“È vano affrontare le sfide comuni come se fossero un’impresa individuale; è inutile pensare di risolvere i problemi di una città ricorrendo sempre allo scontro e alla polemica verbale; è velleitario pensare di amministrare un territorio senza un progetto e un’idea condivisa di bene comune; è illusorio, infine, ritenere che i problemi quali la denatalità, l’educazione dei figli, il disagio giovanile, l’emergenza abitativa per le giovani coppie non siano una questione che ci riguarda e coinvolge tutti”: a rivolgere queste parole alla comunità leccese è stato l’arcivescovo monsignor Michele Seccia in occasione della solennità dei santi Oronzo, Giusto e Fortunato, patroni della città e della Chiesa locale.Per il Pastore, secondo cui l’attività umana non basta a sé stessa, se non è indirizzata al “bene comune”, la Comunità civile dovrà sempre meglio saper investire le proprie energie sulle strutture sanitarie, sulle disabilità, sul contrasto alle diverse forme di dipendenza e criminalità, e sul recupero e la riabilitazione di coloro che sono in carcere. “Senza la cura nelle relazioni - ha ribadito -, la vita umana si impoverisce smarrendo pezzi preziosi di realtà, perdendosi nell’incuria e nell’indifferenza. E senza relazioni sane, non è possibile vivere in autentica e vera comunione. Lecce ha bisogno di santi - ha aggiunto -, ha urgente necessità di uomini e donne che si impegnino a servizio del bene comune per l’avvento della civiltà dell’amore”. Poi, concludendo, ha ricordato i 30 anni dalla scomparsa di don Tonino Bello. “Quanto sono attuali le sue profetiche parole e le sue battaglie per un’Europa segnata dalla cultura della pace - ha detto -. Anche la nostra Città, nel suo piccolo, deve educare alla pace ed essere ponte di pace”.
27 авг 2024
