That is the best interpretation of all I've heard. So deep, full of concern and anxiety. I do not know how Scarlatti meant it, but light melancholic versions of other musicians seem to me less moving.
I would like to think that the best part of the Art of Piano is still to come. However, when I listen such masterpieces played by preterit geniuses like Gilels, makes it harder for me.
Si riconosce da qualche millennio che da due punti nello spazio passi una sola retta, da tre una sola circonferenza. Il lineare è pertanto legato al binario, il circolare al ternario. Se a questi concetti spaziali associamo il tempo, ricaviamo dal lineare l'Infinito, dal circolare l'Eterno. La mano di Scarlatti, contemplando il cielo stellato in una dimenticata notte madrilena, raccolse per la prima volta sui tasti di un clavicembalo questo gioco di intrecci fra Infinito ed Eterno, restituendolo, attraverso la musica, alla profondità dell'Universo.
Rameau was born in 1683, Telemann in 1681 and Jan Dismas Zelenka in 1679. Is that less incredible? Musical giants seemed to inhabit the earth then... Not so much now, to say the least, as far as I can hear.
