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CONTRO L'IMPEGNO 

Marco Cantoni
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12 сен 2024

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Комментарии : 9   
@sentieridilibripodcast1010
@sentieridilibripodcast1010 3 года назад
Ciao Marco, ho letto più di due terzi del saggio, penso di essermi fatta meglio un'idea che riassumerei in: Siti è contro i libri scritti male. E sono d'accordo con lui. In realtà nel testo si parla di molti più scrittori che Saviano, Murgia e Carofiglio, con molti più esempi sia italiani che stranieri e questo rende secondo me il discorso più interessante. Comunque capisco cosa intende lui per "impegno", mentre io parlo di testi "politici", il che in realtà è abbastanza diverso e nel corso del testo si portano a esempio costruens molti autori che io definirei "politici". Un esempio è "Things fall apart" di Chinua Achebe, un romanzo politico, ma non impegnato (nel senso che gli dà Siti). Comunque rimango dell'idea che gli esempi portati nell'introduzione (vedi Capanna Zio Tom e Buio oltre la siepe) sono buttati lì un po' faziosamente, perché sono testi "impegnati" a cui è stato attribuito un valore che sembra inscalfibile e che sono stati ampiamente superati in potenza stile e letterarietà da molti autori afroamericani contemporanei che senza voler dare un messaggio mostrano tutte le cose che secondo Siti fanno la letteratura.
@sentieridilibripodcast1010
@sentieridilibripodcast1010 3 года назад
Ciao Marco, ho seguito il video e poi, per farmi un'idea personale ho anche comprato il libro. Finora ho avuto modo di leggere solo l'introduzione e faccio alcune riflessioni scaturite dalla sua lettura. Trovo in qualche modo interessante, sottilmente contraddittorio e, onestamente, in parte fazioso l'uso di alcuni esempi portati da Siti. Mi riferisco alla Capanna dello zio Tom e Il buio oltre la siepe. È interessante che Siti porti ad esempio in un testo intitolato "Contro l'impegno" due testi che sono passati alla storia per il loro contenuto e non per la loro forma. Inoltre a leggere Siti sembrerebbe quasi che ci sia una volontà di cancellare questi testi, ma qui trovo un po' fazioso e direi mal documentato il discorso di Siti. Specialmente sul Buio oltre la siepe ho fatto varie ricerche in passato e il punto su questo romanzo è proprio considerarlo "IL" romanzo antirazzista per eccellenza. Quello che i cosiddetti detrattori chiedono non è veramente cancellare il canone, ma aggiungere autori afroamericani al canone, perché se quando il testo è uscito era rivoluzionario, oggi non lo è più e se ne possono vedere i limiti, nel frattempo moltissimi autori afroamericani che non avevano possibilità prima di essere pubblicati e poi di raggiungere un così vasto pubblico hanno cominciato a scrivere, e ce ne sono anche di grandissimi, quindi perché non dare spazio anche a queste voci e portare sempre ad esempio un libro, sì antirazzista per l'epoca, ma limitato per la società in cui viviamo? Mi sembra evidente che la percezione del passato muti in base al presente, è così che funziona la critica letteraria, la storiografia... insomma è stato così da sempre. Da sempre si sono abbattute statue, cambiato nomi, rivisto scelte fatte dalle generazioni precedenti... Ricordo un esame di letterature comparate dove ho dovuto studiare un testo di Benedetto Croce in cui, tra autori che rimangono tutt'oggi conosciuti, c'erano autori che nel giro di un secolo sono totalmente caduti nell'oblio. Quindi quello che molti chiedono quando si parla del Buio oltre la siepe, non è eliminare il testo, ma contestualizzarlo e aggiungere al canone scolastico autori afroamericani che in maniera non moralista parlano della propria condizione, cito due nomi classici: Toni Morrison (premio Nobel)e James Baldwin. Nella mia visione, anche abbastanza politica della letteratura, (e insomma, se la letteratura non fosse anche politica mi domando perché nei totalitarismi ci sia sempre stato un