Il piccolo santuario mariano sperduto tra le risaie, tra i comuni di San Nazzaro e della Villata, in territorio novarese ma sempre appartenente all’Arcidiocesi di Vercelli, è da secoli un faro per tutte le genti del corso medio del Sesia, di qua e di là dal fiume.
Sotto il suo altare sgorga una fonte d’acqua purissima, che viene poi incanalata all’esterno: la chiesa è arditamente costruita su un fontanile, e gli anziani del paese dicono che questa è l’unica sorgente della zona che mantiene viva la sua forza cristallina anche nei peggiori periodi di siccità.
E l’origine del santuario? Si narra che un giorno un venditore di quadri, stanco dalla fatica e dal gran caldo, si fermò all’ombra di un rovere per riposarsi e dissetarsi ad una vicina fonte. Si assopì e al suo risveglio si accorse che una immagine della Madonna con il Bambino non c’era più. Dopo ricerche tra la sua merce, alzando gli occhi vide l’immagine sopra un rovere: a nulla valsero gli innumerevoli tentativi di recupero del quadro.
Alcuni ragazzi furono i testimoni dell’accaduto ma a raccontare tutta la vicenda ai familiari fu una bambina muta dalla nascita, che da quel giorno iniziò a parlare. Il quadro sul rovere venne riportato a terra e venerato da tanti fedeli: ora è posto su quello stesso altare sotto cui sgorga la fonte.
La piccola chiesa è sempre stata meta di pellegrinaggi provenienti dai paesi vicini, che nel giorno della festa 8 settembre si danno appuntamento per l’ultima delle grandi solennità prima della grande fatica del raccolto.
15 сен 2024