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Gramsci dal Biennio Rosso ai Quaderni dal Carcere 

Angelo d'Orsi
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28 окт 2024

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Комментарии : 19   
@andreacaputo4535
@andreacaputo4535 9 месяцев назад
Queste conferenze sono dei gioielli da custodire ❤
@wuming2638
@wuming2638 5 месяцев назад
Ottimo !
@vincenzodaddario5850
@vincenzodaddario5850 9 месяцев назад
Grazie professore di queste belle "lezioni" e ricordiamo sempre quella vita profonda e determinata che è stata Gramsci
@panettonenatalizio4112
@panettonenatalizio4112 8 месяцев назад
Veramente sto professore, ieri, ha fatto una figura barbina nella trasmissione di Porro. Si è permesso di dire che i poliziotti manganellano i ragazzi, peraltro teppistelli ideologizzati dei centri sociali, perché sarebbero invidiosi di loro. Ma sto professore ragiona prima di parlare oppure apre la bocca e dà fiato tanto per non tacere? E questo insegnerebbe? Io non lo vorrei mai come professore, per mio figlio, uno così.
@panettonenatalizio4112
@panettonenatalizio4112 8 месяцев назад
In Italia, oggi, ben poco si conosce del cosiddetto Biennio Rosso, ossia il periodo storico compreso tra il 1919 e il 1920 in cui si scatenò, per la prima volta su scala nazionale, una violenta stagione di tensioni politiche e sociali a causa dei comunisti. Ci furono violenze generate dalla crisi economica cui fu costretta l’Italia dopo la conclusione del conflitto mondiale e dall’incapacità del Governo di dare risposte concrete sul piano della politica interna ed internazionale. Questo periodo rivoluzionario, scandito da sommosse, insurrezioni locali, linciaggi, boicottaggi, prevaricazioni, offese ai valori nazionali e alla religione, condito di morti e feriti, di stragi di Stato è stato, GUARDA CASO, cancellato dai libri di scuola. Questo per non dare nessuna giustificazione alla successiva reazione fascista che stroncò ogni mira rivoluzionaria bolscevica in Italia. La reazione fascista venne accettata da molti come naturale conseguenza e rimedio alle violenze rosse che avevano sconvolto per due anni l’intera Nazione. Bastino le parole di Alcide De Gasperi, sul cui profilo politico non occorre indugiare: "ll fascismo fu sugli inizi un impeto di reazione all’internazionalismo comunista che negava la libertà della Nazione […]". Tra il 1919 e il 1920 l’Italia venne percorsa da una spirale di violenza politica come mai si era registrata nella sua storia, violenza fomentata da un PSI massimalista che, sebbene vincitore delle elezioni del Novembre ’19, si trovò impossibilitato a governare la Nazione, come a scatenare la tanto annunciata rivoluzione bolscevica. In questo caos di violenze generalizzate e conseguenti repressioni di Stato si verificarono degli episodi agghiaccianti. Un esempio sono gli stupri di Ottobiano del 13 Maggio 1920. Erano mesi che la violenza massimalista sfogava il suo odio contro la religione in attacchi diretti al clero e ai fedeli. Nelle Parrocchie si viveva un clima di terrore e le stesse processioni, fatte oggetto di oscene e volgari invettive dai socialisti ufficiali ed anarchici vari, se non assaltate a colpi di pietra e bastoni, erano praticamente scomparse dai luoghi pubblici. Il tutto in un crescendo, che avrebbe dovuto portare all’instaurazione della dittatura del proletariato, dove non ci sarebbe stato più posto per la religione “oppio dei popoli” e per i suoi ministri… “fare come in Russia”.La conflittualità permanente vedeva due grandi protagonisti in lotta: i sovversivi da un lato e le forze dell’ordine dell’altro. I fascisti, minoritari e senza un seguito apprezzabile, osservavano gli eventi, cercando di ritagliarsi una più che problematica agibilità politica in un mondo che sembrava scivolare drammaticamente, quanto velocemente, nel baratro della rivoluzione bolscevica. Il 2 Maggio 1920, ad esempio, a S. Agata (Firenze), i sovversivi avevano invaso una chiesa durante una festa religiosa e negli incidenti che ne seguirono erano stati feriti alcuni esponenti del PPI: “Venivano esplosi colpi anche contro il Sacramento".
