ospitata nel retro bottega del mio fiorista preferito (Piazzetta dei Fiori) ho potuto assistere al rinvaso "creativo" di un acero. vi ringrazio per la visione! il mio profilo Instagram: / gio.drs
Buonasera Giorgia il discorso sull'akadama è piuttosto complesso e va anche contestualizzato . In Giappone il clima è più fresco rispetto all'Italia per cui per loro è meno gravoso utilizzare substrati altamente drenanti come akadama e simili e, se ci hai fatto caso, i vasi che utilizzano sono anche mediamente più piccoli rispetto a quelli che si utilizzano in Europa, perché diciamo che loro, sempre per ragioni ambientali , se lo possono permettere senza andare fuori di testa ad innaffiare di continuo. L' akadama poi presenta anche un'altra caratteristica e cioè all'inizio è molto performante, poi a mano a mano perde queste caratteristiche diciamo " propulsive" e comincia a presentare altri lati, questi negativi, e cioè tende a sbriciolarsi fino a diventare una " farina rossa" dentro cui le radici soffocano ; in pratica dopo due anni sei costretto a fare un rinvaso anche se non è necessario . Tempo fa acquistai un bonsai online che costava stranamente poco , ma quando arrivò capii perché ; in pratica era sepolto in un mattone rosso, tipo quello delle costruzioni, impermeabile all'acqua e a quant 'altro, con la pianta in condizioni di mera sopravvivenza, che dovetti letteralmente disseppellire come uno scavo archeologico, perché da tempo non rinvasata dall'akadama .Il punto è che se hai un bonsai in formazione e già hai preventivato di rinvasarlo ogni due anni l'akadama può andare, sempre tenendo presente le concimazioni e attenzionando bene le innaffiature perché trattiene troppo poco l'acqua , pensa un po' ad usarla in sud Italia, una schiavitù con le irrigazioni ; se invece il bonsai è già formato e stabilizzato , soprattutto per le conifere tipo un pinus thunbergii , secondo me l'akadama non va bene ma è necessario un substrato stabile che ti permetta di rinvasare solo quando è strettamente necessario e cioè nel momento in cui l'acqua scola con difficoltà , le radici fuoriescono ampiamente dai fori di drenaggio , la superfice del bonsai tende a sollevarsi dal vaso o la pianta presenta un qualche segno di sofferenza . Un substrato ben gestito nelle concimazioni , con i giusti inoculi , etc , puo' andar bene anche 7-10 anni o più, cosa impossibile con l'akadama ; in pratica non c'è in questo caso una cadenza predeterminata ed obbligatoria per il rinvaso ma solo quando serve , e questo è ormai il trend in uso in molte nursey di bonsai qualificate a livello internazionale. Noi siamo in Italia con il nostro clima e dobbiamo conformare il metodo di coltivazione dei bonsai al nostro ambiente, alle nostre esigenze ed obbiettivi e modularlo anche in base alla regione in cui ci troviamo, trarre spunto dalle esperienze degli altri, non copiare pedissequamente e basta , noi Italiani non abbiamo mai copiato nessuno, tutt'altro
Hai perso di vista l’unico punto focale dell’Akadama e dei rinvasi: l’akadama di buona qualità si disgrega in seguito all’azione delle radici che passano attraverso e si ramificano creando una moltitudine notevole di capillari. È fondamentale che si disgreghi per ridurre sempre di più la dimensione delle radici. Inoltre il rinvaso si usa anche per diminuire di proposito il vigore della pianta, se porti un pino a vigore alto per 7 anni è un conto ma un acero va rinvasato a prescindere ogni due anni perché spinge la pianta fuori dal vaso quindi non si pone proprio il problema di sfaldamento dell’Akadama. Inoltre akadama ha una notevole csc cosa che non hanno pomice e lava, e non ci sono abbastanza studi sulla zeolite
@@alessandromassimo5717 hai ragione non sono stata estremamente dettagliata in merito, ho dato una spiegazione un po’ superficiale. Non mi piace sempre entrare nel dettaglio a livello tecnico perchè mi sembra quasi di essere noiosa…
@@giorgiaderisi sisi ma io mi riferivo soprattutto al commento di enrico, quelle che lui elenca come cose negative alla fine sono i otivi principali per cui si usa
Ciao ti seguo da qualche mese e appena esce un tuo nuovo video corro subito a vederlo , questo video mi ha incuriosito però vorrei solo dirti che non é solo un fattore di potenzialità ma anche di benessere, con i terricci granulari circola molto più ossigeno e le radici ne beneficiano molto , in più con terricci così compatti si rischi di far marcire le radici dato che un terriccio così manda le radici in asfissia , oltre a rimanere sempre zuppò . I capillari creati appunto con substrati granulari fanno assorbire nutrienti ed acqua alla pianta in modo più efficiente , però sicuramente se quei bonsai rimangono in condizioni più che dignitose anche il terricci di quel genere non vedo perché stravolgerli .
