È una strada liminale, quella scandita dalle edicole votive che feriscono muri e campagne del Sud Italia, lastricata di intrecci e confini.
Già quello fra fede e superstizione è difficilmente rintracciabile: è come se ogni quartiere, ogni campagna, ogni nucleo sociale, più o meno piccolo, più o meno eterogeneo, avesse la propria personale divinità, a suo esclusivo uso e consumo.
Delle tracce di una grammatica collettiva, dei segni di appartenenza ad un tutto, prima ancora che di fede.
È un capovolgimento sghembo degli studi di De Martino: dove, fra Puglia e Lucania, la stessa Chiesa- l'istituzione Chiesa- ha finito per avallare il sincretismo figlio di riti e credenze magico- religiosi, qui si arriva al campo opposto, una fede così selvaggia da scantonare in una superstizione affamata ma sempre dignitosa.
Come se l'istituzione più vecchia nella storia dell'uomo, forse mai così vicina ad un collasso più o meno fisico, fosse stata superata da una delle più potenti de-istituzioni, l'onda anarchica di un gruppo di essere umani che si riconosce a vicenda.
"Così siamo morti a la Sicilia".
Illudendoci di trovare una salvezza che non c'è.
10 окт 2024
