La controversa storia della SINDROME di ASPERGER 

Si il masking è tanto sfiancante quanto necessario perchè altrimenti l'alternativa sarebbe la pura e semplice sincerità(che spesso risulta ai più essere maleducazione, soprattutto quando si cerca di usare il sarcasmo per vivacizzare), poi tra le rigide routine e il disagio costante di essere in situazioni su cui non si ha controllo(per non parlare della sovrastimolazione sensoriale) fanno delle nostre esistenze non proprio rosee(ovviamente parlo da autistico io stesso e non è cosi piacevole, la parte peggiore è che devo ancora prendere a lavorare e non ho la più pallida idea di come farò)

almeno in famiglia penso sarebbe positivo parlarne. magari intanto con uno psicologo?

@@hellni79 Perché dovrei parlarne in famiglia? Per cosa, per farli preoccupare dato che non sanno che cosa é lo spettro autistico? Poi, parli di psicologo..guarda che non risolve nulla sai? Quando sai di essere autistico, lo sei per tutta la vita quindi..

@@theom298 ovviamente poi dovresti educarli e loro stessi informarsi, a quel punto saresti più libero di essere te stesso quando in famiglia. che poi non è che nasci "imparato" a mascherare, sarai stato più esplicitamente autistico in certi comportamenti da piccolo immagino quindi anche per loro si accenderebbe qualche lampadina. lo psicologo aiuta ma deve essere competente in materia. quando hai scoperto di esserlo è stato con una diagnosi ufficiale o ti sei autodiagnosticato? Comunque ovviamente l'autismo te lo tieni per sempre, eppure c'è chi se la vive piuttosto bene, magari anche con l'aiuto della psicoterapia, ci sono molte testimonianze qui su youtube (sopratutto in inglese), non vedo perchè anche tu non possa ottenere un miglioramento di qualche tipo.

@@hellni79 Io ho diagnosi ufficiale, da autodidatta poi essere o non essere nulla e quindi é già una cosa da escludere "l'autodiagnosi". Io sono convinto che non serva dare preoccupazioni ai famigliari oltre quello che già hanno. Ovvio che la mia famiglia si sia accorta già da piccolo che qualcosa era diverso dagli altri bambini, ma non vi hanno dato importanza. Col crescere, ho appreso da solo quali comportamenti erano "sbagliati" e quali no. Ciò rimesso la vita sociale, ma non mi importa poi così tanto..

Aggiungo che è tipico che questi autistici non diagnosticati vengono spesso etichettati come timidi, insicuri, asociali, disadattati, bizzarri, ecc...

Come hai fatto per prenotare la valutazione? Io ho chiamato l'ASL, il CUP, neurologia, pediatria, psichiatria e nessuno fa diagnosi per autismo per adulti Sapresti aiutarmi?

@@maxreview1736 ciao, io mi sono rivolto ad un centro privato. Ti consiglio di cercare anche su Google il centro più vicino a te. Oppure puoi chiedere ad altri operatori della salute mentale nel tuonterritorio informazioni. Io ho scoperto il posto in cui vado grazie alla mia psicologa.

Sembra la mia storia ho scoperto 6 anni fa cioè a 37 anni di essere una donna Asperger perché ad un certo punto troppo masking mi stavo consumando dentro a livello psico fisico oggi posso dire di aver cambiato modo di vivere sicuramente doso di più la socializzazione e quando sento le batterie scariche ascolto i miei tempi. Come sono arrivata alla diagnosi con una ricerca su Google ho trovato uno specialista in autismo che si occupava più che altro di bambini ma mi volle aiutare per lo meno volevo togliermi il dubbio dopo 4/5 sedute ho avuto la diagnosi. Da lì in poi ad oggi ho imparato a conoscermi attraverso l'accettazione prima di tutto.

posso dire che l'etichetta stessa ti salva, perché dare un nome significa anche definire e spiegare il fenomeno, mentre la diversità e la mancanza di informazioni possono portare ad atteggiamenti istintivi del genere umano, tra cui derisione, isolamento, disperazione e disagio. Spiegare cos'è l'autismo e avere la possibilità di diagnosticarlo deve esserci e deve essere socialmente accettato in quanto essere umano. Fanno ridere quelli che credono di poter cancellare l'etichetta, perché hanno scarse capacità empatiche e non intuiscono che basta che si vede una persona diversa che, automaticamente, si agisce in maniera diversa rispetto a ciò che è più famigliare.

