I understand some Italian, enough to know he's stimulated by writing in Paris where he feels anonymous. He was saying it's a multilingual environment, his wife speaks Spanish, his daughter speaks Parisian dialect, the cleaning woman speaks Portuguese. He's very open to it all, a likeable guy as you said. I guess you can pick up on that without knowing the dialog.
L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio. - Italo Calvino, Le città invisibili
Questa è la Parigi in cui ho vissuto da giovane, quando ho scoperto per la prima volta la scrittura di Italo Calvino. Ora, finalmente, sto imparando l'italiano e posso guardarlo nella sua lingua originale. Questo film è un gioiello, anche se ciò che era "moderno" allora è ora nostalgia.
Le inquadrature sui diversi negozi e mercati mi han ricordato immediatamente il capitolo di Palomar in cui il signor Palomar, per l'appunto, entra nel negozio di formaggi. Grazie di questi 28 minuti! Calvino come più grande tesoro della letteratura contemporanea italiana.
Caro Italo...se tu potessi vederci oggi...guarda che fine abbiamo fatto. Meglio che tu te ne sia andato prima, anche se la tua mancanza si fa sentire fortemente.
Viviamo nei social e li odio ma adoro RU-vid perché ho scoperto decine di video come questi che non avrei mai potuto vedere su intellettuali, sulla storia, sulla cultura. Un grande patrimonio RU-vid se usato bene.
Grazie, per fortuna c'è chi diffonde questi fiori, mentre la TV di stato potrebbe rendere un ottimo servizio, a sé e al suo pubblico (e legittimo proprietario), oltre a realizzare un più che opportuno risparmio, chiudendo i 2/3 dei programmi attuali e trasmettendo gli immensi tesori custoditi nei suoi archivi, in particolare i documenti realizzati con tanti intellettuali veri. Figure mitologiche ormai estinte.
Raiplay ha un tesoro infatti, anche se bisogna cercare un po'. Da quando la RAI ha deciso che la TV di Stato deve competere commercialmente con Fininvest, poi Mediaset, si è messa sullo stesso piano del rivale, con le conseguenze che conosciamo. Gli archivi rimangono accessibili, peccato che bisogna inizialmente fare uno sforzo per trovare queste perle, e ben pochi sono disposti a farlo.
@@alephpolveroso infatti, a essere più precisi visto che raiplay etc è accessibile anche dal computer su internet, sarebbe più che altro opportuno, essendoci ormai molte piattaforme, canali e news su internt,su sky, su tv satellitari etc, molte delle quali milioni di volte migliori dellttuale Rai (sul fronte tanto informazione che approfondimento e intrattenimento) , che la Rai chiudesse per sempre come " tv di stato" quando un realtà è solo un becero carrozzone politico che da da mangiare con stipendi vergognosi ai fantocci amici di politici vari. Togliendo agli italiani l'ennesima tassa - furto legalizzato
@@problemitecnicitv9620 "non così tanti da far sì che le tv inizino a puntare su programmi di qualità e non sul lerciume che propongono di continuo"? Meglio così? 😁
Talvolta maledico la tecnologia. Ma quando mi imbatto in documenti simili mi rendo conto che tesoro abbiamo tra le mani noi abitanti di quest'epoca. Dovremmo farne miglior uso, altro che social e tik tok.
Bellissimo pezzo di storia italiana. Che emozione vedere una Parigi così lontana del tempo ma al contempo così innovatrice, con una lacrima per Notre Dame
Parigi come opera enciclopedica: negozi come pagine di giornale, la classificazione dei formaggi nelle botteghe specializzate, uno spirito da esposizione universale, ci ricorda tante bellissime pagine dedicate all’interminabile descrizione dei dettagli cittadini nell’opera di Zola
La scena si apre con Calvino nella biblioteca del suo appartamento. È una scena molto affettuosa, una biblioteca calda splendidamente illuminata contro l'oscurità che avanza all'esterno. Mostra un uomo, uno scrittore geniale, con i suoi libri affettuosi.
