Sono assolutamente certa che se avessi Irene come amica, metà delle mie turbe amorose si eviterebbero con un “Amo ma che dici? Non vedi che è un Che Guevara fallito, dai andiamo a farci una tisana”. Come al solito eccezionali entrambe!
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Ciao splendori di ragazze, io rispetto a voi sono una vecchietta (44 anni) e vedere due giovani donne così evolute mi fa sperare bene per il genere umano. Comunque il mio ex analista (che Dio l’abbia in gloria pur se è profondamente ateo) riuscì ad aprirmi gli occhi su molte cose, illuminandomi, tra l’altro, sul necessario e profondo distinguo tra senso di colpa e coscienza di colpa; mentre quest’ultima ci porta a percepire e riconoscere sanamente i nostri comportamenti errati e casomai lesivi nei confronti degli altri, offrendoci la duplice possibilità di evolvere, trarre insegnamento, migliorare e fare ammenda/rimediare, il senso di colpa è qualcosa di sterile per definizione, che sia etero o auto indotto, e che muove da credente errate, circoli viziosi, tabù inculcati da educazione, religione. ...etc... Per me una rivelazione! Inoltre, purtroppo, come dice tristemente bene Sofia, sempre quel grand’ uomo mi fece riflettere come la maggior parte delle persone vive cresce e muore senza evolvere nella percezione di se, senza contatto con il proprio io profondo, ignorando e misconoscendo l’inconscio ed i suoi messaggi e quindi con nulla o scarsissima consapevolezza dei motivi al fondo del proprio agire e sentire... Scusate il pilotto e grazie
@Irene Graziosi, ti ringrazio ...in un certo senso è un onore aver dato io uno spunto a te...cioè io: il mio mitico analista😊 Vero verissimo: viva i bravi analisti/psichi😊
Direi che è assodato quanto tu sia demoniaca, se per demoniaca intendiamo una delle poche persone in grado di guardare in faccia la realtà ed esporla. È rischioso, non so con quale forza d’animo tu lo faccia, rischiando di essere fraintesa ed allontanata. La sensibilità è un’arma a doppio taglio e spesso mi chiedo quanto ne valga la pena. Sarebbe bello avere attorno più persone come te. Grazie a te e Sofia per questo momento di onestà sentimentale.
Ogni volta che guardo i vostri video "Parlarne tra amici" penso sempre che sento proprio il bisogno di circondarmi di persone che ragionano così! Posso diventare vostra amica? 😂
18:00 e quando letteralmente tutti i tuoi amici ti vedono come l’amico con cui confidarsi, con cui sfogarsi? E nessuno ti vuole con te per divertirsi? Ad una certa diventi tipo un cuscino pubblico dove la gente si corica per piangerci sopra. Ad una certa diventa stressante anche questa situazione, soprattutto se questa persona deve assorbire il dolore degli altri e sperperare consigli continuamente. Parlo appunto se questa persona è sola ed i suoi amici lo sanno benissimo, ma non la coinvolgono mai nelle cose divertenti. È un discorso molto più complesso ma in ogni caso, avete tirato fuori degli ottimi punti di riflessione in questo video su cui si potrebbe discutere e confrontarsi per ore 👏🏻
Eccomi, ex "cuscino pubblico" 😅 Io ho imparato a dire APERTAMENTE ,anche se con tatto, quando non sono pronta ad accogliere gli sfoghi altrui. E così facendo le persone hanno smesso di "scaricarmi" addosso i loro dolori e problemi (cosa che facevano perché sono consapevole di essere una grande ascoltatrice) e hanno capito che non devono venire da me solo quando hanno bisogno di sfogarsi. E i miei rapporti sono molto migliorati. Non è facile disabituare gli amici, ma ce la si fa. Molto interessante il tuo commento comunque 😊
@@JessicaHill1991 Proverò anche io ad “educare” i miei amici e tenterò di dire ancor di più ciò che penso (perché in realtà le cose le dico ma sembra che nessuno mi ascolti. O appunto non mi faccio capire abbastanza o magari non ho attorno le persone giuste🤷🏻♀️) Comunque grazie per aver condiviso queste tue parole con me, davvero ❤️
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Ire anche io vado in terapia da quando ho 14 anni e fino a poco tempo fa ero molto fiduciosa della auto consapevolezza delle persone. Ultimamente mi sto molto ricredendo. Credo che esistano vari livelli di "sensibilità" o consapevolezza emozionale e che non tutti vi accedano. E questa non è una critica ma solo una constatazione. Credo che non esistano delle opzioni così chiare e definite (persone oneste con se stesse solo in se stesse e persone oneste con se stesse in ogni caso), ma che le categorie possibili a cui ricondurre i singoli casi siano davvero tante. Tutto dipende da dove siano le radici dei sentimenti provati, da quanto ne si è consapevoli, da quanto si sia disposti a mettersi in discussione, dalla capacità di auto-analisi di ognuno, e da almeno cento altri fattori. Il punto è, non tutti hanno ricevuto gli strumenti necessari per capirsi, non tutti li vogliono ricevere. Nella maggior parte dei casi questa questione non è neanche minimamente presa in considerazione, semplicemente perché non si è abituati a questo tipo di approccio. Molta più gente di quanto si pensi si trova più che bene con quanto manifesta (e vede) in superficie.