ci sarebbe anche da dire che avere il nome di ciò che ti rende diverso, ti aiuta a parlarne, ma anche ad agire in maniera più efficace, anche per gli altri. Mi da fastidio anche il fatto che sia la diagnostica ad adattarsi alla popolazione, quando invece è sufficiente plasmare immagini diverse, senza dover cambiare termini tecnici, anche perché la scienza è e deve essere in termini di linguaggio diversa da quella della popolazione

Concordo, non è una malattia ma sono gli effetti collaterali il problema, l'ansia mi accompagna da sempre, anche se quando ho scoperto di essere autistico (solo a 36 anni) è diminuita, perché riesco a gestire il tutto con più serenità, tuttavia riconosco che degli aiuti ci devono essere, altrimenti per una questione di orgoglio rischiamo di buttarci in mille situazioni non adatte a noi da cui poi è difficile uscire. La scuola , se avessi saputo di essere autistico e avessi avuto dei sostegni, non sarebbe stata un' esperienza schifosa come invece è stata.

@@donvalve2257 che problemi avevi a scuola?

@@maestradidietrologia4035 di tutto, dal distrarmi continuamente in quanto adhd, bullismo sia dai compagni che da alcuni professori (chi direttamente, chi invece parlava male di me ai genitori). A parte le elementari che sono state decenti, dalle medie in poi uno schifo unico, mi sono fermato in 3 superiore (diploma scuola professionale) perché ho avuto per via di ciò uno shutdown bello lungo. Ho ripreso dopo 2 anni e vari fallimenti lavorativi con le serali per arrivare al diploma vero e proprio pensando sono adulti li andrà meglio, grave errore ho trovato compagni che erano rifiuti umani e professori ignoranti e arroganti tranne un paio. Mi sono diplomato ma ho giurato che non avrei mai più messo piede in una scuola, altro che anni migliori,se non fosse stato per i miei interessi speciali sarei caduto in depressione sicuramente.

io sono andato a scuola 30 anni fa, quando queste diagnosi non c'erano ancora (se non per autismo grave ed evidente). Non so se mi sarebbe servito a qualcosa, sicuramente sarebbe servito a me per capire meglio me stesso, ma per il resto la diagnosi può portarti più comprensione o più bullismo da parte dei compagni (e a volte degli insegnanti). Il sostegno, poi, non capisco a cosa serva. Se hai problemi come, ad esempio, la disgrafia o discalculia, puoi avere dei benefici ad avere qualcuno che ti spiega le cose in maniera diversa, e ti insegna delle tecniche per superare quelle difficoltà. Ma un asperger non ha problemi a seguire una lezione e a studiare, magari può avere dei problemi perchè non vuole andare a lezione perchè non gli piace l'ambiente della scuola in generale e tutte le relazioni sociali che comporta, ma la scuola è quella, e a meno che non si facciano delle lezioni individuali per lui isolandolo non è che cambi il fatto che fa parte di una classe, che a sua volta è inserita in una scuola con centinaia di altri bambini o ragazzi.

Ci vorrebbero più luoghi e occasioni adatte agli autistici, ma non solo lavoro e scuola, quello è dovere, ma anche occasioni ludiche dove gli autistici possano incontrarsi in luoghi gestiti da loro per loro, in modo che le peculiarità e necessità vengano rispettate, e allo stesso tempo condividere hobby e passioni.

questo meccanismo va combattuto, facendo comprensione sui disturbi, che hanno intensità differente. Oggi nessuno si sognerebbe di dare a dei malati di mente a chi ha la DSA, che sono disturbi dell'apprendimento. È questione di rendere conto delle cose per come sono e cambiare quella stessa immagine che le persone associano istintivamente. Per me bisogna parlare, non ignorare né la diversità e né dire che non esistono disturbi, con la paura di discriminare. Credo che sia generalmente questo atteggiamento a fare sentire in primis gli autistici ad alto funzionamento discriminati, anche quando sono trattati come pari da altre persone. Da una parte Asperger, non viene più visto da un punto di vista cinematografico come un vero malato di mente, e questo lo ritengopositivo. Dall'altra parte, capisco che non è del tutto accurato la rappresentazione degli Asperger nei vari film, ma questo succede generalmente con qualunque cosa, per cui so già che questa sarebbe una battaglia contro i mulini a vento

@@alessiodaini7907 l'autismo non è un disturbo, non esiste ad alto funzionamento, l'autismo è un modo di funzionare del cervello, tu sei un neurotipico ad alto funzionamento?

