Da introverso posso dire che essere forzato a socializzare coi colleghi mi ha fatto da sempre più male che bene. Già faccio fatica a socializzare con gli amici che mi scelgo, figurarsi socializzare con persone scelte dalle risorse umane (recrutatori). Spesso mi sembra di vivere in una sorta di "dittatura degli estroversi" dove per forza è considerato un bene e un divertimento stare con gli altri, a prescindere. Non è così, per noi introversi spesso stare tra le persone è una fatica, una violenza. Ed è difficilissimo ritagliarsi una cerchia di persone con cui si sta bene in una società come la nostra. Riguardo la produttività in termini di nuove idee o comunicazione questo dipende molto dal lavoro che si fa. Da sviluppatore software posso dire che il picco di produttività creativa e operativa lo raggiungo quando riesco a concentrarmi, cosa che è impossibile in ufficio. Mentre il picco di capacità comunicativa lo raggiungo quando comunico in forma scritta con riferimenti e dettagli, perché il mio lavoro richiede di essere dettagliati. Magari per altri lavori non è così. Quindi trovo veramente riduttive, se non proprio errate, le analisi fatte in termini assoluti. A lato di questo quando andavo in ufficio impiegavo 2 ore per muovermi ogni giorno. Ore buttate, 2 ore di vita che ho guadagnato e che dedico ad attività produttive. D'altronde i manager e capi che vogliono la gente in ufficio hanno mediamente redditi che gli permettono di abitare nel centro delle città e quindi vicino all'ufficio.
Figurati, sono commerciale di lavoro ma tendo a essere introverso di carattere. Infatti fuori dall'orario di lavoro (che comunque decido io in quanto p. IVA) ho sempre cercato di stare alla larga da tutti.
Ve lo spiego io il motivo per il quale aumenta la produttività in SmartWorking: semplicemente in ufficio per fare il lavoro X ci metto Y, mentre da casa per lo stesso lavoro ci metto Z (Z
In azienda, specie in Italia, conta moltissimo il tempo trascorso in ufficio, indipendentemente dalla produttività. Idem per la percezione di socialità e simpatia che offriamo ai colleghi. Tutte cose che vanno evidentemente a scapito della produttività e della vita privata. Lo smart working ha squarciato il velo dell'illusione, mettendo a nudo l'inefficienza e l'incompetenza di migliaia di manager.
@@TempoDargento non sai quanto sia d'accordo. Che si fa? Cosa potremmo fare? Attualmente molti di questi manager (che si ritrovano messi a nudo) cercano in tutti i modi di recuperare quel velo che hanno perso, danneggiando tantissimo le cose: si potrebbe eliminare almeno il 50% della forza gestionale, specialmente per noi Informatici, senza manco accorgercene.
@@VincenzoGiordanoKony infatti, nel mio caso (multinazionale giapponese), il mio capo sta per andare in pensione e non verrà sostituito… lo Smartworking ha rivelato che non c’è bisogno della sua figura ..
@@bischerotoscano NTT spotted 😂 Io personalmente sono da 3 anni su un progetto alla ‘comunista’, siamo 5 sviluppatori senza fondamentalmente un responsabile stile manager. Ci autogestiamo e fino ad ora siamo andati abbastanza bene.
Il Remote/Smart Working è una manna dal cielo, almeno per quelle mansioni in cui il dove è ininfluente. Nel ramo del software development e in aziende grandi e sparse nel territorio, già i team di sviluppo sono di solito distribuiti su tutto il territorio se non anche all'estero e quindi stare in ufficio non ha impatto così evidente. Per quanto riguarda i rapporti sociali. Possiamo essere d'accordo che incontrarsi ogni tanto tra colleghi sia benefico. Tuttavia le catastrofiche lamentele di perdita di socialità mi paiono delle fanfaluche. Lavorando da casa vuol dire che mi posso risparmiare 1 o 2 ore di viaggio (e nel mio caso mi riterrei anche fortunato) e usare quel tempo per socializzare dove voglio: in palestra? Al bar? Al circolo? A passeggio? Dove mi pare. Se poi uno non esce mai di casa è un problema del suo stile di vita e non della modalità di lavoro. Andasse in ufficio probabilmente tornerebbe a casa tardi per rimanerci dentro e riuscirne la mattina per tornare in ufficio. Lavorando per obiettivi e avere una qualche forma di flessibilità nella modalità di lavoro, mi pare che in generale abbia solo aspetti positivi.