Ciao Marta, posso agganciarmi al tuo discorso per chiedere ad Irene, nella quale mi rivedo molto, se pensa che nel caso in cui siano amiche mega strette a farti sentire ripetutamente in colpa (in maniera manipolatoria e apparentemente inconsapevole o negazionista) quanto serva allontanarsi per periodi e quanto invece ad un certo punto non ci si debba dire che questo comportamento non cambierà e dice comunque molto della persona? Grazie ragazze, siete super
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Confermo il punto di Sofia! Le persone a volte non si rendono nemmeno conto ahahah non perché siano stupide ma perché a forza di ripeterlo si convicono che quello che raccontano sia vero
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Trovo molto triste che di 30 minuti almeno 20 siano stati dedicati ai sensi di colpa causati e provati in una relazione amorosa(e ben poco avete parlato dell'amichevole).
Io, a seguito di tre anni di terapia (con 3 sedute/settimana), ho acquisito una fortissima consapevolezza di me stessa. In questo, mi trovo molto affine ad Irene e, come lei, ho l'aspettativa che chi mi circonda sia come me. Ma noto che, come dice Sofia, non è così. La consapevolezza che io nutro nella visione che ho della vita, non la ritrovo facilmente nelle persone attorno a me. Generalmente, la trovo in coloro che poi mi raccontano effettivamente di aver fatto terapia. È un video questo che dà molti spunti interessanti. Ad ogni video sento che vorrei essere partecipe e dare la mia visione, mi sento molto coinvolta. Brave.
ciao Venti! secondo l'analisi transazionale, esistono dei sentimenti di copertura che usiamo (in modo non funzionale) in molte situazioni. sono sentimenti inautentici e non genuini che gli individui imparano a sfruttare dalla prima infanzia. ogni famiglia stabilisce delle regole, proibendo alcune categorie di sentimenti e permettendone o perfino incoraggiandone altre. In questo modo, un bambino che ha dovuto sopprimere la consapevolezza di certe emozioni “vietate”, trova compenso nell’ esprimere con enfasi altri sentimenti, che gli è permesso esternare, nel tentativo di ottenere, in modo manipolativo, sostegno dal proprio ambiente. Una famiglia può, ad esempio, non consentire ai propri membri di esprimere la tristezza, perché ritenuta sintomo di debolezza, e permettere invece di esprimere la rabbia: i bambini, per essere accettati ed ascoltati, impareranno così a negare la tristezza, coprendola con una facciata di collera e aggressività. Più il comportamento sostituito riceve rinforzi, più si radica nella personalità e diviene automatico, sopprimendo la consapevolezza del sentimento autentico e portando l’individuo, oltre che ad esprimere in modo diverso il sentimento “proibito”, anche a sentire sentimenti diversi. (sì, ho incollato i miei appunti di psicologia del linguaggio e della comunicazione). quindi, se può essere utile come risposta alla domanda di Irene: ne siamo pressoché inconsapevoli, ma un percorso di analisi transazionale può portare alla consapevolezza di questo modo di fare e a risolvere il proprio problema. :D
Cara Sofia, io recentemente ho vissuto la tua stessa esperienza: ho deciso di porre fine a una storia che avevo iniziato nel momento più difficile per me e, questa persona, anziché accettarlo, ha continuato a mandarmi messaggi insistenti e pesanti (nei quali ha anche esplicitato che voleva farmi sentire in colpa) per diversi mesi. Faceva passare giorni e poi tornava a scrivermi cambiando anche social e io inizialmente gli rispondevo con gentilezza ed educazione, sentendomi di fatto in colpa, pensando che ci fosse dietro una reale sofferenza. Finché la cosa era diventata per me insostenibile, mi metteva molta ansia, al punto che ho deciso di bloccarla e per questo fatto ha avuto l'occasione per farmi passare come la stronza di turno, cercando di mettermi in cattiva luce anche con i miei amici, ponendosi come una "vittima". Come ha detto Irene, una persona che davvero ti vuole bene, non vorrebbe davvero vederti a pezzi per lei, purtroppo ci sono persone perverse, narcisiste, che si nutrono di questo. Non cascare nei loro giochetti, di base si annoiano molto e godono nel vedere come tu credi alle loro parole. A me ha aiutato molto conoscere bene le dinamiche del narcisismo (projection, gaslighting, ricatti emotivi, triangolazione...) per difendermi dalla dinamica, ma soprattutto ho creduto ai fatti e non alle parole. Non dubitare mai di te, tu sai chi sei e come ti comporti, non dimenticare questo. E soprattutto non temere quello che possono pensare gli altri, perché le persone vere che ti vogliono bene ti crederanno e ti supporteranno. Un bacio❤️
