Come si può non avere la pelle d'oca durante questa lezione di vita? Come non emozionarsi ascoltandola? Come non tuffarsi magicamente nel mare "infinito" delle nostre emozioni più vere? Altro non saprei dire, se non BRAVA, BRAVA e BRAVA.
E’ affascinante la definizione de l’“L’infinito” quale poesia “perfetta e misteriosa come un fiocco di neve”. Perfetta perché se ne avverte la intoccabilità formale e la composizione aleatoria e impalpabile. I fiocchi di neve sono frutto della cristallizzazione dell’acqua ed assumono forme irripetibili ed uniche in ogni circostanza. Ogni parola è al posto giusto e intoccabile e perfino le correzioni del testo autografo sembrano frutto di una lucidità indiscutibile. Straordinaria espressione di energia creativa e di compostezza della composizione. Però una cosa che viene trascurata dai critici è che l’autore vi esprime il suo percorso poetico creativo. Contiene un messaggio enigmatico sulla sua procedura creativa. Io direi più che misteriosa quindi risulta una poesia enigmatica. Ogni poesia è per certi versi misteriosa perché propone attraverso immagini e allusioni concetti da afferrare, percepire o avvertire. Il concetto recondito è variamente evidente ed espresso in modo conciso e allusivo. Nel caso della nostra poesia questa risulta sicuramente enigmatica perché contiene un concetto nascosto quasi ambiguo, velato da ricercare, da inventarsi. Tanto ben nascosto che è difficile afferrarlo che si è rinunciato a ricercarlo. Vediamo invece in che consiste e dove riteniamo risieda l’enigma. La parte incognita che nessuno si è spinto a precisare è nascosta nella espressione “il suon di lei”. Chi è lei e a quale suono si riferisce? Lei non è una donna o altra entità umana esterna. Infatti non contiene alcun riferimento che ne permetta l’individuazione. Una lei in carne ed ossa sarebbe fuori posto e fuori luogo. Lei potrebbe essere quella “voce” che il poeta ha enunciato qualche rigo poco prima? Prendiamo atto che tale suono sovviene con l’ “eterno, le morte stagioni, la presente e viva” e che è comparabile con una “ voce”. Voce che il poeta va comparando a quello infinito silenzio che si sviluppa con la stessa modalità con cui si ode lo stormir del vento tra queste piante. Quel suono sovvien, viene su insieme al concetto di eterno (assoluto temporale), le morte stagioni (il tempo che passa), la presente e viva (la gioia del vivere il presente). Viene su con le emozioni fondamentali della sensibilità del poeta in una modalità che gli permette di compararlo con un infinito silenzio. Una voce senza suono quindi, perché comparabile con un infinito silenzio a cui accede nel suo profondo. Dunque qual è la voce senza suono di cui avverte in un particolare stato emotivo la necessità espressiva? La voce è la sua profonda energia creativa che si può comparare con il profondo, infinito, sovrumano silenzio interiore che preme per esplodere alla realtà espressiva quando i confini sono superati “mirando” gli spazi interminati al di là della siepe. Cosa si fa sedendo e mirando? Si contempla. Ma contemplando si crea, si finge nel pensiero lasciando sgorgare con la leggerezza impalpabile dello stormir del vento tra le piante la sua emozione: la potenza creativa dell’assoluto, del passato e della gioia del presente e della energia comunicativa. Tutto ciò contrasta con l’abitudine di vivere nella dolcezza del proprio ambiente tutto contenuto nei confini dell’ermo colle e la siepe che lo separano della vista quotidiana e del celeste confine. Celeste come il colore del cielo ma certamente come la potenza della fantasia intrecciata alla sensibilità. Centrale nel racconto della poesia è il silenzio sovrumano e la profondissima quiete che non sono solo assenza di suoni ma stato emotivo di contemplazione creativa, poetica. Ma come poi tale energia venga a galla esplode è un percorso intenso e portatore di paura. Perché nel risalire alla coscienza si miscela con tracce di eternità, di tempo che muore passando, di vitalità del presente e suoni della voce comparata con l’infinito silenzio nella modalità con cui sente vibrare il vento tra gli alberi in modo leggero e continuo. Infinito silenzio che creato, avvertito come sovrumano insieme a profondissime quiete perché si agita nel profondo e gli provoca intensa paura. Il poeta descrive un intenso, vivo stato emotivo contemplando interminati spazi al di là della siepe che ostacola la sua vista e la sua percezione sensitiva. La vita è la soluzione di un enigma. Come la poesia. Come più di tutte è la poesia di Leopardi ”L’infinito”. Quell’infinito che si stratifica dentro di noi che ci contiene e ci guida o ci dirige per placare l’ansia o indirizzare le energie sedimentate La vera cultura è enigmatica. E gradualmente ogni espressione artistica lo è nella dimensione più o meno eccelsa. In quanto tale la cultura è un percorso verso l’infinito. Il problema è saperla afferrare nel recinto giusto-
Ma dove sarebbe scritto che la siepe ostacola la sua vista? "da tanta parte dell ultimo orizzonte " non vuol dire tutto l orizzonte e non vuol dire che il nostro sguardo è impedito. E' scritto "da tanta parte dell ultimo orizzonte " non " tanta parte dell 'ultimo orizzonte ". La siepe esclude lo sguardo da, non verso l orizzonte. Vuol dire che da quasi tutto intorno non si può guardare all interno. Si può forse immaginare una siepe su un colle che nasconde interamente il paesaggio? "Sedendo e mirando...di là da quella "vuol dire che lui guarda oltre la siepe.
