Amore AMELIA!!! hai fatto bene Fra!!!!! -dopo i disastri...crescerà! - Anche noi dopo la scomparsa di Grey abbiamo salvato un micino dalla strada. Sweetie ci riempie le giornate. Grazie per i tuoi video!
Ti seguo da tanti anni e non mi stanco mai di guardare i tuoi video! Il libro, a dispetto della copertina che mai mi avrebbe attirato, sembra molto interessante e di "elevato spessore" ... mi hai incuriosito un sacco (come tutti i libri di cui parli ^_^). Ps: capelli e rossetto favolosi! :)
Di questa autrice mi è piaciuto molto anche L' assassino cieco e Occhio di gatto che ho letto dopo Il racconto dell' ancella. Sono romanzi piuttosto impegnativi ma di elevato spessore per tematiche e stile.
Che carina Amelia!! Io non ho animali in casa ma penso che perderli lasci un grande vuoto in casa...hai fatto bene a scegliere di riprenderne presto un altro.
Hai fatto bene a prendere la micetta...gli animali danno tantissimo...io a breve prendero' un cagnolino...il libro deve essere molto bello,anche se con tematiche molto forti.
Il personaggio di Serena Joy non ti ha fatto venire in mente Costanza Miriano? A me molto. Comunque questo romanzo è un pugno allo stomaco (seguito da una sprangata sui denti e poi da un mattone in testa), quando l'ho letto mi ha traumatizzata. ps benvenuta alla nuova arrivata in famiglia!
Non lo vedrei necessariamente e per forza come un libro rivolto ad un pubblico femminile, anche se capisco cosa intendi; io, come lilium768, non ho letto il libro ma ho visto (in parte, purtroppo)solo il film, incuriosito dal fatto che ci lavorasse Robert Duvall, un attore che stimo; Sono sempre stato appassionato dalla "fantasociopolitica distopica": cioè da libri come "1984" di Orwell, "Il Mondo Nuovo" di Huxley, "il Signore delle Mosche" di Golding, o da film come "Farenheit 451", "L'Esercito delle 12 Scimmie", o "THX 1183" (in italiano "L'uomo che fuggì dal futuro", sempre con Duvall) ecc; anche questo film (io ovviamente parlo del film, ma il libro, come di solito, sarà ancora più "tridimensionale", nel descrivere e "far arrivare" le cose; poi, che l'abbia scritto la Atwood, in sé è una garanzia di tema interessante, e affrontato in modo diretto ma profondo, com'è sua caratteristica) anche questo film, dicevo, sicuramente è dello stesso genere; in questo caso, ancora più interessante sopratutto xké, attraverso l'ipotesi di una situazione iperbolizzata, involuta all'ennesimo stadio, ma... partente dall'oggi, ci spinge ad analizzare, appunto, certe caratteristiche, ancestrali ma tuttora attuali, della nostra matrice antropologico/culturale... ed è nota, ormai, la caratteristica principale di un certo schema veterofallocrate tipico dell'occidente: tutto deriva, fin dall'antichità, dal "terrore", dell'uomo, della capacità della donna di generare; questo particolare rende il tema del libro e del film particolarmente interessante da analizzare, xké tocca appunto uno dei punti nodali della suddetta ideologia veterofallocrate (cioè, tradotto: "se tu, donna, sei l'unica a poter generare, io, uomo, che da sempre mi sono arrogato l'esclusiva di quello che per me conta di più, il controllo... voglio controllare e gestire anche te, e la tua capacità di generare"); la scena che mi colpì di più (quella, cercavo), fu quella della impiccagione di un capo, mi sembra, di una organizzazione ribelle; c'erano parecchie decine di donne - se non sbaglio, addirittura implotonate - su un prato, tutte in tunica azzurrina, come delle vestali, appunto... e qualcuno, su un palco (vado a memoria, l'ho visto parecchio tempo fa) leggeva una specie di sentenza, elencando tutta una serie di nefandezze di cui si accusava il tipo legato in piedi sul palco; nel frattempo, qualcuno, ricordo, diceva a qualcun altro (sottovoce) come stavano davvero le cose, e che era tutta una montatura; ma la cosa più impressionante è stata quando il tipo, dopo aver letto la sentenza, chiedeva, alle donne sotto: "...cosa merita, quindi...!?" e le donne reagivano in modo compatto e rabbioso, che ricordava molto da vicino, nel "meccanismo", così come nella sua efficacia, i "due minuti d'odio" di 1984 di Orwell; e allora, il tipo metteva il cappio al collo del condannato, lo passava sopra la forca, e poi... gettava l'altra estremità verso le donne... ed erano loro, che lo impiccavano. Materialmente, proprio; questo, mi colpì particolarmente: far eseguire la sentenza al "popolo"... e di un loro "sodale", poi (che il "popolo" sia di donne, in questo caso, cambia poco, penso) è un connotato tipico di chi... sa "muoversi" molto bene, dentro gli schemi ideologici, ed usarli pro domo sua, e della propria categoria: prima si rende rabbiosa ed oppressa la massa, e poi si punta il dito, e si dice loro: "quello lì, è il nostro nemico, la causa di tutti i nostri guai!"; ciò che segue, a prescindere - sia per le vittime che per i carnefici - che si tratti di donne, uomini, o altro... produce lo stesso effetto di quando si sguinzagliano i cani che devono acchiappare la volpe... a prescindere da chi siano i cani, e chi la volpe; voglio dire: il tema generale del romanzo, cioè che le oppresse (come quasi sempre) siano le donne, nel caso dell'impiccagione di cui sopra... non toglie minimamente "efficacia" al meccanismo. Dimostrazione ulteriore del cinico, spietato, "efficiente" (di un' "efficienza" nazista) schema di... "priorità", di chi, in situazioni come quella, sta al posto di chi "tira i fili"... sopratutto quelli dell'ideologia, e quindi... anche di chi - o volontariamente xké indottrinato, oppure costretto - la segue (1984 docet, come dici anche tu)
non lo avevo letto e credo non lo leggerò , ok per i distopici, ma certi temi mi fanno incavolare, per come intendo io la lettura (o svago o apprendimento) continuo a dire no. ;-)