enorme interesse a bruciare i libri, censurare gli artisti, perseguire gli scrittori... e questo penso che Siti lo sappia benissimo), il punto non è veramente aggiungere temi morali ai libri, ognuno è libero di scrivere quello che vuole, ma allargare il campo. La nostra società non è più quella del Novecento, oggi tutti hanno voce, e io non voglio necessariamente libri " sull'immigrazione, sui neri, sui disabili", ma voglio libri scritti da persone immigrate e i loro discendenti, libri scritti da autori afroamericani o afrodiscendenti, libri scritti da autori disabili, libri scritti da autori indigeni. Poi saranno gli autori a decidere di cosa parlare in questi libri!! In Nord America c'è un grande dibattito sulla forte influenza delle case editrici che per esempio chiedono agli autori afroamericani solo un certo tipo di libri... i cosiddetti "struggle books", e molti autori parlano esplicitamente di questo problema, o anche autori indigeni (vivo in Canada e seguo abbastanza la letteratura indigena, e questoè un problema dibattuto). Parliamo dell'editoria che piega le penne o incasella secondo stereotipi gli autori. Insomma su una cosa forse sono d'accordo con Siti, l'editoria tende a foraggiare un'immagine stereotipata della realtà. Ma siamo onesti, questo non significa che non esistono più autori che sanno fare letteratura, ma che stiamo parlando di un businness e quindi siccome gli editori non sono non profit, ma aziende che devono ricavare un profitto, ( perché si, il libro è anche un prodotto che deve essere venduto), tendono a creare prodotti omologati che si sa che venderanno. C'è anche un forte dibattito sui libri "own voice", ossia quanto sia importante che certi argomenti siano affrontati anche dai diretti interessanti (potrebbe essere il tema della disabilità, il tema dell'immigrazione)... insomma aggiungere voci, non cancellarle! Non ho letto oltre, quindi non mi pronuncio, ma se la scelta di Saviano, Carofiglio e Murgia come esempio della letteratura italiana, bè mi sembra una scelta di comodo per il discorso che vuole fare, nel senso che secondo me alla domanda citami tre scrittori italiani, qualcuno che non legge direbbe: Fabio Volo, Andrea Camilleri e Elena Ferrante...
@sentieridilibripodcast1010
@sentieridilibripodcast1010 3 года назад
Mi permetto di aggiungere una cosa, un commento a questa frase: "Un Prigione di Michelangelo può essere gradevole alla vista quanto uno splendido copricapo di piume dei nativi americani: ma ha dentro più cose, più tecnica, più filosofia, più coerenza, più cultura sedimentata." Siti la inserisce appena dopo aver parlato di lettore implicito. Quello che ai miei occhi dice questa frase è che secondo Siti c'è un unico standard che vale in tutto il mondo, quello che deriva dalla cultura classica, che potremmo chiamare "Occidentale". Ora per esempio, chi è che paragonerebbe le due cose di cui parla Siti cosciente di fare un paragone intellettualmente onesto? Perché stiamo parlando di due oggetti che provengono da due culture sideralmente opposte, ma nel dire che il copricapo pellerossa ha " meno filosofia, meno coerenza e meno cultura sedimentata", Siti incappa nello stesso errore della lettura femminista di Leopardi. Semplicemente Siti non si è messo nei panni del lettore implicito del copricapo, e non riesce a rintracciarne le tracce di coerenza, cultura sedimentata e filosofia perché non è il lettore implicito a cui quel manufatto è destinato. Quello che voglio dire è che viviamo in un mondo che in molti casi è molto più complesso del mondo Novecentesco, perché ci sono piani di interpretazione del mondo che non convivono più solo in maniera sincronica, ma anche spaziale. Quindi nello stesso paese per esempio ci saranno persone che si rifanno a sistemi di valutazione del mondo che si fondano su presupposti completamente diversi. Questo dovrebbe aiutarci a capire che i canoni sono relativi e sono sempre in corso di aggiornamento, in base all'evoluzione delle società che li produce.