La penso uguale. Le etichette sono uno strumento di economia cognitiva e comunicativa nel limite in cui vengono usate in maniera efficace e non deleteria/denigratoria.

Prendi una pensione? Che esami si devono fare per la diagnosi?

Mi rispondete, e' importante per me....

Peccato che Wernher von Braun non partecipò all'Aktion T4. Perché si sta parlando di questo per quanto riguarda Hans Asperger. Non capisco come mai alcune persone desiderino essere etichettate come Asperger. Solo perché sarebbero state giudicate anormali da uno psichiatra che selezionava i bambini da spedire nelle camere a gas? Ironico, vero? Come definiresti il comportamento di Hans Asperger, e quello di altri medici coinvolti negli eccidi. Loro, da nazisti, si credevano normalissimi. Si crede che molte personalità geniali del passato avessero tratti che oggi qualcuno definirebbe Asperger. Queste personalità avrebbero contribuito pienamente all'avanzamento del genere umano. Stranamente nessuno si era mai posto il problema di dare a loro una etichetta, fino a Hans Asperger. Allora che cosa se ne deduce? Forse le persone che presentano tratti che oggi qualcuno definirebbe Asperger sono d'intralcio per i regimi?

@@jamesfolken3163 ahahah..!! ...James Folken, se questi medici fossero stati VERAMENTE professionali al 100%, avrebbero dovuto fare una diagnosi anche al loro Führer..! ...Ma me sà che questo gli sarebbe costata la testa..!!😄 Un' Asperger che si oppone ai "regimi" , per fortuna cel'abbiamo anche nella nostra epoca, ed e' Greta Comesichiama. 👍

Scusami se mi permetto ma così facendo non fai altro che rafforzare lo stigma, cercando di allontanarti da “gli altri autistici”, sarebbe più opportuno invece che tutti insieme mostrassimo altre facce della condizione. Sono autistica anche io, ex asperger 🙂💜

Lo spettro autistico è molto ampio, cioè ci sono persone che hanno solo un bisogno di aiuto a capire alcune situazioni sociali, o avere un supporto psicologico ogni tanto come anche molti neurotipici sentono il bisogno (perché magari in parte le esperienze passate, e in parte per altri fattori, rendono abbastanza più probabile che si ha un periodo estremamente giù, io per un anno e mezzo sono stato in una apatia, e anche adesso nei momenti vuoti tendo a pensare e preoccuparmi su robe varie), altri che invece non riescono ad essere per niente autonomi, altro una via di mezzo, altei che sono dei geni ma hanno difficoltà nel gestire le cose quotidiane, altri che magari sono più indipendenti ma meno "brillanti" si certi temi (non dico meno intelligenti perché ci sono molti tipi di intelligenze, quindi il QI solo non determina l'intelligenza di una persona). Ecco perché nel tempo si è passato da un autismo generico, a sindrome di asperger, autismo ad alto funzionamento, autismo grave, sindrome di savant, ecc ... Ed ultimamente si pensa che anche queste "classificazioni" sono troppo riduttivo tra la estrema variabilità tra le persone che hanno la condizione . Quindi il solo autismo/Asperger di per se non ha senso di inserirlo, ma inserire in base alla co-"morbosità" che soggetto ha

Non è una malattia, è non lo dico io ma anche esperti tipo Moscone, il più esperto qui in Italia. Non è l'asperger, autismo la malattia ma gli effetti collaterali che ci possono essere, spesso dovuti a una societa non progettata per noi. Comunque dico ciò non perché sia offensivo o ci sia qualcosa di cui vergognarsi nell'essere malato, ci sono malati che hanno raggiunto risultati straordinari, Stephen Hawking tanto per dirne uno, ma perché se diciamo malati diamo l'idea che esiste una cura mentre l'autistico ha un sistema neurologico differente dalla maggioranza (neurotipici) e lo mantiene tutta la vita, quello che ci vuole sono i sostegni nell'affrontare le mille situazioni difficili che tutti o quasi gli autistici si trovano a vivere, ma senza voler "normalizzare" gli autistici, altrimenti si fa solo del male, anche il famigerato Masking che molti adottano, nel lungo termine può causare danni sia fisici che mentali, perché è come stare perennemente su un palcoscenico. Scusa per il papiro, spero di essere stato chiaro.