@stefanozannato3620
@stefanozannato3620 10 месяцев назад
Grazie di questo regalo di Natale
@panettonenatalizio4112
@panettonenatalizio4112 8 месяцев назад
In Italia, oggi, ben poco si conosce del cosiddetto Biennio Rosso, ossia il periodo storico compreso tra il 1919 e il 1920 in cui si scatenò, per la prima volta su scala nazionale, una violenta stagione di tensioni politiche e sociali a causa dei comunisti. Ci furono violenze generate dalla crisi economica cui fu costretta l’Italia dopo la conclusione del conflitto mondiale e dall’incapacità del Governo di dare risposte concrete sul piano della politica interna ed internazionale. Questo periodo rivoluzionario, scandito da sommosse, insurrezioni locali, linciaggi, boicottaggi, prevaricazioni, offese ai valori nazionali e alla religione, condito di morti e feriti, di stragi di Stato è stato, GUARDA CASO, cancellato dai libri di scuola. Questo per non dare nessuna giustificazione alla successiva reazione fascista che stroncò ogni mira rivoluzionaria bolscevica in Italia. La reazione fascista venne accettata da molti come naturale conseguenza e rimedio alle violenze rosse che avevano sconvolto per due anni l’intera Nazione. Bastino le parole di Alcide De Gasperi, sul cui profilo politico non occorre indugiare: "ll fascismo fu sugli inizi un impeto di reazione all’internazionalismo comunista che negava la libertà della Nazione […]". Tra il 1919 e il 1920 l’Italia venne percorsa da una spirale di violenza politica come mai si era registrata nella sua storia, violenza fomentata da un PSI massimalista che, sebbene vincitore delle elezioni del Novembre ’19, si trovò impossibilitato a governare la Nazione, come a scatenare la tanto annunciata rivoluzione bolscevica. In questo caos di violenze generalizzate e conseguenti repressioni di Stato si verificarono degli episodi agghiaccianti. Un esempio sono gli stupri di Ottobiano del 13 Maggio 1920. Erano mesi che la violenza massimalista sfogava il suo odio contro la religione in attacchi diretti al clero e ai fedeli. Nelle Parrocchie si viveva un clima di terrore e le stesse processioni, fatte oggetto di oscene e volgari invettive dai socialisti ufficiali ed anarchici vari, se non assaltate a colpi di pietra e bastoni, erano praticamente scomparse dai luoghi pubblici. Il tutto in un crescendo, che avrebbe dovuto portare all’instaurazione della dittatura del proletariato, dove non ci sarebbe stato più posto per la religione “oppio dei popoli” e per i suoi ministri… “fare come in Russia”.La conflittualità permanente vedeva due grandi protagonisti in lotta: i sovversivi da un lato e le forze dell’ordine dell’altro. I fascisti, minoritari e senza un seguito apprezzabile, osservavano gli eventi, cercando di ritagliarsi una più che problematica agibilità politica in un mondo che sembrava scivolare drammaticamente, quanto velocemente, nel baratro della rivoluzione bolscevica. Il 2 Maggio 1920, ad esempio, a S. Agata (Firenze), i sovversivi avevano invaso una chiesa durante una festa religiosa e negli incidenti che ne seguirono erano stati feriti alcuni esponenti del PPI: “Venivano esplosi colpi anche contro il Sacramento".
@wuming2638
@wuming2638 5 месяцев назад
Lei fa una ricostruzione molto drammatizzata della realtà . Innanzi tutto descrivere l’Italia teatro di violenze mai viste come in quel periodo è una falsificazione della realtà sia anteriore sia posteriore al biennio rosso . Inoltre fu proprio Gramsci a teorizzare una alleanza tra comunismo e cristianesimo e fu proprio questa intuizione a renderlo un target di accanimento della polizia fascista . Inoltre qualsiasi persona faccia un minimo di ricerca storica vera e non piena della stessa retorica falsa che lei usa si trovano nella storiografia italiana tutti i passaggi controversi della sinistra declinati in tante salse : il comunismo è sempre stato il nemico numero uno della nato . Essendo l’Italia un paese nato semmai il motivo per cui c’è poca chiarezza scolastica riguardo il comunismo è per un motivo esattamente opposto : alla nato nelle varie stagioni non ha mai fatto comodo far capire bene il percorso del movimento comunista perché la sua parabola trova diversi apici di trionfo storico da parte della Russia unita alla bandiera rossa contro l’occidentalismo .
@dinograndi9427
@dinograndi9427 9 месяцев назад
Commovente descrizione della vita di Gramsci. Davvero coinvolgente il Prof. Angelo D orsi. Mi piacerebbe incontrarlo di persona per stringergli la mano. Bravo 👏👏
@panettonenatalizio4112
@panettonenatalizio4112 8 месяцев назад
Veramente sto professore, ieri, ha fatto una figura barbina nella trasmissione di Porro. Si è permesso di dire che i poliziotti manganellano i ragazzi, peraltro teppistelli ideologizzati dei centri sociali, perché sarebbero invidiosi di loro. Ma sto professore ragiona prima di parlare oppure apre la bocca e dà fiato tanto per non tacere? E questo insegnerebbe? Io non lo vorrei mai come professore, per mio figlio, uno così.
