Hai colto il nodo problematico della questione. È l'effetto paradosso che emerge dalla classica domanda: "Chi controlla il controllore?" In realtà, la risposta non esiste, poiché il tema si configura nel profilo del cosiddetto regresso all'infinito, una sorta di spiralizzazione che si autoalimenta senza fine, alla stregua del celebre cand che si morde la coda...
E si dice compito, non homework... Poi il "trigger" invece dell'evento che scattena questi pensieri. In alcuni casi sono anche le persone che non parlano inglese che utilizzano di più questi termini. È veramente triste (lo dico da straniero che ha imparato l'italiano).
Essere consapevole che puoi DECIDERE di spostare i tuoi pensieri, di rallentarli e di non seguirli, come fossero delle sirene che vogliono ammaliarti. Puoi cominciare DECIDENDO tu un tempo specifico per quei pensieri, per capire che sei tu a comandarli e non viceversa. È un lavoro complesso, che parte dalla profonda consapevolezza che i tuoi pensieri influenzano la tua vita e quello che ti accade, e non il contrario.