L' autismo non e' una malattia, e' un modo di essere.

@@giacomograndi5527 Certo non è una malattia, io parlavo di "spettro delle malattie mentali" in maniera generica, la sindrome di asperger è una sindrome come dice il nome e l'autismo è un disturbo, mi dispiace se ho offeso qualcuno non era la mia intenzione

@@francesco_amendola L' autismo non e' un disturbo o malattia, ma e' un modo di essere.

@@giacomograndi5527 la questione che lo spettro dell'autismo è molto ampio, cioè ci sono persone che hanno solo un bisogno di aiuto a capire alcune situazioni sociali, o avere un supporto psicologico ogni tanto come anche molti neurotipici sentono il bisogno (perché magari in parte le esperienze passate, e in parte per altri fattori, rendono abbastanza più probabile che si ha un periodo estremamente giù, io per un anno e mezzo sono stato in una apatia, e anche adesso nei momenti vuoti tendo a pensare e preoccuparmi su robe varie), altri che invece non riescono ad essere per niente autonomi, altro una via di mezzo, altei che sono dei geni ma hanno difficoltà nel gestire le cose quotidiane, altri che magari sono più indipendenti ma meno "brillanti" si certi temi (non dico meno intelligenti perché ci sono molti tipi di intelligenze, quindi il QI solo non determina l'intelligenza di una persona). Ecco perché nel tempo si è passato da un autismo generico, a sindrome di asperger, autismo ad alto funzionamento, autismo grave, sindrome di savant, ecc ... Ed ultimamente si pensa che anche queste "classificazioni" sono troppo riduttivo tra la estrema variabilità tra le persone che hanno la condizione .

Grazie. Scrivimi a marco.crepaldi@hikikomoriitalia.it

Probabilmente anch'io♾️

@@lunapomodoroplusdotazione 💜💜 Spoiler: ne abbiamo parlato con Marco

Più che Asperger sembri ipersensibile.

ma infatti non si cura l'autismo in sé ma le comorbilità associate. in quello ad alto funzionamento, quindi senza disabilità intellettiva, si tratta ad esempio la depressione associata alle difficoltà relazionali e poi psicoterapia anche per migliorare le skill sociali. Molti asperger vengono diagnosticati tardivamente proprio quando si rivolgono allo psicologo per depressione ed ansia.

@@hellni79 non esistono comorbidità,non essendo una patologia, ma co occorrenze, che possono essere patologiche o no, le patologie sono democratiche sia su base autistica che neurotipica

Non esistono neurodivergenze patologiche o non patologiche. Specifiche neurodivergenze possono essere più correlate a specifiche patologie, per esempio un autistico può essere più facilmente depresso o ansioso (in questo caso non per colpa dell'autismo in sé, ma a causa delle interazioni con la società), oppure uno psicopatico può avere facilmente dei tratti antisociali (quindi essere diagnosticato antisociale), una persona ADHD come borderline, ecc...

@@giovannic8553 Nel caso dell'autismo la correlazione potrebbe anche essere genetica. Non si può escludere.

una divergenza è patologica quando mette in pericolo la propria condizione esistenziale. Sam Vaikin è psicopatico eppure insegna all'università psicologia, ha trovato nella psicopatia un punto di equilibrio. Rimane psicopatico, lui stesso lo ammette, ma al momento non è patologico.

Da Asperger voglio capire come è nelle donne. Perché mi è stato detto che nelle donne le caratteristiche tendono essere un po' differenti, e c'è il sospetto che in molti casi non vengono notati.

Hai centrato il punto,sono gli effetti collaterali il problema, alcuni presenti geneticamente, altri dovuti all'interazione con una società non adatta a noi (classici ansia e depressione). Non bisogna mai cambiare la natura di un autistico, se no si fanno solo danni, gli interessi speciali e lo stimming (movimenti ripetitivi ) purché non dannosi devono rimanere perché fanno stare bene, aiutano a scaricare lo stress, sono gli effetti collaterali come detto prima il punto su cui bisogna intervenire, e li ogni situazione è diversa, così come deve essere l'intervento, non si può generalizzare.

