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Riuscire a cogliere tempestivamente i segni della depressione significa offrire ad ogni paziente un percorso personalizzato in grado di aiutarlo a gestire nel quotidiano una patologia ancora oggi ad alto impatto sociale. Ma alcuni pazienti, nonostante i farmaci innovativi, hanno difficoltà a raggiungere il controllo della malattia. E' quella che viene comunemente chiamata "depressione resistente" o "depressione refrattaria" , cioè quelle forme che non fanno registrare significativi miglioramenti nè con una prima linea, nè con una seconda, nè con altre. Ma oggi c'è una comprensione biologica più ampia della depressione, e anche per questa forma di depressione c'è una definizione più precisa, e cioè "depressione difficile da trattare", perchè è sì difficile aiutare i pazienti quando non rispondono al trattamento - anche se si deve sempre ricordare che possono essere necessari anche 6 -8 mesi prima di vedere un miglioramento - ma è ben chiaro oggi che difficile non vuol dire impossibile perchè esistono nuove armi a disposizione, come la stimolazione magnetica transcaranica TMS o la stimolazione del nervo vago, o anche nuove molecole e nuove formulazioni, che sembrano essere molto promettenti anche se andranno verificati eventuali effetti collaterali nel tempo. E poi c'è la psicoterapia che ricopre un ruolo molto importane - anche questa però deve essere protratta nel tempo per dare risultati - o una combinazione dei due trattamenti, farmaci antidepressivi e psicoterapia. Ecco perchè oggi si usa il termine "difficile da trattare" e non più resistente, perchè le armi a disposizione sono molte e vanno usate tutte per aiutare ogni singolo paziente a trovare il percorso terapeutico più indicato per lui.
Abbiamo parlato di depressione difficile da trattare con il Prof. Koen Demyttenaere, docente di psichiatria alla University Psychiatric Centre KU Leuven
24 авг 2024
