L'estetista cinica racconta la sua storia imprenditoriale 

Bella?

Anch'io ho notato questa frase e mi è arrivata molto male. Saranno fatti propri se si decide di "scegliere di cambiare città per svolgere il proprio lavoro", il lavoro che si ama. Non pensando di fare un sacrificio, ma cogliendo un'ottima opportunità consapevolmente! Non è stata una bella frase quella che hai espresso cara «Cristina Fogazza»!

Ma sinceramente era era giustissima, si deve tutelare imprenditrice, la cosa era se poi non ti piace e mi molli il posto? Non cela puoi fare solo se sei del nord non era quello il senso, e lo dico da pugliese

@@lorenzopanarese9063 capisco il punto di vista imprenditoriale. Però quella preoccupazione "e se decidi di mollare il lavoro, perché non ce la fai, dopo che ti assumo" fa parte del rischio imprenditoriale. A lei come imprenditrice dovrebbe interessare la competenza di chi assume e la possibilità di recarsi al lavoro. Anche un dipendente già stanziato a Milano può decidere da un giorno all'altro che il lavoro non piaccia più e mollarla. È un discorso un po' riduttivo secondo me.

@@lorenzopanarese9063 chiunque può lasciare un posto di lavoro, cosa c'entra da dove proviene? Il motivo principale per lasciare un lavoro è una RAL più alta altrove o la volontà di cambiare (mansioni, ambiente di lavoro, mettersi in proprio). Il suo discorso non ha senso e l'ho trovato antipatico anche io. È il motivo per cui tanti mentono e dicono di risiedere già nella città nella quale è stanziata l'azienda presso la quale si candidano. Inoltre, stiamo parlando di persone adulte, mica di ragazzine che lasciano il lavoro perché je manca mammà. Eddai. Ripeto, nonsense.

Solo i suoi costano troppo.???

È bresciana

Quoto. A pelle non potrei mai lavorare per una come lei. Supponente come pochi. Non oso immaginare come tratti le sue dipendenti...😁

Marina Milani, non sono d' accordo mia cara, basta dare in garanzia una proprietà come una casa o un appartamento e la banca ti fa il prestito !

@@ziagina2240 quello non è partire da zero. Zero è 0 euro, da nulla, tiri fuori le tasche e c'è solo la fodera, come la maggior parte degli italiani. Inoltre se sulla casa-appartamento c'è ancora un mutuo acceso, la banca ti ride in faccia, così fai pure la figura della tonta e dalla stessa banca è meglio non metterci più piede, neppure con un buon business plan. Ti assicuro che partire con 20.000 non è micca brutto, tutto è molto più semplice, moltooooo, ovviamente se non si ha p.iva si crede alle favolette .. buona giornata

@@dubai2924 zero assoluto non puo' esistere per qualsiasi impresa, a meno che con zero soldi non si intenda quelli di qualche altra persona che rischia come investimento per una rendita futura ed eventuale. Posso dire che 20000 di base con conoscenze nel settore, una buona baseline di follower e amiche influencer con un tocco di ottima comunicazione, il tutto farcito da un know-how non indifferente, possono portare ad avere buoni risultati (ma non è per tutti, ci vuole anche una buona dose di fortuna). Bisogna comunque ammettere che ha saputo districarsi bene in questa impresa, buon per lei. buona giornata a tutti

Non è un tonico...

Non trovi un tonico nemmeno a cercarlo wu veralab

Sarà anche antipatica ma il suo successo non è dovuto alla furbizia. Strategia di comunicazione e marketing ( oltre a prodotti evidentemente validi perché altrimenti i numeri non sarebbero in crescita) super efficaci. Hai detto niente...

L'invidia fa brutti scherzi... forse se uno riuscisse ad uscire da una mentalità retrograda e guardasse all'abbondanza vedrebbe le persone di successo con altri occhi.

"Non so come sono messi i lettori del sole 24ore"....diciamo la verita', se non avesse incontrato spora, questa bergamasca non sarebbe a essere intervistata dal dole

Semplicemente ha studiato. E le cose le sa

@@saradiodati5059 non basta studiare.credo sia una persona abbastanza spregiudicata

In realtà ci sono avvocati e notai (principalmente donne) che usano i social per divulgare informazioni del settore, in genere partendo da fatti di cronaca. Personalmente ne seguo due con molto interesse.

@@OcchioniApotropaici Non ho dubbi che esistano professionisti che violino le regole deontologiche in Italia. Tuttavia, un conto è farsi pubblicità (anche utilizzando i social) fregandosene delle possibili sanzioni, un altro è che sia consentito farlo

@@giulia4236 non vedo come commentare casi di cronaca (es.: Decisioni del garante privacy in merito a questioni attuali) possa violare il codice deontologico.

@@OcchioniApotropaici Cosa c'entra il commento ai casi di cronaca? La signora parlava di tutt'altro, e cioè dello snobbismo da parte di alcuni professionisti, quali gli avvocati, riservato ai social, ritenuti inadeguati a pubblicizzare i propri servizi. Cosa semplicemente vietata e sanzionata dal codice deontologico forense.

@@giulia4236 se avessi letto il mio primo commento prima di partire in quarta lo avresti capito, cosa c'entra. Non nutro particolare simpatia per Cristina Fogazzi ma lei nell'intervista si riferisce a un generico uso dei social come strumento di comunicazione professionale, come declinarlo lo decide il professionista in base anche ai limiti deontologici. La promozione non è solo la pubblicità spicciola. Si può usare nel modo citato per fare informazione e indirettamente promuovere la propria immagine di professionista.