L'ultima luna di primavera dalla pupilla spalancata di un vecchio tele che, come il padrone, ha sicuramente conosciuto tempi migliori.
Così diversa dagli altri corpi celesti, vicina, discreta e rassicurante, luce riflessa e non diretta, serena e fidata custode dei sogni.
Per questo gli antichi padri la consideravano la più umana delle divinità, prossima ma non subalterna all'onnipotenza accecante dell'astro diurno e pur sempre nitido faro nelle tenebre, vigile guida e madre delle genti. Avvolta in un sudario di silenzio, pallido riverbero appena oltre le nubi, la sua imago scorre lenta l'orizzonte, sospesa fra pace e inquietudine. Stanotte sembra quasi voglia fermarsi ancora un poco insieme a noi ad ascoltare rumore di terre lontane, l'alito di vento dalle highlands, il dillu del servo pastore o il canto della vergine haudenosaunee.
6 сен 2024