Ho apprezzato tantissimo quando si è toccato l’argomento “fuori e dentro di sé”. É davvero per uno spunto di riflessione fenomenale e per rispondere ad Irene: io sono tra quelle persone che sa di avere una versione esterna ed una interna e credo di rendermene conto il più delle volte e tento di far coincidere le due cose. Tuttavia, immagino che sia come dice Sofia: ovvero che non tantissime persone sono così consapevoli di sé e delle storie che raccontano.
siete sempre così carine, spontanee, interessanti ed ascoltarvi è un piacere. Tuttavia a volte ho la sensazione che cerchiate eccessivamente di risultare come "le donne esperte, con molte storie alle spalle e grandi bagagli di vita da raccontare" e devo ammettere che un po' mi urta. Ripeto, senza nulla togliere al vostro progetto e a questo format che è davvero bello.
Ho avuto una sensazione simile, mi piace l'idea del progetto in genere (il canale), ma non sono sicura dello scopo.. In ogni caso, si impegnano e rispetto questo.
16:30 Si secondo me lo sanno. Raccontano e si raccontano cazzate ma sotto sotto lo sanno. Ma non lo ammetteranno mai. Dipende però anche quanto tendi a essere introspettivo e ad analizzarti. Perchè poi ci sono persone che, di sapere come sono fatti e di sapere del perchè reagiscono così agli stimoli esterni, non gliene frega niente. Avevo una ex amica che era palesemente mega invidiosa di alcune mie amiche, secondo me lei neanche sapeva che quello che la muoveva era l'invidia, ha fatto delle cose veramente cattive e io per prima ho voluto chiudere. Non credo che si sia fatta domande neanche allora.
Complimenti davvero, non è affatto scontato raggiungere questo grado di profondità parlando con le persone e tra amici. Il confronto con gli altri porta sempre qualcosa così come parlare serve semplicemente a rendersi conto che c'è moooolto di cui parlare. Format super figo!
lì per lì condivido quello che dice Irene, però nella pratica delle cose è difficile trovare un equilibrio tra "essere sempre presenti" e "comparire quando serve". Troppe volte capita che le persone spariscano e, sapendo che tu rimarrai sempre lì a braccia aperte, tornino solo quando hanno bisogno di qualcosa da te, per poi sparire di nuovo. Come ho letto in qualche commento, rischi di diventare il "cuscino per piangere" di amici e conoscenti, senza mai essere coinvolto nei piaceri della vita di queste persone.
eccoci qui, io mi sento in colpa per una situazione e arriva il vostro video “senso di colpa”. direi che devo iniziare ad ascoltare di più questi segnali dell’universo ahah. detto questo, grazie, i contenuti di Venti mi stimolano sempre molta riflessione e credo che siano stati una parte importante della mia crescita nel 2020. che dire, grazie mille e continuate cosi! vi seguo sempre🥰🥺
questo video mi ha ricordato che nessuno mi deve far sentire in colpa per poter far rientare quel qualcuno in una relazione sana, cosa banale ma che è sempre fondamentale ricordare
Personalmente, finché mi comporto come sento sia corretto, nessuno riesce a farmi sentire in colpa; nel mio caso è la mia voglia di perfezione in ogni aspetto della vita che mi fa sentire come se non mi impegnassi mai abbastanza, cosa che da un lato mi dà la forza di raggiungere risultati insperati, ma di contro mi logora dentro e non mi fa apprezzare nessun traguardo. Sono io la causa del mio continuo sottofondo senso di colpa, non gli altri. E dato che lo so, sto cercando di essere più obiettiva, ma non è facile.