@MarcoCant
@MarcoCant 3 года назад
Guarda secondo me sei abbastanza fuori strada. Probabilmente perché non hai letto tutto il saggio ma solo l’introduzione. Della faccenda Murgia, Saviano, Carofiglio ne ho parlato nella live, per me il discorso è più complesso, ed è importante per il contesto editoriale in cui esce questo libro. Sul tema del politicamente corretto io la penso come Siti sinceramente, gli esempio da lui citati sono funzionali alla contestualizzazione del suo discorso nel momento in cui esce, le polemiche recenti, e per tenere insieme una serie di saggi scritti tra il 2018 e il 2019. Quella che hai letto quindi è la cornice, non è il dipinto. La sua critica è al fare letteratura di impegno, che per il suo essere di impegno smette automaticamente di essere letteratura. È una critica all’adagiarsi dietro ai temi. Anche la questione del parlare di ciò che appartiene alla propria cultura e non poter aprirsi ad altro, è evidentemente un imbarbarimento. Non porta a pluralità di voci, ma a una ghettizzazione. Alla categorizzazione per stereotipi, al diritto di sangue. Dando sempre meno importanza al talento e all’estetica. L’estetica è al centro della critica di Siti. Lui da sempre è un cultore dell’estetica. Lo stile se lo stanno dimenticando tutti, in favore del tema, dell’impegno, del messaggio. Questo vuole dire Siti
@sentieridilibripodcast1010
@sentieridilibripodcast1010 3 года назад
@@MarcoCant Non ho letto tutto il saggio vero, ma penso di poter dire con molta sicurezza che la letteratura impegnata esiste dalla notte dei tempi... vogliamo stare con i classici: le tragedie greche spesso parlvano di temi di attualità, l'Eneide di Virgilio era un'opera a sostegno della legittimazione dell'impero di Augusto. Virgilio ha unito genio letterario a tema "politico" e ha superto i secoli! Mi verrebbero da citare tutti gli autori russi che durante l'era di Stalin hanno subito le persecuzioni a causa dei loro scritti. La letteratura ha spesso sposato l'impegno politico, perché volenti o nolenti quello che facciamo e quello che non facciamo ha un valore politico, ossia delle conseguenze sulla società che ci circonda. In realtà nel mio commento dico che bisogna aprirsi a nuove voci, e lasciare loro la scelta di scegliere forme e temi... la ghettizzazione purtroppo la fanno i meccanismi di mercato, che impongono certi temi e la perpetuazione di certi stereotipi per una certa categoria di autori. Tutti possono parlare di qualsiasi cosa, ma se parlo di una cultura/condizione che non mi appartiene e lo faccio per stereotipi, non penso ci sia niente di male che si sia qualcuno che lo faccia notare. Onestamente penso che dire che se c'è impegno non può esserci letteratura, sia un'affermazione limitata. Un esempio per me evidente è la letteratura di Toni Morrison, è una letteratura politica per il punto di vista da cui scrive, ma non perché c'è un messaggio positivo, o una lezioncina da portare a casa, ma perché ribalta uno standard, ossia una letteratura in cui si mette al centro la comunità afroamericana senza sentirsi in bisogno di dare una giustificazione per questo in un momento in cui nessuno sembrava avesse ancora osato farlo in quel modo. E facendo ciò ha una maestria nello stile impressionante, un potere di plasmare la sintassi dell'inglese a suo piacimento che la prima volta che ho letto Beloved, quasi mi commuovevo per la bellezza dello stile. Oppure un controesempio più contemporaneo: Girl Woman Other di Bernardine Evaristo, un libro che è politico, ma non ha un messaggio con una morale, anzi... le protagoniste sono tutt'altro che esempi di morale. E lo fa con uno stile che è una sorta di prose poetry. Comunque alla fine della fiera è sempre il tempo a separare la letteratura dalla Letteratura, è la grande domanda "che cos'è l'arte?"... Secondo me solo lo stile e solo l'estetica non tengono, ci vuole anche un contenuto che sia capace di attraversare il tempo. Comunque finirò il saggio e magari tornerò con un altro commento fiume sulle mie riflessioni. P.S. questi temi mi hanno fatto pensare a quest'articolo di Yaa Gyasi, "White people, black authors are not your medicine". Gyasi ha avuto un successo enorme in USA, ma in Italia non se l' è filata nessuno mi pare (anche perché hanno reso il titolo di Homegoing in un modo assurdo e con una copertina oscena). Mi ha fatto ripensare alla discussione su stile e estetica la parte in cui parla del modo in cui vengono condotte le interviste agli autori... e forse questo articolo smentisce in pieno la mia illusione che la letteratura possa contribuire a cambiare qualcosa nel mondo: www.theguardian.com/books/2021/mar/20/white-people-black-authors-are-not-your-medicine
@DonGately7280
@DonGately7280 3 года назад
Interessantissimo! l'approccio di Siti mi ricorda molto quello di Harold Bloom sul l'inversione della gerarchia tra stile e messaggio politico.
@illettoreinesistente8814
@illettoreinesistente8814 3 года назад
Complimenti Marco :dovresti essere un critico letterario, e non è una captatio benevolentiae, ma un complimento sincero: nel tuo piccolo- che non è poi tanto piccolo ,considerando che parli di libri, e di libri " veri " - ti batti per la letteratura ,ed è lodevole. Avevo già comprato il libro di Siti e sarà la mia prossima lettura. Ciao.
@MarcoCant
@MarcoCant 3 года назад
Grazie mille. Quando lo leggi fammi sapere cosa ne pensi
@vins1979
@vins1979 3 года назад
Ahhhhhh, quindi adesso Michele Mari lo metti sul podio? E bravo, bravo! Lo hai letto "La stiva e l'abisso"?
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