Grazie per il decalogo, molto utile. Mi permetto di spezzare una lancia a favore degli "ingegneri informatici": l'uso di SPID, pur leggermente complicato, non può essere semplificato ulteriormente, a mio parere. Per il suo uso infatti sono richiesti 3 elementi: 1) la user ID, che non si può eliminare (serve per indicare con quale identità voglio accedere, dal momento che potrei doverne usare più di una); 2) una password; 3) un OTP. Potevano questi ultimi essere accorpati in uno solo? No, in quanto la robustezza (e quindi il valore giuridico) ne verrebbero insanabilmente compromessi. L'OTP infatti non può essere eliminato (altrimenti avrei solo una password, che può essere individuata da terzi); se viceversa si eliminasse la password, questo significherebbe che se mi sottraggono lo smartphone il livello di sicurezza dell'OTP (nel mio caso 6 cifre che scadono ogni 60 secondi) scenderebbe al livello di sicurezza della data di nascita del proprietario (o della fidanzata/o, moglie/marito, amante), che vale come pin del telefono nel 50% dei casi e che rimane identico per anni.
Per quanto riguarda la PEC per poter essere il contenuto opponibile a terzi è necessario che la ricevuta di consegna la conservi nella webmail (in modo che un perito possa vedere che è lì sul server) oppure posso scaricarmela in .eml (comprensiva di intestazione e allegati base64 ovviamente) perché contiene una sorta di firma digitale del provider? In altre parole la ricevuta di consegna scaricata in .eml ha un qualcosa che dimostra che non ne ho alterato io il contenuto con un text editor oppure l'unico modo per dimostrare che non è modificata è lasciarla sul server?
CERTO, personalmente scarico tutti gli EML di consegna e non li lascio in webmail (sempre a rischio!). La ricevuta la conservo nel fascicolo digitale e sarà sempre opponibile
Prof.Chiarelli come fa a correre e registrare senza sobbalzi? per caso utilizza un drone? :-D Detto questo le faccio i miei complimenti per la chierezza e la simpatia che utilizza nell'affrontare argomenti spesso noiosi e complicati, grazie a lei sto apprendendo molte cose. E complimenti per il fiato :-)
Buongiorno Dottore, nel caso di un documento che contenga lo spazio per più firme (l'esempio che ha fatto Lei delle clausole vessatorie al minuto 17 o un'ulteriore firma per il consenso per il trattamento dati per fini pubblicitari) come si fa a distinguere quale firma è relativa a cosa? In P7M cio' è impossibile perche' si firma e basta, in PADES teoricamente di potrebbe mettere la grafica nel posto della firma ma ho l'impressione che giuridicamente non rilevi la posizione in cui sia la "grafica" della firma pades (che è solo un abbellimento che potrei pure non metterci e il file sarebbe valido lostesso), quindi come faccio a specificare costa voglio firmare e cosa no? Se prima di firmare digitalmente, con un editor scrivessi "NON FIRMA" nelle parti che si devono intendere non firmate sarebbe corretto? Non so se sono riuscito a spiegarmi
Premesso che a mio avviso è sufficiente UNA FIRMA e vale per sottoscrizione anche in caso di presenza di più dichiarazioni. Altra soluzione è PADES posizionato nel posto dove sottoscrivere. Infine è possibile AGGIUNGERE nel campo firma delle note (es. motivazione della sottoscrizione) e in quel campo si può scrivere (firma per informativa) ecc...
@@simonechiarelli Grazie mille. Non avevo mai pensato a scrivere nel campo "motivazione" della firma. Per quanto riguarda invece la posizione della "grafica" (la chiamo così perche' è solo una grafica, la firma vera e propria è una stringa del file che non si vede nel pdf) non so e non credo che giuridicamente la "posizione" abbia un significato.
@@stefano_calvax_calvani Forse no, ma io uso ad esempio l'immagine di sfondo che si può personalizzare per metterci logo dell'ente o volendo puoi metterci un JPEG con scritto "forma per consenso privacy" ... ti assicuro che stai facendo OLTRE IL MINIMO ... formalmente non ha valore ma dobbiamo iniziare a ragionare anche con meno formalità nell'uso della tecnologia. Soprattutto se siamo dalla parte della PA dove conta molto la provenienza del documento
Buongiorno Dott. Chiarelli, quello che dice al minuto 37:00 va specificato che è "tendenzialmente" vero, perché esistono PEC che non permettono di inviare a mail normali ma solo ad altre PEC. Alcune restituiscono l'errore "il destinatario non è una PEC". Per il resto tutto chiarissimo come al solito, grazie 1000!
In realtà non è un messaggio di errore ma il messaggio di accettazione che precisa che il destinatario non è PEC ma il messaggio arriva comunque. PEC to email arriva sempre. Viceversa dipende
@@simonechiarelli strano perché spesso mi dato proprio errore di tipo "undeliverable", quindi non consegnabile. Non ottengo nemmeno l'accettazione. Però dovrei riprovare con un caso reale per darle la conferma. Grazie della risposta!
@@zazzaz84 undeliverable ti giunge solo se SBAGLI INDIRIZZO MAIL (selezionando indirizzo inesistente), altrimenti la PEC consegna senz'altro in quanto la PEC è una mail come le altre da questo punto di vista.
Anche i professionisti iscritti ad albi, ad es. gli arch., che hanno una firma digitale convenzionata con l'Ordine professionale, possono avere ulteriori dispositivi di firma utilizzabili anche per firmare documenti di lavoro? La firma ottenuta in convenzione dovrebbe contenere anche gli estremi di iscrizione all'albo