Irene sono te ahaha capisco perfettamente il tuo discorso e mi rendo conto che nelle relazioni è proprio così. La penso come Irene per il semplice fatto che mi rendo conto benissimo quando faccio sentire in colpa qualcuno, nel mio profondo so che cosa sto facendo e ne sono pienamente consapevole anche se non voglio ammetterlo a me stessa, quindi mi sembra strano che una persona non si renda conto minimamente di quello che sta facendo, magari all’inizio puoi essere istintivo e fare le cose senza pensare troppo, ma dopo ripensandoci lo sai dentro di te
Concordo con Sofi sul fatto che la gente non sia consapevole delle proprie emozioni. Ed è proprio questo secondo me che crea i danni, perché magari fai credere a qualcuno una determinata cosa poi non sai che nel profondo non sia così e in questo modo le persone nel frattempo si sono illuse. O continui magari a fare certe cose per abitudine, o per schemi sociali...ecc. Il nostro inconscio ci guida tantissimo e di quello, appunto, non siamo coscienti. La terapia e l’autosservazione e analisi possono rendere in parte consci pezzi di coscienza ma rimarrà sempre qualcosa in quel limbo ignoto!
Ciao, io sono una di quelle persone che riesce a capire cosa sta davvero provando anche se lo nasconde dietro altro, però sono convintissima di saperlo fare solo perché è da due anni che vado in terapia e questo mi ha aiutata molto. Come al solito video super azzeccato ✌🏼❤️
Mi impegno molto in una relazione nella quale sia io che l'altra persona ci prendiamo i nostri tempi, e ho scoperto osservando il suo bisogno di allontanarsi per un tot, che portasse molta qualità al rapporto, che non è una cosa tollerata da tutti e che ne necessitassi anch'io. Io e questa non ci sentiamo mai incolpa perché rinnoviamo la compassione nei confronti dell'altro. Penso sia una nostra bellissima caratteristica. Inoltre da quando ho scoperto i miei tempi, dopo aver pianto tantissimo quando un DPCM attestava che sarei potuta uscire e mi son sentita molto male ad ammettere a me e agli altri che non mi andasse, che mi circondo comunque di persone abili a comprendermi! Sono completamente d'accordo. No ai sensi di colpa se sappiamo che stiamo cercando di fare il bene per qualcuno, in questo caso noi stessi.
Mi piace un botto il modo di pensare di Irene, bisognerebbe lasciare sempre la libertà agli altri e sentirsi liberi per primi perché le relazioni non sono una possessione e soprattutto bisogna farsi sempre meno aspettative sugli altri altrimenti non riusciremo mai a conoscerli per quello che sono veramente! Bellissimo video, non vedo l’ora dei prossimi 🤞🏻
Personalmente so, la maggior parte delle volte, ciò che provo veramente e che magari esterno in modo diverso ma mi rendo conto che invece tantissime persone finiscano per credere alla favola che raccontano. Questo dipende però molto da quanto ci si interroga nel profondo e si vuole capire di se stessi (e anche dal tempo materiale che si dedica a quest'attività). Nonostante anch'io mi ritenga una persona sveglia infatti ci sono state volte in cui, almeno all'inizio, non ero cosciente dell'origine del mio comportamento
17:20 Penso di essere d'accordo con Sofia. Non tutti hanno o hanno sempre avuto una sufficiente capacità di rielaborazione del sentimento che permetta di collegarlo ad una causa. Penso anche che la reazione esterna non sempre sia finalizzata ad uno scopo chiaro nella nostra mente. Molte persone devono lavorare molto per comprendere il motivo per cui si agisce in un determinato modo, poi 'nsomma per alcune cose si agisce anche sapendolo neh, ma non è scontato.
Secondo me molte volte non sai effettivamente di farlo provare, e quindi non è il tuo fine ultimo, e altre volte lo sai perfettamente che cosa stai facendo/dicendo in modo da far star male l'altra persona. Partendo dal presupposto che non esiste una verità assoluta perché ogni singolo evento viene elaborato in maniera differente da ogni persona in base a come sti senti in quel momento, gli amici riescono ad avere sempre ragione per il fatto che emotivamente sono più distaccati e quindi razionali. Comunque alla fine, Irene , si esiste (almeno per me) quasi sempre la storiella che ti racconti per non doverti analizzare e per giustificare le tue azioni. ci sto lavorando !
