Questo fu il mio primo incontro con Aldo Busi. Era il 24 marzo 1995.
Nel tentativo di disegnare un profilo della persona e non solo dello scrittore, men che meno del personaggio, lo incontrai a casa sua, a Montichiari. Busi fu educatamente recalcitrante ma infine molto generoso nel parlare di letteratura, di politica, d’amore, del suo modo d’intendere il rapporto fra persone.
L'intervista fu pubblicata sulle pagine di un quotidiano nazionale. L'audio non è professionale in quanto, appunto, la registrazione era destinata a essere solo trascritta, pertanto è rimasta finora inedita.
Anche la storia dietro a quella intervista è curiosa, almeno per me. All’epoca ero un giovane giornalista che collaborava come freelance a varie testate locali per sbarcare il lunario e per farmi la tessera di pubblicista, che ho ancora. Una sera, durante una riunione di redazione, il caporedattore di una di queste testate chiese chi voleva andare a intervistare Aldo Busi. Tutti i presenti - dico tutti - ebbero sorrisetti idioti e battute ancora più incomprensibili. Fui l’unico ad alzare la mano e a dire: “Vado io.” A me non pareva vero di avere l’opportunità di intervistare e conoscere uno scrittore che ammiravo.
Così andai da lui e lo intervistai. Con quell’intervista in mano presi contatti con diversi quotidiani nazionali. L’Indipendente colse l’occasione al volo e pubblicammo una paginata. Busi mi diede l’anteprima del suo nuovo libro, era “Madre Asdrubala”, gettando lo scompiglio alla Mondadori che non lo sapeva.
Cominciai così a lavorare per un quotidiano nazionale che poi mi aprì altre porte. Grazie ad Aldo Busi e alla stupidità collettiva.
Intervista di Andrea Perego.
15 сен 2023