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Gabriele Coen “Sephardic Beat": Cuando el Rey Nimrod 

Gabriele Coen
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50% 1

Bologna Jewish Jazz Festival 2020
Bologna, Museo Ebraico, 12 settembre 2020
Gabriele Coen “Sephardic Beat”
La musica sefardita incontra il jazz
GABRIELE COEN
SAX TENORE E SOPRANO, CLARINETTO
ALESSANDRO GWIS
PIANOFORTE
ZIAD TRABELSI
UD, VOCE
MARIO RIVERA
BASSO ACUSTICO
ARNALDO VACCA
PERCUSSIONI
Il repertorio tradizionale sefardita viene riproposto nell’ottica della moderna improvvisazione jazzistica in un progetto davvero unico e originale. Il sound del gruppo viene inoltre arricchito dalla presenza dell’ud e della voce di Ziad Trabelsi, membro storico dell'Orchestra di Piazza Vittorio e fresco vincitore, insieme a tutta l'orchestra, della 65esima edizione dei David di Donatello 2020 come Miglior Musicista per “Il Flauto Magico di Piazza Vittorio” di Mario Tronco e Gianfranco Cabiddu.
Sefarad è il nome con cui gli ebrei chiamavano la Spagna ed è da qui che incomincia il nostro viaggio. Gli insediamenti ebraici nella penisola iberica risalgono addirittura all’epoca romana e si protrassero fino alla fine del ‘500. Quattordici secoli in cui la cultura sefardita poté progredire a contatto prima con la cristianità e poi, a partire dal 700, anche con l’Islam. Otto secoli di incontro-scontro tra queste tre diverse culture testimoniano un periodo di grande interesse storico e naturalmente anche musicale. A partire dal 1492, anno della dolorosa cacciata delle comunità ebraiche spagnole ad opera dei re cattolici Ferdinando ed Isabella, la cultura sefardita si espanse in tutti i paesi del bacino del mediterraneo: Portogallo, Francia, Italia centro-settentrionale, Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto e in tutto il resto dell’Impero Ottomano, in particolare Turchia, Grecia, Palestina, Siria, ma non mancarono importanti insediamenti anche in Yugoslavia, Paesi Bassi, Austria, Polonia ed Americhe. Da questo sintetico quadro risulta evidente come la musica sefardita si sia sempre confrontata con i repertori, gli strumenti e le prassi esecutive dei paesi che ospitavano comunità ebraiche, in un rapporto di fertile scambio. Le caratteristiche più peculiari della musica sefardita risalgono alla loro origine spagnola, medioevale e rinascimentale. Nella sua struttura melodica sono presenti tracce arcaiche, si conservano cadenze e forme in uso nella musica dei menestrelli dell’occidente cristiano. Si trovano inoltre nella musica sefardita alcuni dei più importanti parametri che caratterizzano i sistemi musicali islamici: scale, modi ornamenti, microintervalli, improvvisazioni guidate, stile interpretativo, basti pensare alle assonanze con la tradizione arabo andalusa.

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28 дек 2020

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Комментарии : 2   
@ragazzaverdedeifiordi451
@ragazzaverdedeifiordi451 Год назад
Una meravigliosa interpretazione, grazie! Eine ganz wunderbare Interpretation, danke!
@waltermerino8752
@waltermerino8752 5 дней назад
Esto mas parece musica arabe, que hebreo.... Es facil entender, entonces, porque algunos judíos sefaradies apoyan a Palestina... Saludos desde Chile...
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