Io spesso i miei sentimenti non li comprendo alla prima e magari ho già ormai fatto delle cavolate. Spesso ci arrivano gli altri prima di me. Capisco il punto di vista di Irene, ma questo significa che "si conosce" bene. ✨
Video stupendo, adoro sentirvi discutere di questi temi. Unica cosa, veramente un dettaglio, la seconda ripresa è super instabile e fuori fuoco e mi distrae un botto dkdkdjdk
Sono d'accordo con entrambe. Io talvolta ho un "racconto esterno" e un "racconto interno" ma ne sono consapevole, se non fin da subito comunque poi rielaboro le mie azione e le mie parole per trarre le mie conclusioni. E la stessa cosa fanno molte persone vicino a me. Secondo me tutto dipende dall'intelligenza e dalla maturità del singolo, personalmente cerco di circondarmi più da persone come me e voi hahahah Un abbraccio
Che bella conversazione, non ho mai pensato a questo sentimento. Sicuramente verso gli altri non mi sono mai sentito in colpa, verso me stessa molte volte. E ci sto lavorando
È il mio format preferito insieme a Chiari20❤; btw, io credo che in fondo alla nostra coscienza siamo consapevoli di quello che facciamo/diciamo e che quindi quando agiamo o diciamo cose di un certo tipo alla fine della fiera sappiamo quale sia la verità
infatti io personalmente dentro di me sono consapevole del perchè agisco/ragiono in una certa maniera anche se esternamente nascondo questi pensieri con una costruzione più razionale, semplicemente mentendo oppure facendo finta che sia un qualcosa di inconscio o irrazionale
Il senso di colpa é un qualcosa che ci hanno fatto provare fin da piccoli per farci agire senza il nostro consenso. È un subdolo tentativo di dominare un'altra persona. In pratica é un ricatto, bisogna stare attenti perché se non lo si capisce bene fino in fondo si cade in questa trappola e l'altro farà di noi quello che gli pare. Il problema é che per uscire da questo circolo bisogna accettare che i propri genitori ci hanno usato e quindi non amato. Solo che non essere amati per un bambino é uguale a morire e perciò pur di non credere o volere vedere fino in fondo che non siamo stati amati dai nostri genitori essendo questa una cosa fondamentale per la vita preferiamo credere che in fondo sia colpa nostra che non siamo abbastanza poiché lascia sempre una piccola finestra aperta che fa intendere che una remota chance di essere amati ci sarebbe stata.. brutta storia
È incredibile come dopo ogni video io non sappia come sentirmi, perché tutto quello che ho pensato o penso adesso è in qualche modo in contrapposizione al pensiero di irene😂
Che tempismo!! Nelle mie note del telefono c'era "googla come gestire senso di colpa" e poi siete comparse voi con questo video! Vi adoro! Per quanto mi riguarda, ho bisogno di fare una distinzione tra amicizie e relazioni intime. Nelle amicizie non faccio mai sentire in colpa e molto molto raramente mi ci sono sentita. In amore, invece, ho fatto spesso gaslightling. Il mio ex me l'ha fatto notare e cerco di lavorare da allora sul dire ciò che non va, piuttosto che essere passivo aggressiva, ma è per me molto difficile abbattere questo muro di cui parlate e dire quello che penso, senza aspettarmi che l'altro capisca come si deve comportare, secondo le mie norme morali. Mi sembra però un lavoro immenso da fare, Irene , terapia a parte, hai suggerimenti per lavorare su questo aspetto? Riguardo invece alle narrazioni, ne ho assolutamente una esterna ed una interna. Per quanto riguarda quella interna, sto lavorando sull'accettare le incoerenze che trovo in me stessa, senza farmene una colpa ma prendendole per come sono. La narrazione esterna che do di me si avvicina a quella interna quanto più profondo è il rapporto che ho con la persona con cui ho a che fare.. credo sia un po' il concetto delle diverse maschere che indossiamo
Ho trovato il vostro punto di vista molto interessante e condivisibile; però mi sembra abbiate tralasciato un punto: la situazione in cui sono io a sentirmi in colpa senza alcuna influenza da parte dell'altro. Vi faccio un esempio: in passato mi è capitato di fare una gran carognata ad un amico e mi sono sentito in colpa per moltissimo tempo quando lui neanche sapeva ciò che era successo; non mi ha influenzato in alcun modo, il senso di colpa era solo mio e legato al mio errore dal momento che lui non era al corrente dell'accaduto. Cosa pensate di una situazione del genere? In cui il senso di colpa deriva unicamente da un errore o scelta sbagliata o decisione presa in momenti emotivi particolari? (magari semplicemente ho interpretato male l'argomento del video)