Vedi, una delle cose migliori che ha fatto è stata far emergere la sua capacità di presentare e, naturalmente, sappiamo tutti che il suono generato dal computer non è qualcosa di nuovo, ma sicuramente la sua presentazione di questo pezzo ha spinto l'idea drammatica che il linguaggio stesso è un mezzo espressivo con cui chiunque altro oltre ai computer con le specifiche più elevate può farlo. Bene, può essere fatto anche dai computer con capacità più basse che girano la prosa poetica senza errori perché le macchine utilizzano istruzioni logiche definite a un sistema di altoparlanti. Lo svantaggio qui è che l '"elemento" umano viene rimosso soprattutto se confrontato con il modo sensuale con cui si è presentato. Il punto che ha fatto - quasi un appello - che si assapora la poesia di compositori così originali come Giacomo, questo è stato un buon lavoro e quanto è stato bello alla fine della sua presentazione consigliare che nel frattempo continuiamo a goderci questi poesie con il tempo rimasto prima che i Cyborg prendano finalmente il sopravvento?
Da marchigiano, da uomo che vive nei paesaggi che ha ispirato il poeta, non posso che ringraziarla per la spiegazione della poesia che tocca davvero il cuore e fa comprendere la formazione e l'assoluta grandezza del buon Giacomo nostro, patrimonio d'italia e del mondo intero. Troppo dovranno evolvere le macchine prima di arrivare, se mai ci arriveranno, al sentire umano. Un caro saluto e grazie di questa bella lezione.
@@piernicofe2214 mi associo e rilancio con un appello: qualcuno di questi pollici verso, appunto, ci parteciperebbe il suo mancato gradimento in modo più articolato? Ringrazio in anticipo
Questa meravigliosa attrice è un prodigio che dura nel tempo "infinito" della Poesia e del Teatro. L'Arte della Parola e della Musica si regge sul Pensiero del Compositore (come nella Poesia Musica) e vive nella voce di chi la interpreta. Lucilla Giagnoni ci apre spazi al pensiero che non sapevamo esistessero.
Delle considerazioni sul fatto che la Parola conservasse il suo fascino, mistero, profondità, venivano fatti ai tempi di Gutenberg. La preoccupazione che lo stampare, maccanicizzare la parola la privasse della sua "anima". Ma la poesia scritta a mano o letta su uno schermo resta poesia. So che non è la stessa cosa, ma se un giorno una macchina sarà in grado di scrivere una poesia, di provare sentimenti, di piangere, non me ne avrò, la considererò semplicemente un mio pari, un nuovo compagno di viaggio nel mistero della Vita.
Ogni volta mi stupisco di quanto sono ignorante: è fiorentina e quasi mia coetanea e non la conoscevo. Però amo imparare sempre qualcosa di nuovo. Dunque, molto brava, davvero ed apprezzo il senso della sua lettura. Aggiungo però che è stata, in un certo senso, una lettura un pò "facile", considerato che il livello della poesia è di per sè "infinito"!
Un tema mai trattato da nessuno. davvero originalissimisiimisssimimo. Dove dovrebbe finire la tecnologia? perche non rimuncia alla luce elettrica, il microfono, youtube, la cuffietta. ma dai....
Povero leopardi da vivo le donne non se lo cacavano ...dopo che nn c'è piu e dopo secoli gli entrano in testa molte donne e uomini ....e il van Gogh a fare la fame e impazzendo ..i suoi quadri oggi sparsi per il mondo dal valore inestimabile ..e molti ci campano sopra alla grande !! ...che skifo fa ' l' uomo ! E questo sono solo due esempi.....oggi e' uguale se non peggio fenomeni ancora sconosciuti o mai presi sul serio ...e nel futuro camperanno su di loro !?
