Qui Bodei parla con forza e vivacità, con la sua consueta gioia del comunicare, mi colpisce che gli mancava poco da vivere, una cosa che mi sconcerta e mi fa pensare....
Linguaggio pulito e straordinaria capacità comunicativa. Ci ha lasciato tanto, disperdiamolo. Quel brusio sperabilmente è dato da un mercato nei paraggi: solo un pazzo andrebbe in quelle conferenze a fare chiasso!
Ho sempre stimato Remo Bodei, la sua cultura profonda. Però nell'analisi dell'estetica del novecento c'è una incomprensione di fondo. La presenza del "brutto" nella contemporaneità non può essere vista semplicemente come impossibilità del "bello" inteso solo come armonia e classicità. La contemporaneità, dalle avanguardie in poi, ha ampliato il concetto di bellezza in una ricerca "aperta". Un'opera di Bacon è bellissima come un'opera di Caravaggio. La bellezza della prima coglie la nostra sensibilità di vivente nel nostro tempo.
capisco cosa vuoi dire. ma in Adorno, più che la categoria di "bellezza", risultano centrali quelle di "forma" e "compiutezza dell'opera". Adorno non direbbe mai che l'arte "moderna" (che in Adorno è l'equivalente di, "a lui contemporanea") è un'arte "brutta"; piuttosto direbbe che "ha rinunciato alla bellezza". Tale rinuncia avviene all'interno di una riflessione sul rapporto tra arte e realtà che si traduce in ricerca formale. di fronte ad una realtà insensata, l'arte non può che prodursi attraverso una forma disarticolata che rifletta tale non-senso. questa è la convinzione fondamentale che innerva l'estetica adorniana. e' celebre la frase di Adorno che recita: «scrivere una poesia dopo Auschwitz è un atto di barbarie». come a dire: l'armonia dell'arte classica e la bellezza delle sue proporzioni, erano un canone che trovava eco e ragione nella sensatezza del reale. le forme disarmoniche e la rinuncia al mimetismo, proprie dell'arte contemporanea, trovano ragione entro lo stesso tipo di equazione.
Mi spiace dirle ma quello che lei vede come bello l'opera di Becon, è nella soggettività di ognuno! Non c'entra niente l'allargamento del concetto di bellezza delle avanguardie come lei dice, in quanto tentativo di creare il bello o il brutto. Non vi è equiparazione tra il prima e il dopo ma una soggettività certamente condizionata dal contesto culturale in cui vive! Detto ciò mi permetta di notare soggettivamente una certa differenza tra Caravaggio e Becon ed io preferisco non di poco Caravaggio!
@@paulfelixread io preferisco Bacon perchè allarga il mio/nostro orizzonte di conoscenza e coscienza....In questo senso Cacciari ha detto cose più interessanti dello stimatissimo Bodei.