Ho la sensazione che il senso di colpa (driver assoluto della mia vita) derivi anche dal concetto, un po’ Cristiano, del ‘non fare agli altri quello che non Vorresti fosse fatto a te’. Quindi il senso di colpa è una sensazione che esiste in relazione agli altri ma di fatto è una questione che riguarda solo noi stessi, le aspettative, l’idea di noi che vorremmo manifestare nel mondo e il modo in cui gradiremmo essere trattati. Quindi sono una lurida egoista e mentre faccio male agli altri, faccio male a me e non imparo a vivere, annaspando nella mia pozza di sensi di colpa. Mi sono un attimo rincuorata ascoltandovi, ma a breve tornerò ad annaspare
“Sai qual è il sentimento che provi” 14.36 Ricollegandomi a quel discorso vorrei dirvi che- è assolutamente vero che non tutti sanno quello che fanno o provano a volte data la mancata elaborazione delle cose, probabilmente perché, per la società non deve esistere (es) invidia. IO CONSAPEVOLE di questo, ma completamente estranea perché riconosco quando provo invidia ma la scampo con “”scuse”” nel mondo esterno solo perché so di poterlo fare, nessuno si accorgeva di nulla; le persone non sono così lungimiranti a volte tanto da chiedersi il perché dei tuoi comportamenti ed elaborarli se non sono già presenti nel loro “database” di info servitegli dall’educazione ( generale tipo genitori tv ecc). Concludo dicendo che mi sembra a volte di assecondare il luogo comune che gli Scorpioni manipolano le persone- un tempo lo facevo ma ora sbatto le corna contro me stessa perché ho imparato a sgridarmi ed educarmi da sola- attraverso il pensiero.
Mi piacerebbe che la prossima puntata possa prevedere l'intervento di un finto cameriere che vi serva le cioccolate calde...mi propongo. Attore e milanese da generazioni!
Attenzione, vivete una realtà dove non avete figli. Se hai un figlio, non puoi pensare di allontanarti dalla persona che ti fa sentire in colpa, vivi quindi costantemente una condizione di stress che ti obbliga almeno a fare un grande lavoro interiore per alzare muri di protezione. Energie che si preferirebbe utilizzare per qualcosa di migliore
Secondo me questa cosa dello sfruttamento del senso di colpa al fine di manipolare è molto femminile, da uomo non mi è capitato quasi mai che un mio amico si comportasse così nei miei confronti, probabilmente è dovuto al fatto che un tale comportamento presuppone una comunicazione che tra uomini spesso non c’è il che è un problema ma mitiga questo genere di comportamenti.
16.14 : io sono iper consapevole quando faccio la cazzona, dentro di me so TUTTE le emozioni che provo, le capisco e le provo ad accettare. penso che le persone che non abbiano un filo che unisce tra comportamento e motivo del comportamento sia molto questione di repressione o superficialità
potete fare un “parlarne tra amici” sul tradimento? so che avete già fatto un video al riguardo ma, secondo me, sarebbe interessante una riflessione più estesa e con spunti dati da persone diverse.
A mio parere è come se dentro di noi avessimo un draghetto e un uccellino (riferimento a bluebird di Bukowski), il drago, alimentato dalla negatività, ti costringe a reprimere la maggior parte delle emozioni prodotte dell' uccellino (specialmente se sei una persona estremamente empatica) che arriva a costruirci questo esserino che, il drago comanda a suo piacimento, fino a fare perdere perdere totalmente significato ai sentimenti positivi. E quando sei impossessato da molto tempo dal tuo esserino spesso tendiamo a dimenticarci quali sono davvero le emozioni e crediamo che quella sia davvero la condizione che ci appartiene, però ovviamente non è così, ma continuiamo ad illuderci che è la nostra vera condizione ovviamente non accorgendocene, ma tendiamo solamente a far di tutto per far sentire in colpa (inconsciamente) l' altra persona, poiché non capisce il meccanismo dei nostri comportamenti e li riversa su se stesso. Scusate il pippone, siete fantastiche e adoro la scioltezza che trasmettete nonostante trattiate argomenti abbastanza delicati, buon lavoro e in bocca a lupo, di questo passo aiuterete molte persone!
