Con oltre 700 addetti, sul finire del XIX secolo la Miniera di Masua costituiva una delle realtà industriali più importanti della Sardegna per l’estrazione dei minerali di piombo e dello zinco.
A causa della particolare posizione logistica della Miniera di Masua, nel 1924 la Società affidò al Direttore, l’Ingegnere Cesare Vecelli, il compito di risolvere il problema dei tempi e dei notevoli costi connessi alle modalità di imbarco del minerale destinato alle fonderie del nord Europa.
In breve tempo il Vecelli concepì un’opera di ingegneria senza precedenti nel panorama mondiale.
Si trattava di un innovativo porto, addirittura a picco sul mare, cui l’Ingegnere diede il nome della diletta figlia: Flavia.
Porto Flavia, interamente scavato nella roccia, attraverso una galleria di carico, con 9 silos di stoccaggio del minerale alti 18 m ed una seconda galleria inferiore, attrezzata con un nastro trasportatore estensibile, consentiva di caricare il minerale direttamente nella stiva delle navi mercantili.
L’ingegnosa soluzione permise il drastico ridimensionamento di tempi e costi, facilitando l’attività di stoccaggio e di imbarco dell’estratto.
Si eliminava così la precedente e laboriosa attività di trasporto del minerale che avveniva con l'uso di bilancelle, piccole imbarcazioni a vela latina che giungevano dal porto di Carloforte ove fino a quel momento le grandi navi mercantili erano state costrette ad ormeggiare per l'imbarco del minerale.
11 дек 2018