Poi se hai oltre all'autismo anche l'ADHD fai tutto e il contrario di tutto, ma vabbè quella è ancora un'altra storia.

Che vuol dire "guardare il TG e crederci"? 🤔

@@laspilly Credere a quel che dicono.

​​@@laspillyPresente, autistico e adhd, come vivere una vita di contraddizioni perenni, da autistico cerco stabilità, ripetitività, sono negato negli sport e le novità mi spaventano, da adhd vorrei vivere una vita avventurosa, provare sempre cose nuove e ho mille pensieri per la testa, ecco è già difficile gestire una sola di queste 2 caratteristiche, figuriamoci entrambe.

Come ha spiegato lo stesso Marco Asperger è un termine desueto e senza alcun significato al giorno d'oggi se non quello di creare ulteriore disinformazione sul tema. Tralasciando ciò, il diventare un Incel non è intrinseco propriamente all'autismo quanto ad un disagio e ad una non accettazione di sé che può derivare anche dall'autismo ma non ne è parte integrante

sì, è più facile diventare incel se si è asperger, come è più facile diventare hikkikomori. affascinante credo l'asperger possa esserlo molto difficilmente, perchè è impacciato sia fisicamente che con le parole, e manca della capacità di chit chat, di fare le chiacchiere che sono fondamentali nell'approccio con una donna. Da giovani può essere un po' diverso, perchè a scuola è più facile conoscere ragazze (visto che siete fisicamente costretti nella stessa stanza), e puoi trovarne una che magari condivide una tua passione, con cui potete parlare (e se non altro avete in comune l'argomento della scuola). Ma uscito dalla scuola, quando devi chiedere a una ragazza di uscire, e poi devi vederla in un bar, magari affollato, o in un pub, e non sai bene cosa dire e come condurre la conversazione, o ti chiede di andare in discoteca e tu non sopporti la musica alta e la massa di persone tutte insieme... no, in genere non fai una buona figura. io da asperger posso dirti che trovo tutta la dinamica uomo-donna profondamente noiosa e ipocrita: l'uomo deve vantarsi e raccontare cose spesso false o esagerate, e la donna deve fingere di essere interessata (anche se in molti casi voleva solo farsi offrire la cena), e alla fine è solo una gara per vedere se l'uomo riesce a convincere la donna a fare sesso. Trovo più sincero e semplice andare con una prostituta (con cui se vuoi puoi anche parlare, e magari uscirci insieme in futuro), oppure la versione gay del battuage, facendo pompini agli sconosciuti nei bagni degli autogrill. Tanto se l'obiettivo nel 90% dei casi è il sesso perchè perdere tempo in inutili e ipocrite recite? Credo che più o meno questa sia la visione degli asperger (anche se gli altri possono non condividere la mia idea sulle prostitute). Non significa che tutti debbano diventare dei redpillati, ma certo è più facile avere astio per le donne venendo rifiutati, avendo fatto delle figuracce ridicole, e non riuscendo veramente a capirle perchè non si hanno avuti mai rapporti con loro di alcun genere. Poi gli incell sono una piccola minoranza chiusa, e questo piace agli asperger. L'asperger non è main stream, non segue la moda, ma può trovare piacere dall'appartenere a un piccolo gruppo se in esso non si sente giudicato e non deve vergognarsi dei suoi limiti.

però certo se sei Elon Musk e hai i soldi, allora puoi tranquillamente essere autistico e molto affascinante :D

@@micinomax81 concordo con te, credo di essere asperger pure io.

@@micinomax81 Concordo su tutto, unica differenza io sono Mgtow.

Concordo con te. In realtà la "ü" non è difficile da pronunciare, è essenzialmente una u chiusa. Proncunciandola bisogna fare la bocca a forma di bacino ed esce (lol non so come spiegarlo). Eh si, l'accento sarebbe gemùt

Quindi avere una passione sarebbe un sintomo patologico? Ma non vi rendete conto che è tutta una presa per il c***? Questi decidono cosa è "sindrome" e cosa non lo è a seconda della moda del momento, intendete dargli retta?

non è più presente come sindrome a sé stante ma rientra più genericamente nello "spettro autistico", quindi te e il tuo amico sareste più correttamente definiti come autistici ad alto funzionamento

No la sindrome di Asperger non esiste più da anni ormai, e né tu né il tuo amico ne siete affetti, tutt'al più siete autistici

@@hellni79 grazie, ora mi è più chiaro

Per me quello non è asperger, gioca solo a fare lo Sheldon Cooper italiano.