secondo me più che estirpare il senso di colpa, che è una cosa naturale, almeno quello non manipolato dagli altri, dovremmo accettarlo senza sentirci male a riguardo: se devo dire ad una persona che non mi va più di parlare con lei mi posso sentire in colpa ma poi la cosa che deve sempre prevalere è quello che ci fa stare bene. se le cose con quella persona mi sembrano forzate e la cosa non piace, pace e amen, è piu importante il mio benessere proprio perchè gli altri non ci appartengono e non dobbiamo sentirci responsabili per loro. Ovviamente poi ci sono cose più o meno dolorose.
Tutti ovviamente sono liberi di fare quello che gli pare solo che se alla fine una persona si comporta male nei confronti di un'altra o comunque non la rispetta è giusto farglielo notare. Non è questione di far sentire in colpa è questione che quando uno sbaglia è giusto che riconosca l'errore fatto.
15:12 fino a poco tempo fa non mi rendevo conto che le "cose di merda" che pensavo di una persona fossero dettate da sentimenti che semplicemente non volevo ammettere. Da poco ho cominciato ad avere una maggiore consapevolezza e cerco di non farlo più e di analizzare, piuttosto, i miei veri sentimenti e poi parlarne apertamente. Però mi è capitato di conoscere persone che non se ne rendevano conto veramente
Vorrei fare un appunto proprio sull ultima frase di Irene: è un po' una contraddizione con quello che hai detto prima ovvero l essere onesti (magari facendo una critica costruttiva) , anche perchè capita di cambiare se stessi proprio sentendosi in colpa. Bel video.
Mah, secondo me c'e' una linea sottile tra il viversela al massimo / gli altri non mi appartengono e il tenere anche conto dell'impressione che chi ci sta davanti puo' farsi delle nostre intenzioni, ed e' li' che entra (o dovrebbe entrare) in gioco l'empatia e la comunicazione onesta. Soprattutto nelle relazioni amorose, se ci si comporta in un certo modo (non so, agendo e dicendo cose che danno l'impressione che ci sia molto di piu' di quanto ci sia), e' chiaro che si rischia di ferire l'altro. Questo non e' essere onesti, a mio avviso. E non siamo piu' adolescenti concentrati solo su noi stessi, non possiamo far sempre finta di non esserci accorti di niente. Giustificarsi sempre con la frase "l'altro e' responsabile di cio' che prova e di come reagisce" e' una po' un voler fare come ci pare ma non volerci mai neanche assumere le proprie responsabilita'. Io penso che un po' di senso di colpa invece sia giusto, perche' ci rende piu' consapevoli, riflessivi ed empatici nei confronti degli altri. Mi sembra che invece a noi giovani d'oggi piaccia molto scrollarsi le responsabilita' di dosso, e poi additare chi prova a dirci che non siamo stati carini. E riguardo a "la vita e' cosi', dopo un mese si sta meglio", dissento. Conosco tante, tante persone che sono state male per anni dopo essere state ferite, in amore o in amicizia. E cio' che fa piu' male in quei casi, e' proprio la totale noncuranza con cui l'altro gestisce la cosa. Queste persone non solo soffrono, ma faranno soffrire gli altri, alimentando un circolo vizioso individualista e superficiale.
ho continuato a sentirmi con una ragazza principalmente perché mi aveva dato tanto, mi aveva cambiata tanto, e a pensare di smettere di sentirla mi sentivo tremendamente in colpa, perché sapevo che ci sarebbe stata male. il punto è che non avevo veramente voglia di sentirla perché non avevamo niente di cui parlare, ma piuttosto che deluderla ho continuato per tante settimane a forzarmi a scriverle e a far finta di niente, col risultato che ne sono uscita esausta, e lei pure perché alla fine ho dovuto ammettere che sentirci sempre mi esauriva. un casino. qualcuno si è mai sentito come me?? mi piacerebbe saperlo, perché è stato come quando, per paura di deludere un genitore, scegli una scuola che non ti piace: non ti appassiona ma preferisco stare male tu che far sentire in colpa l’altro. assurdo.
e comunque per Irene: no, non tutte le persone sono abituate ad analizzare profondamente ciò che provano e le motivazioni dietro ad azioni che compiono, cosicché anche nella cambretta buia, se io dico una cattiveria, posso non arrivare a chiedermi il perché l’ho fatto. perché non ho un’introspezione così sviluppata, o per nulla sviluppata. Io personalmente sono sempre stata abituata a farlo, a mie spese ultimamente ho scoperto che non è cosa da dare così per scontata da parte degli altri.
