Questa storia di andare ad ammazzarsi con il Greg () poi ti scappa di mano. Si è partiti con una corsetta leggera da 10 km, in amicizia, in tranquillità, tipo una passeggiata sul lungomare. Che alla fine ti dici, beh, dai, divertente, non mi sono manco stancato troppo. Questi atleti, cosa sarà mai? Poi tutto ha preso una brutta piega. Bruttissima. O una bella piega. Bellissima. Dipende da che parte guardi. Se da persona normale o da Greg.
Perché un decente incremento delle difficoltà nelle prove a cui sei sottoposto te lo puoi aspettare, ma un salto esponenziale carpiato, dai, non è ragionevole. Ma tutto quadra, infatti qua non si ragiona. Ed è questo il bello. Vai su e giù per i campi per 80 chilometri in bicicletta, scavezzacolli per 50 chilometri a tartufi, ti arrabatti 26 km su e giù per il Conero e pensi: adesso non mi può succedere più niente. Invece il Greg riesce sempre a inventarsi qualcosa che non ti puoi nemmeno immaginare.
La prova di oggi non si capisce. L'appello recita: ore 7,30 (tarda mattinata - n.d.r) bar Lievita di Riccione, metabolici, assetto trail con zainetto ma scarpe da strada. A seguire, come tutti i sabati, bevutona di Kukà per reintegro energie. Astenersi buonisti e pacifisti. Domani si pesta.
D'accordo con voi, non si capisce che fine si farà, ma per me è un richiamo sexy, e questo significa che sono caduto senza speranza nella spirale del sedicente semi-atleta.
Ah1: "metabolici" significa morire d'un colpo senza mangiare. Una mandorla ogni 100 chilometri di corsa. Ho mangiato due semi di chia e sono stato duramente redarguito dal Greg: sei matto? Sono calorici! Perdono, l'ho preso a mia insaputa.
Ah2: la Kukà è una birra che fanno a Civitanova Marche e che se la bevi una volta non ne puoi fare più a meno. Come il gruppo del Greg.
Partiamo da Riccione belli felici, corriamo sulla spiaggia in tranquillità con Daniele che ci insegna alcune cose. Correre è la cosa più naturale che c'è, siamo disegnati per correre. Correre male lo fanno tutti; correre bene è difficilissimo, se corriamo bene stiamo da dio, se invece corriamo così come viene ci stanchiamo e ci facciamo pure male.
Dopo 14 chilometri scopriamo a cosa ci serve lo zainetto trail: il ricambio asciutto (all'andata pioveva pure - n.d.r.) serve per la palestra di Fabio Pasini (www.universumklub.it). Bello! Sono già tutto rotto, a piedi, a 14 km dalla mia macchina che mi serve per tornare a casa e mi aspetta un allenamento di crossfit. Greg, ziocanta, ti denuncio.
Gli esercizi ci hanno ammazzato, ma ci è andata di stralusso. Infatti non oggi c'era Martin il terribile, e così abbiamo scampato il campo delle torture, quello dove devi correre sui gomiti nel fango tirandoti dietro un copertone legato in vita col filo spinato mentre l'omone cattivo ti urla nelle orecchie che sei una merda e tu ringrazi che non ti mena come ti meriteresti. Vedi? A volte, cosa vuol dire la fortuna.
Finita la tortura, via, si riparte per Riccione: altri 14 chilometri con le gambe di legno e tutto il resto ciancicato dal crossfit. Che goduria! Siamo sopravvissuti solo perché seguivamo il miraggio della Kukà ghiacciata che ci aspettava a mo' di anestetico.
La cosa buona è che il Greg in questi momenti di disperazione ha sempre una buona parola per te. Tipo: "muoviti che fai pena", "dai che sennò facciamo mezzanotte", "corri sulla strada così ti stirano e finisci di soffrire". E così via.
Se tra i miei lettori c'è uno psicologo, mi spiega perché nonostante il martirio non vediamo l'ora che arrivi il fine settimana per tornare a soffrire le pene dell'inferno con il Gregoretti Open Sadic Group?
15 сен 2024
