SENTIERO DELLE MEATTE - PIAN DELA BALA - MONTE GRAPPA (VENETO) - NAILA NAILS 

In principio doveva essere San Liberale - Pian dela Bala, in ascesa sul sentiero 151, con “soli” 748 metri di dislivello “spalmati” su una lunghezza di poco meno di 3,5 km. Nella concretezza si trasformò in: San Liberale - Bus de Refos - Pian dela Bala - Sentiero delle Meatte. Sì, perché mi voglio bene! Sapevo che con una breve deviazione dal sentiero 151 si poteva andare a vedere il Bus de Refos (gola di origine carsica nella quale ci si può addentrare un po’, o un po’ di più; dipende dal grado di espertaggine speleologica), ma non mi ero studiata il percorso. Quindi, alla prima deviazione sulla destra, mi sono data all’ippica. Ovviamente, ho capito di aver toppato solo 20 minuti dopo, quando la geolocalizzazione di Maps mi segnalava un posizionamento con consono. Questa peripezia mi è costata mezz’ora di scarpinata in più. Dopo essermi ricordata di benedire buona parte delle figure celesti, sono ritornata sui miei passi di gran lena. Alla fine, imbrocco quella giusta e arrivo a ‘sto Bus de Refos. Rapida incursione in cerca di qualche pipistrello o dell’orco delle caverne e via nuovamente su pel sentiero 151. Il sentiero 151… Una bestia verticale che ti vuole morto. E se hai la faccia tosta di arrivare fino al Pian dela Bala con i polmoni ancora integri, cerca di farti fuori nella sua prosecuzione, che termina alla cima del Grappa, con ulteriori 400 metri di dislivello. A poco meno di un chilometro dal Pian dela Bala sopraggiunse la fame. Di mangiare mentre camminavo - come spesso faccio - non se ne parlava proprio: oltre ai polmoni, avrei sacrificato anche lo stomaco. Arranco e raggiungo la Bala. 2 ore e 30, circa (30 minuti in più del previsto, a causa dell’infausta deviazione errata). Escursione termica piuttosto accentuata: si congeda il Simùn e m’accoglie il Burian. Benedico nuovamente le figure celesti, infilo la giacca e mangio il panino. Sono arrivata fin quassù e mi perdo le Meatte? Giammai. Breve parentesi di divulgazione storica: il Sentiero delle Meatte è una mulattiera di arroccamento, creata nel 1918 dal Genio Civile Italiano. Chiusa parentesi. Zampettando felice percorro ¾ delle Meatte. E’ praticamente una strada, per quanto è largo, con pendenza irrisoria. E’ costellato da brevi gallerie e regala una vista spettacolare. Decido di tornare per il sentiero dell’andata, senza avventurarmi giù per il 153, che con un giro ad anello mi avrebbe riportata a San Liberale. “Chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quel che lascia ma non quel che trova.” Non volevo sorprese, e invece… E invece, ne ho avute eccome! Poco prima dell’imbocco del 151 scorgo con mia somma meraviglia che alla mia destra (a una decina di metri di distanza) sta brucando indisturbato un camoscio. Alzo lo sguardo e vedo che ce ne sono altri 5/6 poco più avanti, che brucano anch’essi indisturbati e scodinzolano sereni. Mi sono goduta quella scena per un tempo indefinito, dopo ho tirato fuori il telefono per cercare di riprenderli. Il mio potente mezzo (Huawei qualcosa…) mi ha permesso d’immortalare dei puntini che si allontanavano da me, con calma e senza smettere di brucare. Ovviamente, nel video ho dovuto specificare che si trattava di camosci, perché non si vede ‘na mazza. L’escursione si conclude con me che torno alla macchina correndo (nel vero senso della parola: era tardi e mi ero imposta di metterci cinquanta minuti) felice e contenta, serena e ricaricata. Poi, l’inaspettata svolta: il giorno dopo, un tronco. La corsa del ritorno mi aveva spaccato le gambe. Fine!

N.1 😊

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