l'azienda per cui lavoro da metà del 2022 circa ci ha chiesto di tornare in ufficio obbligatoriamente almeno 2 giorni a settimana ed è una cosa che personalmente detesto, anche perchè il lavoro che faccio a casa ed in ufficio è lo stesso, anche quando sono in ufficio passo intere giornate in videochiamata, con in più la perdita di tempo e lo stress di dovermi recare inutilmente in ufficio e non poter sfruttare i tempi morti tra una call e l'altra per occuparmi delle cose di casa
@@MarcoCrepaldi la presenza dei colleghi al limite intralcia il mio lavoro, certo non lo favorisce... e comunque nel mio ufficio siamo in 6, è quasi impossibile averci tutti li lo stesso giorno (e per fortuna) oggi ad esempio sono l'unico nel mio ufficio, a fare quello che avrei benissimo potuto fare a casa meglio risparmiandomi di venire qui
@@MarcoCrepaldi ma uno è libero di mantenere dei contatti al limite del professionale? Se socializzare e con chi dovrei deciderlo io non l'azienda dal momento che dovrebbe pagarmi per i miei risultati e non per decidere sulla mia persona.
Lavoro in full remote da 9 mesi e non tornerei MAI indietro. Le libertà in più che mi offre questa cosa sono così tante che sono stato disposto ad accettare uno stipendio più basso della media di mercato per il mio ruolo. Per esempio posso dedicarmi molto più facilmente a coltivare una mia passione di cui farò presto un secondo lavoro!
Io da 2 anni e pure io non andrei mai in ufficio. Faccio il mio lavoro allo stesso modo che in ufficio e in più posso dedicare il tempo ad altro senza avvelenarmi per colpa del traffico.
Io sono ancora uno studente, quindi al massimo posso portarti l'esperienza di mio padre, il quale è il classico impiegato da 8 ore al giorno (se non di più, col contratto che ha) davanti al PC. Ebbene, lui giudica come migliore la soluzione giapponese, ovvero fare 2/3 giorni a casa al massimo e il resto in ufficio, così da organizzarsi per poter svolgere le classiche commissioni casalinghe nei giorni in cui è a casa. Aggiungici che lui quando fa bello va sul luogo di lavoro (Milano) in bici, che però dista circa 20 km da dove abitiamo, farsela tutti i giorni sarebbe un po' pesantuccio, soprattutto d'inverno, "spezzando" la settimana stando 2/3 giorni a casa si mantiene in forma senza che la cosa diventi troppo eccessiva dal punto di visto energetico-fisico.
Nella mia azienda facciamo 3 gg in ufficio a scelta ed il resto da casa. Ma chi non lavora in squadra ne fa molti meno in ufficio, perché la produttività non cala. Quindi torna con l'esperienza di tuo padre.
io sono un estroverso (se ce n'è almeno un altro, batta un colpo) e preferisco di gran lunga l'ufficio (come preferisco studiare in biblio ecc.) ma mi rendo conto che lavorare da casa sia molto più efficiente. lavorare da remoto garantisce la massima libertà a tutti, perché anche chi preferisce lavorare in ufficio può simulare l'ufficio con luoghi pubblici come biblioteche, spazi di co-working ecc.
Io ho sempre sostenuto che il lavoro ibrido sia il migliore perchè fa cambiare ambiente e modo di fare. Stare sempre in ufficio pesa e pure il contrario.
😂😂😂 no, ibrido significa che torni in ufficio full time e basta visto che o è smart working o è in presenza. Ibrido significa non volere lo Smart Working per tornare in presenza full time infatti chi fa l ibrido si prevede il full time dicendo addio allo smart working
Sono un programmatore, un settore dove il lavoro da remoto è molto diffuso e onestamente non so se accetterei di andare in un ufficio quando posso tranquillamente lavorare in spiaggia…
Nel mio precedente lavoro (durato 1 anno) ho lavorato dieci mesi in smart working, sempre in camera mia e davanti ad un PC e l'unica volta in cui uscivo di casa era per camminare e ossigenare il cervello. Vero che si velocizza l'esecuzione degli obiettivi lavorativi, ma tutto ciò non lo auguro a nessuno. Sempre meglio fare un bilanciamento delle due cose, come per tutto. Ah, dimenticavo: auguro le peggio cose al mio ex titolare.