So i'm going to describe a little bit what's in the video: The interviewer asks Calvino about his life in paris. Calvino explains that he lives in paris, but all his contacts are in turin. He says that is house in paris is kind of country house, where he goes to take a vacation. He talks about how in his home everyone speaks a different language, he speaks italian, his wife speaks spanish and his daughter french, his maid speaks portuguese. After (8:00) this he speaks about how in the metro everyone is kind of invisible, he describes what happened to him the day before where he sees a man without shoes in the metro but none is noticing him. He says how a writer should be invisible, as well. After this they talk about how paris is changing, Calvino says that we should get use to see beauty even in the modern cities, as an example is shown the new part of paris called la defence.
Se pensi che l'hanno dato a Fo... Che mi sta pure simpatico, ma qui si parla di letteratura, e Calvino è forse il più grande scrittore italiano del Novecento. Insomma ci vorrebbero i Nobel postumi :)
Concordo. Roth è ancora troppo americano per essere apprezzato in Italia. Roth ha pagato di essere un ebreo americano Anti-ebreo, di riprendere il filo interrotto di Miller per certi passaggi spinti (indimenticabile la bistecca mangiata a tavola da tutti con le sue godute). Insomma Roth è stato, di certo, un viatico verso quella letteratura nuova, rivoluzionata nel linguaggio, e che come tale fa paura ai topi da biblioteca, che mancando di idee, si rituffano sempre nelle stesse identiche considerazioni di sempre. Basti guardare l'accademia dei premi a chi si rivolge con attenzione. Premio Calvino, Premio strega e così via. Argomenti identici, una copia di una copia di cento anni fa direbbe Celine. Calvino non poteva però vincere il discorso sulla letteratura e difatti più volte ha avuto bastonate da Pasolini, ma il problema sarebbe cosa dev'essere la letteratura e come la si dovrebbe vivere?Stando chiusi in uno studio e studiando a tavolino trame e sensazioni e emozioni tutte, oppure come direbbe Joyce lasciarsi andare a un flusso di coscienza che potrebbe anche portare a una letteratura viva potente ma naif come quella di Fante, per il passato, e di Ames nel presente? A pensare che i più venduti in Italia oggi, sono in ordine sparso: volo, bisotti, camilleri e cosi via. Questo la dice lunga su cosa si pubblichi in Italia, e sull'enorme cortocircuito che ha portato a chiamare Letteratura i diari e i pensieri "condivisi", e ha chiamato pensieri e inutile scrittura la vera letteratura. Vale ancora oggi la lezione di Menken l'editore di Fante. Un giorno Fante si trovava in un quartiere a Bunker Hill e stava cercando di scrivere e di diventare un grande scrittore. Henry Louis Mencken era il direttore della rivista Mercury e fante aveva appeso al muro la foto e ogni tanto la sera lo guardava e gli parlava. Mangiava l'unico pasto, due arance, che il fruttarolo Giapponese gli passava per pietà, solo un nichelino, per un sacchetto di arance.Guardava la foto del suo editore sul muro della stanza, come un’ icona cristiana. Poi un giorno gli scrive una lettera lui rispose: Uno scrittore che abbia meno esperienza di altri uomini non può essere in due posti contemporaneamente o si è davanti alla macchina da scrivere o si è nel mondo fare esperienza. Pertanto siccome è certo che si vuole scrivere e fare esperienza di cui scrivere, si deve imparare a fare molto con poco: e fare molto con poco è in breve il mestiere dello scrittore! Calvino questo non l'ha mai fatto. E' un autore per chi vuole una storia. Non è importante se sia vera falsa auto-celebrativa. Lui le storie le sa costruire. ma non mi risulta ci siano premi nobel per i muratori della carta!Asmodeo Antonio
Antonio Asmodeo Un giudizio assai severo e rigido, il suo. Chi dice che non si possa essere scrittori anche se si ha poca esperienza del mondo? E prima ancora, cosa s'intende per esperienza? Dipende senz'altro da quello che si vuole raccontare. C'è chi ha bisogno di attingere a un bacino di esperienze vasto, e a chi basta di affacciarsi alla finestra, o poco più, per anni. Non c'è bisogno che faccia nomi.
