-Concimazione Come le altre piante anche le orchidee devono essere concimate, una buona regola è di eseguire la concimazione ogni tre bagnature, in pratica alla quarta annaffiatura prima si bagna e immediatamente dopo si concima, ossia si bagna una seconda volta con acqua in cui è stato diluito il concime. Non si dovrebbe mai concimare una pianta asciutta! In commercio si trovano molti buoni concimi con diversi titoli (sono i tre numeri che indicano le percentuali di azoto, fosforo e potassio).
Gli orchidofili (i collezionisti di orchidee) in primavera, per sostenere lo sviluppo delle nuove vegetazioni, usano un concime ad alto contenuto di azoto, il 30-10-10, per il resto dell’anno un concime bilanciato, il 20-20-20, ed infine per la fioritura e per la radicazione il 10-30-20. Tutti questi concimi vanno alternati al nitrato di calcio, perché il calcio è un elemento importantissimo per le orchidee e anche per le altre piante.
Normalmente è presente in abbondanza nell’acqua e anche nel bark (la corteccia in cui si coltivano le orchidee), ma è sotto forma di carbonato di calcio e così le piante non possono assorbirlo, anzi crea solo problemi.
Le piante possono assorbire il calcio come nitrato, perciò, a seconda dei periodi, si concimerà una volta con il 30-10-10 o 20-20-20 e una volta con nitrato di calcio, concimando con nitrato di calcio dopo mezz’ora sembra che le piante dicano “Che buono! non ce n’è più?” In primavera estate è bene aggiungere anche solfato di magnesio.
Generalmente i concimi più diffusi si utilizzano alla concentrazione di 1 g di concime in 1 litro d’acqua, ma per le Phalaenopsis, Cymbidium e Vanda si può arrivare anche a 2 g/litro. Per i Paphiopedilum invece 1/2 g/litro. Un grammo corrisponde a circa mezzo cucchiaino da caffè raso, poiché i cucchiaini non sono tutti uguali, in caso di dubbio, meglio di meno piuttosto che di più. Chi ha molte piante può concimare prima Phalaenopsis, Cymbidium e Vanda con 2 g/litro, poi si diluisce aggiungendo acqua per concimare le altre e infine si aggiunge ancora acqua per i Paphiopedilum.
In inverno con giorni corti e poca luce il metabolismo delle piante rallenta e di conseguenza utilizzano meno concime, per questo nei mesi invernali, se non utilizzate l’illuminazione artificiale, il concime va somministrato a dosi dimezzate e in periodi particolarmente poco luminosi meglio bagnare con sola acqua.
Nei concimi l’azoto è presente in tre forme: nitrico, ammoniacale ed ureico, le piante terrestri assorbono l’azoto in forma nitrica, l’azoto ureico non è assorbibile subito, ma viene trasformato prima in ammoniacale e poi in nitrico da batteri presenti nel terreno.
Usare un concime che ha l’azoto in tutte e tre le forme fa sì che l’assorbimento dell’azoto sia prolungato nel tempo, prima la pianta assorbe la forma nitrica, e poi le altre forme che vengono trasformate nel tempo da batteri presenti nel terreno nella forma nitrica.
Le piante epifite, come la maggior parte di orchidee e Bromelie, alcune felci e cactacee vivono con le radici all’aria dove non ci sono i batteri che trasformano l’azoto ureico in ammoniacale e poi in nitrico, per cui le piante epifite si sono adattate ad assorbire direttamente l’azoto ureico che è la forma più disponibile in natura, per questa ragione i concimi per le piante epifite dovrebbero avere un’alta percentuale di azoto ureico. Inoltre recenti studi hanno dimostrato che l’azoto ureico viene assorbito a livello fogliare, ma meglio se in condizioni di temperatura intermedio-calde.-
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18 фев 2019