Scusate ma perché qualche volta non vi confrontate con altri? Propongo quest’idea perché per quanto sia interessante sentire quello che avete da dire su tutti i temi che proponente sul canale, spesso le narrazioni di Sofia e Irene mi sembrano estremamente poco sincere, sensate e, soprattutto, molto studiate (in senso negativo, cioè create a tavolino). Non vuole essere una critica pura ma una semplice riflessione per capire da dove arriva questo punto di vista molto artificioso, biased tra di voi (scusate non trovo una traduzione italiana vicina) e forse anche estremizzato verso ideali che non corrispondono alla realtà. Le idee di Lupo, invece, sono molto più interessanti e credibili, sembra vera farina del suo sacco.
Io che ho aperto questo video pensando alla procrastinazione e alla poca voglia di studiare Sofia e Irene: allora, le relazioni Io: ok, come dite voi Comunque in una relazione sana il senso di colpa secondo me non dovrebbe esistere. Ecco, io forse tendo a fare sentire in colpa le persone se mi feriscono, almeno una frecciatina la devo lanciare; ma se dovesse essere una cosa prolungata no, assolutamente no. A quel punto tanto vale smettere di sentire quella persona almeno per un periodo, sono molto d'accordo con Irene su questo
hahah si io sono come Irene ahahha. secondo me le persone almeno un pochetto lo sanno, ma non lo vogliono ammettere per paura o cazzi irrisolti. (poi io parlo per esperienza, perchè io ero così)
vorrei essere anche io in grado di non aspettarmi quel "comportamnet morale" del quale parlate, per me amicizia dovrebbe essere avere tutto ciò che "serve" in quella persona..non una per ogni occasione, forse è sbagliato infatti le difficoltà nel riuscire ad identificare una persona come AMICA sono molte e portano ad allontanarsi, al credere di non avere veri amici.. corretto?cosa ne pensate?come "uscirne"?
qual è però il limite tra il dire ad una persona come ci sentiamo/quali sono i nostri bisogni/far capire che hanno fatto qualcosa di sbagliato che ci ha feriti senza farla sentire in colpa? che magari noi non lo facciamo con il chiaro intento di rinfacciare qualcosa per farli stare male ma poi in un modo o nell'altro l'altra persona si sente comunque colpevole. che margine di azione abbiamo (se ne esiste uno) tra il far valere noi stessi e il non far sentire in colpa l'altro facendolo sentire sotto accusa?
Poi ci sono io che in ogni relazione che instauro mi sento in colpa per ogni mio comportamento perché temo che l'altro possa sentirsi male per un mio gesto
Sapete che cosa penso riguardo al senso di colpa che si prova quando lasci una persona, che io di solito mi sento in colpa perchè so che la persona mi vede in un certo modo e che quindi non si aspetterebbe mai che lo stessi per lasciare. Questo mi fa sentire molto in colpa, quindi in generale in ogni ambito mi sento in colpa quando tradisco le aspettative che penso qualcuno abbia su di me, ecco cos'è per me il senso di colpa.
Sofia tevogliobbene, venti è un bel progetto, ecc ecc, ma ogni tanto mi spaventa il modo in cui sbatti le palpebre, ci vedo una fiammella di psicosi sul fondo dell'iride :) (quando li riapri) #uncommentononrichiestomapropriochenoncelafacevoatenere
Sarebbe interessante parlare del senso di colpa nel 2020, questo virus ha cambiato molte dinamiche sociali e anche i sensi di colpa all'interno di amicizie. Uscire, vedersi? Sensi di colpa perché stai uscendo e sensi di colpa perché non vuoi uscire... Le casistiche sono infinite
e come capire se il senso di colpa nasce da noi o dagli altri? bisogna eliminare ogni persona che ci fa sentire in colpa? e se in realtà non nasce da loro?
Ire io sono come te e la penso come te, secondo me invece ogni persona dentro di se sa come dove è perché dice certe cose ne sono coscienti di quello che dicono ne sono convinta.