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“Dio è morto”, in quanti casi è stata fraintesa.
Non è certo Dio in senso generale che è morto, ma quel Dio. Un po’ come diceva Lev Tolstoj, che quando l’indigeno scopre che il suo feticcio di legno non è Dio, non ha scoperto che Dio non esiste, ha scoperto che Dio non è di legno. Su questo, probabilmente, Nietzsche aveva fatto un passo ulteriore, aveva anche indicato in che direzione bisognava andare a cercare e aveva avuto il grande coraggio di guardare dentro l’abisso sapendo che se tu indugerai troppo nell’andare a guardare dentro l’abisso, poi, l’abisso vorrà guardare dentro di te. Lui ha avuto questo coraggio.
A Nietzsche devo molto dell’entusiasmo, molto del pensiero aforismatico che è caratteristica del pensiero orientale, ovvero piccole frasi densissime di significato, riuscire a dire cose straordinarie in pochissimo spazio, cogliere immediatamente l’essenziale, un pensiero poetico perché supera anche la filosofia intesa come argomentazione prosaica e ha la capacità di rendere il concetto anche come bellezza. Uno scritto di Nietzsche è anche esteticamente bello.
Pensate quando lui dice: “Bisogna essere come dei soli perché anche il sole, l’opulento, quando è sera, decide di tramontare e in questo modo getta oro nel mare affinché anche il più povero dei pescatori remi con un remo d’oro”.
Nietzsche commentato da Nicola Donti e M. Scardovelli 4/4
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12 июн 2016