Ascoltare il Professor Cavallo, è a dir poco terapeutico. Trasmette una passione contagiosa, con toni sempre garbati che non nascondono una puntuale e sottile ironia. Grazie Domus Orobica, per permetterci di scoprire persone come lui, grazie al quale ci si arricchisce giovando anche all'umore e allo spirito.
Come sempre esposizione esaustiva e non noiosa, soprattutto per un concetto abbsatnza complesso in se stesso e in tempo limitato. Bravo GEC…si va a fare concorrenza al prof.Barbero😂😂😂
Fantastico professor Cavallo con quella sua ottocentesca ! .... E infatti mi pare di capire che il periodo di suo interesse privilegiato sia roprio l'otticento.
Davvero ottima conferenza, anche se da studioso delle rivoluzioni, sopratutto di quella sovietica, avrei qualche appunto...che comunque preferisco rimandare a tempi piú propizi e di persona. Detto ciò, il mio sogno a questo punto è una conferenza del buon prof cavallo su De Sade. Chiaramente da intendersi come un introduzione ampia alla effettiva Francia che si avvia sulla strada della Rivoluzione
Sempre interessante ascoltare il professor cavallo, Tuttavia Questa volta la conclusione è piuttosto debole il giudizio morale sulla rivoluzione, e su tutte le rivoluzioni, l'ho trovato fuori luogo. Massimo rispetto per le posizioni personali ma da uno storico almeno per quello che mi riguarda, mi aspetto un atteggiamento diverso. Conferenza molto interessante fin quasi alla fine.
Il pensiero dominante sulla Rivoluzione Francese è sempre il solito:giusto, sinonimo di libertà, volontà del popolo, uguaglianza sociale etc.... Abbiamo bisogno di studiosi che tirano fuori anche l'altra campana. Io la trovo una boccata di aria fresca. Di studiosi e testi che decantano solo le virtù della Rivoluzione,ne siamo pieni.
"Il nemico personale di Dio e di Gesù Cristo"❗Proprio una personcina a modo, direi. Eh, inutile.... il problema grosso delle rivoluzioni è che dopo restano i rivoluzionari❗
Ascolto molte delle vostre conferenze, sempre di buon livello. In questa se posso l'opinione personale è sembrata un pò troppo esplicita; lo storico non dovrebbe averne affatto, il divulgatore, in questo caso, un pò ne ha avute ....
La butto lì. Forse perché in Inghilterra cantano ancora il solenne "God save the king" e in Francia si intona (purtroppo) la Marsigliese, l'inno più truculento che esista al mondo, perfetto emblema musicale della sanguinaria rivoluzione.
la lezione bella come sempre,le considerazioni finali sulla rivoluzioni superano ampiamente il ridicolo entrando prepotentemente nel grottesco. Mi piacerebbe sentire un suo commento se fosse stato un contadino francese nel 1700
@edwardsmith7935 la condizione dei contadini del 700 è di hran lunga migliore di quella dei contadini del 800. È una realtà storica tanto evidente e tanto studiata da non dover nemmeno essere discussa. Il fatto che tu non lo sappia da il tono al tuo intervento
@@MattiaHungadiSpicali-ri5wl il fatto che ti non capisca cosa io voglia dire rende chiaro che a te mancano le basi. la rivoluzione francese è la base della modernità mi sembra un fatto abbastanza studiato. mi sa che eri distratto dalle elementari in poi
la modernità infatti si traduce in un drastico peggioramento delle condizioni di vita delle comunità agrarie e nella creazione di una plebe urbana operaia sottopagata e peggio nutrita. Qualsiasi studio universitario te lo può confermare, puoi trovarne tranquillamente in rete anche in italiano. E non confondiamo modernità con progresso tecnologico. Lo sviluppo della tecnica era un progresso già in essere prima dell'arrivo della Rivoluzione (come dimostrano le vicissitudini del povero de Lavoisier o di Alessandro Volta)
Gran parte delle condanne a morte sono state comminate, purtroppo, a persone umili del terzo stato, dice il prof. Cavallo. Cosa intende con quel purtroppo, che se venivano ghigliottnati nobili e clero andava tutto bene?
Credo che ti sfugga che la rivoluzione parigina (in buona parte della Francia il popolo fu ostile alla rivoluzione) fu pagata e organizzata dall'oligarchia finanziaria britannica per estendere il suo potere sul continente
Ottima presentazione dell'uso della ghigliottina e soprattuto della psicologia e delle motivazioni dei boia. Detto da ingegnere e non da storico (quindi posso peccare della "superba ignoranza" di chi non sa, ma crede di sapere), nei giudizi finali si tocca l'incerta differenza fra rivoluzione e guerra civile. I Bolscevichi non fecero la rivoluzione, ma una guerra civile quando la rivoluzione, col collasso dell'antico regime, c'era già stata. Mao non fece una rivoluzione, anche se chiamò "rivoluzione culturale" quello che successe dopo. Durante la guerra Sino-Giapponese e la II Guerra Mondiale Mao lasciò combattere i nazionalisti, evitò il combattimento coi giapponesi quanto più possibile e scatenò la guerra civile da una posizione relativamente forte al termine della II Guerra Mondiale. Ora sappiamo sin dai tempi di Mario e Silla che al termine di una guerra civile arrivano le purghe, come puntualmente successe in Russia e Cina. Se invece guardiamo alla Rivoluzione Americana, atipica perché il governo che combattevano se ne stava a migliaia di km di distanza, non troviamo nessun "regno del terrore". Le "purghe" si limitarono alla confisca di terreni e proprietà dei "lealisti" (loyalist o tory), con decine di migliaia che preferirono emigrare. Ci furono anche sanguinosi scontri specialmente nel Sud con lealisti ancora in armi, ma niente di lontanamente comparabile con il regno del terrore, i gulag, o la "rivoluzione culturale".