Il motivo per cui i benefici dello smart working si vedono di piú in coppie con figli, secondo me é anche dovuto all'etá e alle fasi della vita. Un giovane, soprattutto al suo primo lavoro, ha bisogno dell'ufficio per conoscere nuove persone e socializzare, altrimenti starebbe da solo tutto il giorno nella propria camera, mentre un padre/madre di famiglia apprezza di piú il fatto di stare a casa e passare piú tempo con la famiglia.
Developer da quasi 3 anni in Smart working. Dopo tutto questo tempo avere l'opzione di andare in ufficio ogni tanto ci starebbe. Ma a Milano se non costretto non ci vado e rimango nelle mie zone. Secondo me il richiamo in ufficio, specialmente delle major, sia molto più legato alla fedeltà aziendale che altro. Presentarsi di persona significa dover vivere vicino al luogo di lavoro. Magari spostare o creare la propria famiglia lì vicino. Stare sempre in sede poi comporta legami interpersonali più forti con i colleghi. Tutti motivi molto umani che pesano parecchio quando si valuta il cambiare lavoro. Da casa siamo più indipendenti su quel fronte. Più distaccati e liberi di valutare altri fattori, quindi cambiare più spesso azienda.
Da HR ti dico che è quello. Altro che le favolette del dialogo. Fra l'altro tutto gestito da Microsoft per Microsoft...la ricerca la facesse un gruppo indipendente
Io lavoro in modo ibrido 3 giorni in ufficio (a volte anche 2) e 2 da casa, sinceramente io mi trovo meglio così perché stare sempre e solo da remoto per me è alienante e mi piace il confronto diretto con i miei colleghi (fortunatamente mi trovo molto bene con il mio team). Lavorare sempre e solo in ufficio però è devastante a livello fisico , di tempo e di stanchezza mentale.
@@bischerotoscano in una società ideale il cibo non si compra, ognuno produce qualcosa che può benissimo condividere con gli altri, ma non siamo ancora pronti per questo
È proprio grazie al mio lavoretto da casa che riesco anche a studiare per l'università. Prima facevo la babysitter ma ho dovuto mollare perché non riuscivo a gestire il tempo. Dico solo questo. E già questa è una risposta. Grazie per il video 🌹
Da intorversa e persona che in linea di massima sta molto meglio da sola che in compagnia... Lo smart o nel mio caso il telelavoro è la miglior cosa al mondo. I colleghi sono distrazioni e a volte interruzioni dell'armonia. Senza contare i benefici in termini di tempo, inquinamento, alimentazione etc. Se mi togliessero i miei 2 giorni su 5 da casa non ci penserei un minuto a cercare altro.
Io sono estroverso, ma la penso esattamente come te: Lavorare in ufficio per chi può svolgere esattamente lo stesso lavoro da casa è una cagata pazzesca.
Tre giorni in ufficio sono anche tanti se paragonati al full remote working. Da introversa non credi che lavorando sempre e solo da casa rischieresti di chiuderti ancora di più in te stessa?
@@VincenzoGiordanoKony spero anche io di trovarne uno in remoto al 100% e lo auguro anche a te 😁 no, facendo help desk it al telefono con qualche infiltrazione burocratica potrei fare tutto da casa a parte qualche carta che potrebbe benissimo essere sostituita dalle e-mail...
la produttività aumenta piu facilmente se sei libero professionista, se cioè lavori per obiettivi: è anche vero che a casa si finisce (almeno nel mio caso) a confondere lavoro e casa , ma appunto è una cosa personale, nel mio caso è dal 2009 che posso lavorare in cloud e da casa, per cui appunto in tutti questi anni ho visto un pò come sia un elemento molto personale e variabile da persona a persona appunto. Certo che piu è lontano l'ufficio e più il remote e smart working convengono.