Fantastica. Leopardi dovrebbe essere insegnato con questa passione e questo dinamismo. Sai parlare all’anima delle persone in modo avvincente e moderno.
5:31 invece penso che proprio dal significato e dal senso delle parole che passa la poesia... ci si concentra solo sul suono se non si capisce il suo significato. La Poesia è armonia dei significati al di là della Musicalità
Opinione rispettabilissima, la tua, che però trova un oppositore feroce in uno dei giganti del Novecento italiano; Carmelo Bene dedica tutta la sua opera-vita a ruggire il contrario: "In principio è la Phoné", il suono appunto. Dal canto mio, trovo che, se è la trasmissione di un significato, lo scopo, sia più efficace la prosa. La poesia esprime piuttosto emozioni, al pari della musica. Io sono un fruitore, quasi esclusivamente, di prosa e la mia dimestichezza con la poesia è pressoché nulla,. Se non fosse per le canzoni, ovviamente.
Senza dubbio una poesia bellissima, ma non credo che Leopardi, nello scriverla, abbia preso in considerazione i suoni o altro. Voleva trasmettere molte emozioni in poche righe e ci è riuscito.......... cavolo se ci è riuscito.
Ma se 5:31 la poesia fosse principalmente suoni senza significati sarebbe solo pura musica: invece la poesia è trovare argomenti semplici o complessi ed amplificarli rendendo il significato emozionante. Parlare dell'infinito per esempio come una riflessione tra la mente e il mondo, fa riflettere emozionando.Per farlo bisogna trattare dell'argomento con tante sfumature di significato. Se così non fosse (cioè se fosse solo puri suoni) la poesia sarebbe al pari di suonare uno strumento musicale. Ma sappiamo che così non è. Per esempio: una canzone dal contenuto particolarmente profondo viene definita "poetica" proprio per il suo significato. Non per la sua musicalità.
Apparte all' occhio ...Eccitante questa donna me altera i sensi !! Dimentica di dire che i computer non hanno cuore non producono ..tutto un sistema automatizzato !di cose passate registrare ! Non ha nemmeno il presente le sensazioni e intuito !
Dopo tante letture di questa poesia il significato della siepe assume diversi significati. Con lo scorrere della vita e il senso psicologico che uno acquista da essa, la siepe acquista un senso di impenetrabile barriera. G.P. Paragona i suoni (silenzio- che è un suono -pausa- in musica ed il sibilo del vento tra gli alberi -la vita). In questa contraddizione la sua mente si sperde e naufraga - nei suoi pensieri nichilisti che gli danno sostegno. Forse è meglio che mi distolga da questi pensieri e vada a potare la siepe del giardino.
Guardi, non sapremo mai se Leopardi avrebbe apprezzato le parole di Lucilla Giagnoni, ma se non altro siamo sicuri che il mio prof di grammatica non apprezzerebbe le sue
Preferisco la versione di Watson p.s.: "al primo emistichio"?! "...non tanto noi, ma voi"... Terribile, mancava poco che aggiungesse "voi, minus habens"! Ma per favore!
Non ci ha capito molto del significato dell' " Infinito ". Poi chiamarlo Giacomo...sarebbe come Ungaretti chiamarlo Giuseppe, che è stà confidenza totalmente antipoetica come se fosse il portinaio?
Arte e sentimenti solo da coscienza ed intelligenza che presuppongono un anima la quale rispecchia la natura umana e che solo Dio può creare. I computer li costruisce l'uomo...
L infinito non esiste, se prendete un righello e disegnate un punto al centro tra 1 e 2 cm, e ripetete l esercizio con la prima metà, se vi dicessi quante volte potete ripetere l esercizio mi rispondereste: infinite. Invece no, si arriva in un punto in cui lo spazio tempo non si può rimpicciolire, la realtà è discreta, non continua, ergo l infinito non esiste, di cosa stiamo parlando?
Oh altroché se si può. Addirittura si può rimpicciolire a tal punto che prende il valore nullo e cioè non esiste più. Possiamo anche scomodare il paradosso di Zenone ma spazio-tempo possono non esistere ed è stato dimostrato.
@@linosorce4006 dal punto di vista matematico si può fare, per la fisica no, sono le nuove teorie che lo dicono, prova a chiederlo al fisico Carlo Rovelli.
