Chiudiamo questa prima edizione de “Nella Patria del Friuli - luoghi, storia, leggende” parlando di un luogo, un luogo simbolo. Il monte Toc divenne tristemente famoso in tutto il mondo la notte del 9 ottobre 1963, quando dai suoi fianchi si staccò la frana che precipitò nel sottostante bacino artificiale del Vajont, provocando l'onda che distrusse o danneggiò una decina di paesi e spazzò via quasi 2000 persone. Lui, il monte, fu un protagonista incolpevole di quel disastro ampiamente annunciato, effetto di arroganza ed ingordigia, caratteristiche degli uomini, non delle montagne.
Le montagne sono vecchie, giovani, solide, friabili, boscose, rocciose, facili, difficili, inaccessibili, pericolose, ma non sono mai arroganti o ingorde.
Il monte Toc, come anche le altre alture circostanti, è un cumulo di materiali franosi, frutto probabilmente dello sbriciolamento di montagne antichissime e ancora più grandi. Insomma, il Toc e tutta l'area non erano certo il luogo più indicato per costruirvi una mastodontica opera di ingegneria come il bacino e la relativa diga Ma lui, ovviamente, queste cose non le poteva sapere e non le sa. Invece quei luminari dei geologi, al soldo della società costruttrice, furono così arroganti da non voler neppure ascoltare quello che gli abitanti della zona andavano dicendo da secoli e secoli, di padre in figlio, e cioè che quel monte era “marcio”.
E furono così ingordi da accettare parcelle faraoniche per firmare perizie che non contraddicessero i piani criminali dei costruttori. Tacendo anche a se stessi il pericolo che nasceva per la gente di quella valle nel voler a tutti i costi costruire lì un'opera del genere.
Ma non voglio dilungarmi oltre con questa storia ormai nota e arcinota.
Qui vorrei raccontare di una bella gita giornaliera per escursionisti con la gamba allenata: la salita alla splendida e bucolica casera Vasei e alle cime del Toc, dalle quali si può ammirare un panorama mozzafiato sulla valle del Piave, sull'Alpago, il Cansiglio e il gruppo del monte Cavallo. E' un altro di quei tipici itinerari friulani che in un paio d'ore di portano fuori dal mondo.
Seguendo la ex strada statale 251 Zoldo e Cellina, poco dopo il bivio per Casso, si devia a sinistra lungo la rotabile costruita sulla grande frana del Toc , seguendo le indicazioni per la località Pineda. Alla prima curva, in corrispondenza di un bivio con una carrareccia, si può parcheggiare (a quota 820).
Presa la pista forestale che scende verso Est, si imbocca poco dopo il sentiero vero e proprio (sempre segnalato molto bene in questo primo tratto, sentiero Cai 907), che inizia subito a salire con pendenze importanti lungo il crinale per quindi piegare verso sinistra e, diagonalmente, salire in bosco passando poco sopra la zona di distacco della gigantesca frana. Più in alto, il sentiero passa alla base delle pareti verticali della Croda Vasei e proseguire la salita in un bel bosco di larici. Già lì si può ammirare uno splendido paesaggio sulla val Vajont, sul paese di Erto e sul piccolo laghetto di fondovalle. Il sentiero riprende poi a salire fino a Casera Vasei (m 1.610), piccola e fiabesca capanna di legno, ideale per trascorrere una nottata sotto le stelle. Da lì iniziano i belvedere verso la valle del Piave. La zona è particolarmente suggestiva e diventa magica in autunno quando i larici creano una cortina dorata attorno alla casera stessa. Fin lì i metri di dislivello positivo sono già 800 circa.
Chi avesse ancora gambe e fiato per andare oltre verrebbe ripagato da ulteriori panorami meravigliosi. Proseguendo per tracce di sentiero verso una dorsale con mughi si arriverà all'antecima del Toc. Di qui, scendendo ad una forcellina e, risalendo per terreno detritico, si raggiungerà la cima principale, la più panoramica del gruppo. Personalmente devo dire che trovare la traccia del sentiero (il sentiero Cai finisce di fatto alla casera) in mezzo ai mughi non è sempre facile: nell'ultima occasione ho dovuto rinunciare a salire a Cima Mora e a Cima Toc. Ma già la veduta dalla dorsale verso la valle del Piave vale da sola la fatica della salita.
Arrivederci alla prossima edizione de “Nella Patria del Friuli”.
15 сен 2024