"non esistono forme gravi o lievi" mi sembra una grossa bugia, perché è relativo allo stile di vita e sulle capacità cognitive che ognuno ha. Certo, tutto il resto che dici è vero, ma è illogico sostenere che non ci sia elementi che discriminano un più facile adattamento rispetto ad un altro, anche perché non sappiamo ancora molto sull'autismo.

@@alessiodaini7907 grave e lieve si usa per le patologie, l'autismo non lo è ,citami dove il DSM parla di forme gravi o lievi

@@pompeomatta2189 ti dico solo che le cose in questi anni sono cambiate e lo sai benissimo. Il grave e il lieve lo poni come aggettivo assoluto, mentre il mio discorso parte da basi completamente diverse e lo hai usato con un significato che non ha che vedere con le mie considerazioni. Parlare di alto e basso funzionamento ancora oggi si usa per parlare di spettro autistico, per differenziare le capacità in modo netto e preciso in base un criterio noto, che mette in luce differenze, differenze che anche oggi sono innegabili. Dire che non c'è differenza in grave e lieve, perché i criteri per cui affermare ciò sono cambiati e l'affermazione grave e lieve cambiano in base a queste premesse. La vera domanda te la pongo: con quali premesse affermi che il grave e il lieve non esiste? Per me esiste questa differenza, se poniamo degli elementi, dei criteri per cui definire grave o lieve. Non devi rispondere alla domanda, perché lo hai già fatto. Nel commento di partenza questo non viene spiegato per chi non sa.

@@alessiodaini7907 esistono i livelli di supporto, essendo un funzionamento neurodivergente non ha senso parlare di grave o lieve, è la compromissione ad esserlo non l'AUTISMO! Quindi tu sei un neurotipico lieve

@@alessiodaini7907 ciò che dici si ritrova nei livelli di supporto di cui ha bisogno una persona autistica, che sono 3. Ma attualmente non è considerato corretto parlare di autismo più o meno grave o di "livelli di autismo". Anche perché il discorso è complesso e l'autismo tocca diverse aree della personalità, per esempio: un autistico può avere un Qi nella media ma avere buone capacità sociali, al tempo stesso un altro autistico può avere un Qi alto ma avere pessime capacità sociali (non che altri sintomi più invalidanti) , quindi come agire in questo caso? Chi tra questi due esempi può essere considerato ad alto funzionamento? Personalmente trovo molto più coerente il concetto attuale di spettro.

Perché sono ignoranti

Ti posso dare dei consigli anche se la domanda non è rivolta a me. Il blog di Fabrizio Acanfora (professore di musica e divulgatore scientifico autistico)è ottimo, ci sono vari articoli tutti incentrati sulle vicende degli autistici, e il suo libro autobiografico eccentrico parla della sua vita da autistico, il canale RU-vid di Fausto Mamberti, il suo sarcasmo misto a cinismo realista fa sorridere e riflettere, se vuoi vedere dottori seri in Italia ti consiglio Davide Moscone, oppure il canale Asperger Italia anch'esso e ottimo.

@@donvalve2257 grazie mille :D

Pure io sono aspie! Figo!

Si, poi c'è da dire che se lei puo fare quello che fa è perché ha un entourage dietro che la sostiene, ha società e enti che la finanziano, insomma è determinata ma senza aiuti non potrebbe fare quello che fa.

Solo se hai comorbilita provate ( es, ansia, depressione o mancanza di autonomia).

@@donvalve2257 grazie per la risposta. Quindi non basta dimostrare di avere il cervello in qualche modo "diverso". Bisogna proprio essere invalido causa ansia o altro.

@@acquedottipark9997 non basta perché l'asperger in sé non è una malattia, ma sono le comorbilita dovute a una societa non adatta a noi a creare sofferenze varie. Con essa e basta ti danno solo il 35% di invalidità e con quella percentuale non puoi neanche iscriverti alle categorie protette (minimo 46%).

@@donvalve2257 ok, grazie. 👍

Non è grave, ma è una condizione patologica, per tutta una serie di disturbi associati...