@agronsela007
@agronsela007 10 месяцев назад
Stefano, ma dove sei finito
@panettonenatalizio4112
@panettonenatalizio4112 8 месяцев назад
In Italia, oggi, ben poco si conosce del cosiddetto Biennio Rosso, ossia il periodo storico compreso tra il 1919 e il 1920 in cui si scatenò, per la prima volta su scala nazionale, una violenta stagione di tensioni politiche e sociali a causa dei comunisti. Ci furono violenze generate dalla crisi economica cui fu costretta l’Italia dopo la conclusione del conflitto mondiale e dall’incapacità del Governo di dare risposte concrete sul piano della politica interna ed internazionale. Questo periodo rivoluzionario, scandito da sommosse, insurrezioni locali, linciaggi, boicottaggi, prevaricazioni, offese ai valori nazionali e alla religione, condito di morti e feriti, di stragi di Stato è stato, GUARDA CASO, cancellato dai libri di scuola. Questo per non dare nessuna giustificazione alla successiva reazione fascista che stroncò ogni mira rivoluzionaria bolscevica in Italia. La reazione fascista venne accettata da molti come naturale conseguenza e rimedio alle violenze rosse che avevano sconvolto per due anni l’intera Nazione. Bastino le parole di Alcide De Gasperi, sul cui profilo politico non occorre indugiare: "ll fascismo fu sugli inizi un impeto di reazione all’internazionalismo comunista che negava la libertà della Nazione […]". Tra il 1919 e il 1920 l’Italia venne percorsa da una spirale di violenza politica come mai si era registrata nella sua storia, violenza fomentata da un PSI massimalista che, sebbene vincitore delle elezioni del Novembre ’19, si trovò impossibilitato a governare la Nazione, come a scatenare la tanto annunciata rivoluzione bolscevica. In questo caos di violenze generalizzate e conseguenti repressioni di Stato si verificarono degli episodi agghiaccianti. Un esempio sono gli stupri di Ottobiano del 13 Maggio 1920. Erano mesi che la violenza massimalista sfogava il suo odio contro la religione in attacchi diretti al clero e ai fedeli. Nelle Parrocchie si viveva un clima di terrore e le stesse processioni, fatte oggetto di oscene e volgari invettive dai socialisti ufficiali ed anarchici vari, se non assaltate a colpi di pietra e bastoni, erano praticamente scomparse dai luoghi pubblici. Il tutto in un crescendo, che avrebbe dovuto portare all’instaurazione della dittatura del proletariato, dove non ci sarebbe stato più posto per la religione “oppio dei popoli” e per i suoi ministri… “fare come in Russia”.La conflittualità permanente vedeva due grandi protagonisti in lotta: i sovversivi da un lato e le forze dell’ordine dell’altro. I fascisti, minoritari e senza un seguito apprezzabile, osservavano gli eventi, cercando di ritagliarsi una più che problematica agibilità politica in un mondo che sembrava scivolare drammaticamente, quanto velocemente, nel baratro della rivoluzione bolscevica. Il 2 Maggio 1920, ad esempio, a S. Agata (Firenze), i sovversivi avevano invaso una chiesa durante una festa religiosa e negli incidenti che ne seguirono erano stati feriti alcuni esponenti del PPI: “Venivano esplosi colpi anche contro il Sacramento".
@panettonenatalizio4112
@panettonenatalizio4112 7 месяцев назад
D'Orsi...ringrazia il Cielo che c'è il CAPITALISMO in Occidente. Ne parli male ma se mangi, TUTTI I GIORNI, lo devi, proprio, all'Economia di Mercato.
@wuming2638
@wuming2638 5 месяцев назад
Scusi ma allora la conquista del pane non la dobbiamo a Dio , ma al capitalismo se non ho capito male .
@panettonenatalizio4112
@panettonenatalizio4112 7 месяцев назад
Lunedì, ANCORA UNA VOLTA, nella trasmissione: "Quarta Repubblica", D'Orsi ha detto baggianate. Ha detto, ad una giornalista, di studiare, quando lui è il PRIMO ad avere un'istruzione molto discutibile. D'altra parte il "professore" è andato all'Università a cavallo tra il 1968 ed i primi anni '70 e quindi in un periodo in cui gli studenti anziché concentrarsi nello studio preferivano scaldare le sedie facendo occupazioni e collettivi politici. Poi ha criticato l'Occidente citando Asor Rosa, come se fosse un guru, quando era un rigurgito di comunismo. Ha parlato di Marxismo che è la favoletta, per antonomasia, in cui non crede più nessuno. D'Orsi...figlio caro...siamo nel 2024. Tu, invece, sei rimasti al '68 ed ai patetici anni '70. D'Orsi parla di un nuovo possibile comunismo, quando è un'ideologia fallita che ha prodotto solo danni. Non esiste un nuovo, e diverso, comunismo ma uno solo che è stato, GRAZIE AL CIELO, archiviato dalla storia.
@servizioweb1267
@servizioweb1267 3 месяца назад
Facile fare i fascisti nella repubblica.
Далее
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