Concordo sul fatto che sia vergognoso l'accanimento verso questa atleta che non ha nessuna colpa. Ci si sarebbe dovuti scagliare, al limite, contro il CIO che ha preso quella decisione. Credo che, tutti noi, abbiamo assistito ad una forma di bullismo globale senza precedenti. Ho cercato di seguire le vostre spiegazioni e, vi assicuro, non è affatto facile per chi ha vissuto 50 anni con una visione binaria. Tornando però al discorso dello sport e a Imane Khelif, è vero che a Tokyo è stata sconfitta ma è anche vero che era ad inizio carriera, aveva appena 21 anni ed era una atleta acerba (per fare un esempio: se io, uomo di 50 anni senza preparazione, oggi salissi sul ring contro la Carini, passerei un brutto quarto d'ora). Oggi la sua situazione e la sua preparazione sono un po' diverse, anche se è donna fisicamente è avvantaggiata, non a caso ha appena vinto l'oro. Perciò mi chiedo (e vi chiedo): se noi non dobbiamo più pensare in modo binario, perché lo sport dovrebbe continuare a farlo discriminando, di fatto, gli atleti intersex o quelli che affrontano gli intersex? Perché non fare categorie dedicate? Ultima domanda (perché l'esempio dell'asportazione delle ovaie lo trovo poco pertinente) se ci si sente donna perché non farsi asportare i testicoli? In che modo può inficiare sul genere percepito? Non dovrebbe, al contrario, andare a rafforzarlo perché si perde una caratteristica maschile? Nell'esempio dell'altra atleta, se ha il sogno di gareggiare perché rinunciarvi per non perdere qualcosa per la quale il suo genere non si identifica? Se ho capito bene lei si sente donna...