamo i Pooh, nel ricordo di Stefano D’Orazio. A dire il vero sono mesi che i Pooh sono in scaletta per essere suonati ma abbiamo sempre rimandato. Oggi il momento è irrimandabile.
I Pooh sono stati lí per più di 50 anni e senza Stefano non ci sarebbero stati e comunque non così a lungo (per stessa ammissione di tutti loro). Abbiamo cercato loro brani da suonare e ripercorrendo i diversi successi per questa ricerca ci siamo accorti di cosa questa band abbia rappresentato, di quanto i Pooh di Stefano abbiano accompagnato la vita di molti di noi, forse non più giovanissimi ma che hanno in comune una infanzia, una giovinezza ed una età adulta con questa band in sottofondo. I Pooh non sono i Beatles, non sono i Genesis, non sono gli Stones e neanche la PFM o il Banco. Perché loro sono i Pooh ! Unici nella loro semplicità, insostituibili, riconoscibili subito dalle armonie, dalle loro voci alternate al canto o nei cori. E identificabili nel volto sincero onesto e sempre sorridente di Stefano.
Riascoltandolo peraltro ci siamo ricordati di un capolavoro (in epoca progressive) come “Parsifal”.
La scelta, anche in considerazione del ruolo della chitarra (peraltro difficile competere con un virtuoso come Dodi Battaglia), è caduta su “Ci penserò domani” una bellissima canzone del 1978 inserita nell’album Boomerang. La canzone è stata riproposta in una toccante versione orchestrale cantata con il grande Mario Biondi nell’album “opera seconda” del 2012 di cui raccomandiamo l’intero ascolto. Obbligatorio il cambio di tonalità per adattare il brano alla voce bassa del cantante. A questa versione ci siamo ispirati, pur lasciando nel centro le note del prezioso ed originale solo di Red Canzian al basso freltless della versione del 1978 (solo qualche armonico in più.... ).
Un modo per celebrare questa insostituibile band italiana e ricordare il sorriso di Stefano.
La voce incredibilmente bassa di Mario Biondi ci consente anche di ricordare un grande recentemente scomparso, Gigi Proietti.
E quale modo migliore di ricordare una artista che ci ha tenuto compagnia e fatto ridere se non con una delle sue storielle esilaranti? Nulla di irriverente, Lui avrebbe approvato che lo salutassimo con una risata da lui provocata. Parafrasando quindi una sua barzelletta e sostituendo il nome dell’antagonista...”Una volta andava di moda la voce bassa, mi telefonò Mario Biondi, sento la sua voce bassa e io abbasso la mia. Lui, che non poteva esse fregato, l'abbassa ancora di più ... è finita a rutti!" Grande Gigi Proietti.
7 окт 2024