@@silviapietrobono9942 Disturbi dovuti per lo più all'interazione con una società creata da e per neurotipici, questo per dire che non è l'autismo asperger la patologia ma gli effetti collaterali (ansia, depressione ecc), sembra superfluo precisare ciò ma non lo è, perché se si adotta il cosiddetto masking per stare in società, si fa solo del male a se stessi, è come vergognarsi di ciò che si è. Invece bisogna lavorare sulle problematiche, ma senza voler cambiare la natura della persona, perché quella è una violenza vera e propria, un po come quando si "curavano" i gay.

@@donvalve2257 si hai ragione, ma infatti quando parlo di disturbi associati parlo di disturbi primari non secondari, come quelli citati da te (a causa del mondo creato per i neurotipici): bensì intendevo disturbi quali idiosincrasie sensoriali (dispercezioni o fastidi o attrattive eccessive), comportamenti ripetitivi, rigidità comportamentale e/o cognitiva, oltre a caratteristiche da non considerare disturbi, quali linguaggio peculiare nell'intonazione e/o nella costruzione o lessico. (cito questi perché peculiari: le difficoltà relazionali si possono collegare anche ad altri disturbi e i deficit nella pragmatica a disturbi di comunicazione)

@@silviapietrobono9942 Non è affatto una malattia, è un modo di essere.

@@giacomograndi5527 ma hai letto quello che ho scritto?

Perché è una neurodivergenza che crea problemi quotidianamente, non è una malattia perché il sistema nervoso funziona diversamente, e una malattia presuppone una cura (o in caso delle genetiche delle terapie farmacologiche per tenerle a bada), il problema sono le comorbilita associate dovute per lo piu al dover vivere in una società non adatta a noi (ansia, depressione ecc), l'unica che non è colpa della società è la selettività alimentare, e per alcuni (molti) la disprassia, quindi è giusto parlarne perché i sostegni ci vorrebbero anche per noi, ma è giusto chiamare le cose con il loro nome: divergenza si, disturbo si (qualcuno non è d'accordo ma se si tiene sto termine forse ci saranno aiuti) malattia no.

Ciao compare

Di per sé no, ma si trascina dietro facilmente ansia e depressione a causa delle difficoltà relazionali ad esempio. Prima si riscontra nel bambino e prima si interviene meglio è, più nel contesto sociale c'è consapevolezza a riguardo e meglio è.

No, è una neurodivergenza

dipende cosa intendi per malattia. La scienza usa il termine neurodivergenza per differenziare i meccanismi neurologici che li differenziano dagli altri, per me invece presenta dei disturbi in alcuni casi, che in quanto tali devono essere affrontati con gli strumenti giusti, perché creano oggettivamente dei problemi nella vita, se non si usano gli strumenti adeguati. Ciò non significa che possano essere definitivamente risolvibili, ma richiamano attenzione e scrupolosità. Per me il termine disturbo non è paragonabile a malattia fisica, come il cancro. Oggi si dice serenamente la parola disturbo in casi specifici, mentre in altri, senza un criterio veramente oggettivo, si ha paura di usare questo termine come se fosse discriminante, quando invece è questione di abitudine all'utilizzo e associazione del termine. Come vedi la domanda è intelligente, ma pone la terminologia in base a sensazioni e a criteri non fissi, ma variabili a seconda del contesto sociale e ideologico.

@@alessiodaini7907 secondo i nuovi studi non è un disturbo!non è una patologia, è un funzionamento differente che esiste da sempre! Quindi nei posti dove essere donne crea problemi sociali è una malattia?

@@pompeomatta2189 e che vuol dire? Non è un concetto oggettivo, anzi spesso si parla di come l'autismo è accompagnato da disturbi, ma non che tutti gli autistici abbiano disturbi. Di fatto non è strano che nelle epoche passate con autismo venivano anche accompagnati disturbi, e così è stato fatto con me, 20 anni fa. I disturbi sono spariti con la crescita, con il duro lavoro e l'aiuto dei miei genitori e della equipe. Anche le differenze di natura sensoriale e anche i miei meccanismi cognitivi sono cambiati, e non si sa nemmeno perché. Non ho detto che tutti gli autistici abbiano disturbi. Gli ultimi studi non uniscono unanime i professionisti, che hanno opinioni discordi sui termini da portare avanti.

Ein Prosit der Gemütlichkeit 🍻