La storia
Di origine romana, Grado (gradus, scalo) nasce nel II secolo d.C. come borgo di pescatori e, successivamente, porto per le navi che risalivano il corso del fiume Natissa verso Aquileia, allora la capitale augustea della X Regio “Venetia et Istria”, sede patriarcale dall’XI al XV secolo e oggi il più importante sito archeologico dell'Italia settentrionale oltre che patrimonio dell’umanità tutelato dall’Unesco.
Grado si sviluppò, attorno alla metà del V secolo d.C., quando molti abitanti si rifugiarono sull'isola per sfuggire prima alle orde devastatrici dei visigoti di Alarico (nel 401) e, poi, da quelle degli Unni guidati da Attila che, nel 452 d.C., che distrussero la vicina Aquileia, come fecero anche i Longobardi un centinaio d’anni dopo. In quel periodo tormentato, il patriarca di Aquileia si trasferì a Grado, proclamandosi patriarca pure di questa località. Così, di fatto, Grado fu sede patriarcale autonoma fino al 1451 anche se, a partire dalla metà del XII secolo, lo stesso patriarca trasferì la sua residenza alla basilica di San Pietro di Castello, a Venezia.
Grado ritornò così a essere un paese di pescatori, e tale rimase nei secoli successivi, sotto il dominio della Serenissima repubblica di Venezia che, oltre al titolo patriarcale, recuperò pure la devozione per san Marco.
Con il Trattato di Campoformido (1797) entrò a far parte dei domini di casa d'Austria (fino al 1918) e, quasi un secolo dopo, nel 1892, lo Stato Austro-ungarico istituì a Grado l’azienda di soggiorno per promuovere la stazione balneare e le virtù terapeutiche del suo “forte vapore marino”. Nello stesso anno, fu attivato il primo stabilimento europeo per le sabbiature.
Ma, in verità, l’isola era già conosciuta in precedenza come meta “turistica”. Nell’estate del 1856, a esempio, vi soggiornò lo scrittore Ippolito Nievo per un paio di settimane. I ricordi di quei giorni diedero vita a una deliziosa novella intitolata: “Le maghe di Grado” dove, tra l’altro, si trovano pubblicate queste parole: “…Né tuttavia sconfido, che ad alcuno non venga il desiderio di cercare per quei lidi quanto io vi trovai, certo che ne torneranno edificati della piacevolezza del soggiorno, della commodità dei bagni, e della cortesia degli abitatori”.
Nel 1873, l’intraprendete pediatra fiorentino, Giuseppe Barellai (1813-1884), aveva fondato l’Ospizio marino per la cura delle malattie respiratorie, tutt’ora operativo ma con finalità riabilitative.
Il Parco delle Rose, voluto da Biagio Marin, allora direttore dell’Azienda di soggiorno, è datato 1924.
Nel 1935-36 Grado fu definitivamente collegata alla terraferma con un terrapieno stradale e un ponte girevole che pose fine al suo plurisecolare isolamento.
11 апр 2020