Ah io lavoro ad quasi 90 km da casa, ho un figlio di due anni, uno di 6 mesi, e i nonni lontani. Pur essendo in team, ognuno di noi la ora su progetti individuali. Indovinate cosa preferisco? XD
MAGARI. Bisognerebbe un po' disgorgare ste città tipo Milano - Roma -Bologna ecc. IO sono tornato in puglia da 3 anni, lavoro da casa, il mio paese ne giova (consumo qua, compro roba qua, faccio girare l'economia qua)
E' due anni che lavoro in remoto (non ho mai lavorato in studio) due anni di solitudine in cui non ho conosciuto i miei colleghi, non ho legato con alcuna persona, non ho fatto più di 5 call all'anno e mi pagano pure poco. Il lavoro che faccio mi piace ma non ne posso più, la gestione è pessima, non c'è alcun contatto umano. Mi sento solo un robottino lavoratore nel buco del culo del mondo.
Non posso che ringraziare Dio di essere in Brasile , uscito dall’Europa e lavorando da casa. Piuttosto che tornare in ufficio a Milano vado a vendere i cocchi in spiaggia, e non c’è blog o discorso che mi può far cambiare idea.
Parlo da super introverso, lavorare sempre e solo da casa mi farebbe chiudere ulteriormente in me stesso, diventerebbe un circolo senza fine solo peggiorativo. Certo, inizialmente si ha la sensazione che sia una cosa buona, meno fatica, meno spostamenti, più tempo per me stesso, ma a lungo termine è alienante. Capisco però che recarsi fisicamente a lavoro tutti i giorni sia faticoso e in remoto si guadagni qualcosa che si era perso, sia economicamente che psicologicamente. Certamente è personale, siamo tutti diversi e con situazioni personali diverse, chi introverso, chi estroverso, chi con molti o pochi amici fuori da lavoro, chi invece con colleghi che sono anche amici, chi si concentra di più in ufficio e che a casa si distrarrebbe facilmente o il contrario, chi ha possibilità familiari e case adeguate e chi no (molti pro remote alla fine scopri che hanno case grandi con studio e sicuramente senza figli) e tanto altro, quindi è un discorso che probabilmente sarà sempre difficile da trattare. Prendiamo d'esempio un ragazzo, giovane, single, che abita da solo, per lui sarà più facile lavorare da casa. Prendiamo l'estremo opposto, un papà o una mamma, con uno o addirittura più figli, magari anche piccoli, con una casa senza uno spazio adibito al lavoro e in cui magari vivendo non da soli ci si ritrova nello stesso momento a lavorare mentre marito/moglie sono a casa per altro lavoro o altri motivi e magari anche coi figli a casa in certi orari/giorni, credetemi, diventa impossibile e si prega di tornare in ufficio. Esistono troppe differenze da caso a caso. Ovviamente varia enormemente anche in base al lavoro svolto e alle modalità in cui ci si trova coi colleghi quando si è a lavoro, ma proprio per tutte queste variabili la soluzione migliore è e rimarrà sempre una via di mezzo che non estremizzi nè l'una nè l'altra modalità di lavoro. Un 2 a casa e 3 in ufficio, o 3 a casa e 2 in ufficio, sono alla fine il giusto compromesso per tutti a meno di non avere casi veramente particolari. Non parlo di ambienti di co-working perchè non so come funzionino. Si paga una quota per accedere? Anche se poi, tra uscire di casa per andare in un co-working e andare in ufficio cosa cambia?
Motivo del richiamo? Mania di controllo mascherata perché . Ma la socialità se voglio mantenerla nei limiti del professionale e nonostante tutto raggiungiamo gli obbiettivi? Cioè date libera scelta dove si può, chi vuole andare in ufficio vada in ufficio, chi vuole stare a casa stia a casa. Oppure dite apertamente siamo dei maniaci del controllo stile la mamma che spia il figlio per controllare se sta studiando e si accetta la cosa.
Io spero di non dover lavorare troppo in remote working, veramente non ce la faccio a pensare di muovermi fisicamente per andare a lavoro, andrei in tilt
Personalmente preferisco l'ufficio, sono piu produttivo e se ho bisogno di un collega è piu facile contattarlo. A casa non combino nulla, ma vedo il lavoro solo come un mezzo e non mi piace, magari per chi apprezza il proprio lavoro questi lati negativi non ci sono o sono minori. In piu in ufficio risparmio su riscaldamento e elettricità