Ciao Daniel! Grazie del commento, ho pubblicato questo video anche per creare un po’ di dibattito in merito. Comdivido con te al 100%, anche io preferisco utilizzare substrati granulari per tutte le ragioni che hai citato te prima ma riconosco anche che l’utilizzo del terriccio sia, passami il termine, più semplice… Grazie ancora e buona domenica 😊
…sembra un principiante ( senza offesa ovviamente ) ma usare il terriccio senza neanche un fondo di pomice anche no, martellare invece mi fa ridere ma nn lo farei…. Ciaooo
Ciao, non c'entra con questo video ma ho una domanda da farti, ho un bonsai pyracantha e volevo sapere se posso somministrare un insetticida in modo preventivo,e quale. Tra poco mi arriverà anche un bonsai serissa foetida e non so se potrei fare la stessa cosa? Anche se magari le malattie delle piante potrebbero essere differenti,non so se esiste un prodotto che vada bene per entrambe? Comunque finora quella che già ho non presenta alcun difetto.
Con quel terriccio e quelle martellate fra 3 giorni quel substrato diventa un mattone e le radici soffocano (e a settembre, se la pianta è ancora viva, ti tocca fare un nuovo rinvaso)....
Per quanto riguarda la simpatia direi che va benissimo, ma effettivamente martellare così il substrato come fosse un pezzo di legno anche no. La miscela ci può anche stare pomice e Terriccio, però almeno il fondo lo avrei fatto con sola pomice, così rischi marciumi… un po’ perplesso 😅
Buongiorno Giorgia Sei grande con i tuoi video Complimenti Ti chiedo per cortesia se puoi mi invieresti un recapito telefonico o email per scrivere alcune informazioni dato che sono inesperto grazie
Ciao ho visto il video lui rinvaso in una maniera insolita, premetto che ognuno è libero di fare ciò che vuole delle proprie piante, però ebbene chiarire, specie per i neofiti, che la buona salute di un bonsai è data all'80% dal substrato e quindi dal suo apparato radicale. È necessario utilizzare terriccio granulare e non quello che si è visto fare in questo video, poi picchiare così......ma.
Ciao! Capisco il discorso del picchiare col martello, è una cosa singolare che fa lui e non la imiterei. Non ho capito peró il discorso sul substrato… Molti vivai di bonsai coltivano le loro piante in terriccio misto pomice per evitare problemi con le innaffiature e scompensi nutrizionali. Chi invece ha un po’ più di sensibilitá e vuole anche raggiungere livelli più alti usa substrati granulari. Poi questo è un tema estremamente vasto e soggettivo ma non penso che l’uso del terriccio debba essere così stigmatizzato…
@@giorgiaderisi vedo i tuoi video e mi piacciono, il bonsai si regge e vive bene grazie al substrato e si nutre dal terriccio. Questo deve essere granuloso perché le radici devono respirare, inoltre le pietroline devono essere frastagliate ovvero spiglose e non tondeggianti. La radice crescendo urta alla pietra spigolosa si biforca sempre di più, se fosse tondeggiante la radice si avvolge attorno e si aggroviglia. Immagina, se ci fosse un terreno come quello utilizzato nel video, la radice non solo non arieggia ma non ha la possibilità di duplicarsi quindi le radichette, così indispensabili alla vita del nostro alberello, non si formano si allungano soltanto, aggrovigliandosi facendo soffocare la pianta.