Interessante e profondo documenfo grazie al quale mi rendo conto del fascino subito da questa città enciclopedica dove amavo perdermi proprio come in un buon libro.
Lo scrittore non dovrebbe essere presenzialista, schierato politicamente, sempre pronto a sputare pareri e sentenze su tutto e tutti. Dovrebbe aspirare all'anonimato, essere uno di noi. Parole sagge. Non ne possiamo più di coloro che vorrebbero regolare la nostra vita. I nomi li conosciamo tutti. Alla fine risultano antipatici. Quando li sento pontificare mi viene voglia di non leggere i loro libri ma leggere o rileggere un bel libro classico.
I "bei classici" sono pieni di scrittori "presenzialisti, schierati politicamente" e con opinioni sul mondo e sulle persone. Anzi, penso che si possa dire che è proprio quel tipo di scrittori ad aver alimentato la cultura occidentale e ad aver abbattuto regimi intellettuali e politici
Una prova tanto semplice quanto concreta sulla grandezza della vita dell'uomo. Una sorta di direzione ambita da seguire. =) [poco importante] La clip non è possibile vederla sui dispositivi mobili.
Prendete la vita con leggerezza. Che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall'alto, non avere macigni sul cuore. - I. Calvino, Lezioni americane
Non so se si siano conosciuti a Parigi o da qualche altra parte, ma sicuramente erano amici. Cortázar ha scritto tre sonetti in una sorta di italiano inventato (pubblicati postumi in "Salvo el crepúscolo") e racconta di quando una sera li ha letti a Calvino.
Sì pare si siano conosciuti. Quando Borges era ormai cieco. Si racconta che Esther, moglie di Calvino e traduttrice, glielo abbia presentato e lui abbia risposto : "l'ho riconosciuto dal silenzio".
Mi sento un po' sciocco, ma non colgo il senso dei versi di Jules Laforgue "Je n'aurai jamais d'aventures ; Qu'il est petit, dans la nature, Le chemin d'fer Paris-Ceinture" che Calvino cita alla fine dell'intervista, rispondendo alla domanda se Parigi sia per lui la città della maturità. Qualcuno saprebbe illuminarmi?
Mi permetto di suggerire, forse più scioccamente che mai, che questa è forse la più ligure delle affermazioni di Calvino che ho avuto modo di leggere o ascoltare. Calvino pronuncia questi versi unendoli, come se fossero un pensiero solo, in realtà nel testo originale non suonano così, ma lui li recita come se dicessero: "non avrò mai avventure,(considerato)quanto è piccola nella natura la ferrovia Paris-Ceinture". È un pensiero di "ligurità", è ciò che uno nato su questo cornicione di terra pensa ogni volta che guarda davanti a sé verso il mare: vede l'infinito, spalancato lì davanti, e poi la zolla di terra su cui poggia i piedi, lo scoglio che sprofonda nel mare e pensa che questo cornicione di terra è troppo piccolo nell'immensità che da esso si vede, troppo esiguo per poter aspirare davvero, concretamente, all'avventura. Nella natura ligure, nella sua identità più profonda, c'è una sorta di rinuncia consapevole, un passare la mano che non è mancanza di occasioni né di coraggio, ma la percezione dell'immensità e di conseguenza di ciò che è "piccolo nella natura" e la loro coesistenza in un pensiero solo, in un solo colpo d'occhio, fanno pensare all'avventura, al viaggio con una dolcezza particolare, simile al rimpianto di chi è troppo consapevole per potersi permettere di sognare; forse questa, per un ligure, per me, è una sorta di maturità e forse lo era anche per Calvino. Saluti