Libri consigliati: 1. “La vita quotidiana a Roma all’apogeo dell’Impero” di Jérôme Carcopino, Laterza (link affiliato: amzn.to/3ZNWP44); 2. “La vita quotidiana nella Roma repubblicana” di Florence Dupont, Laterza (link affiliato: amzn.to/3YarAPw); 3. “La vita quotidiana a Roma nel tardo impero” di Bertrand Lançon, BUR (link affiliato: amzn.to/3Ye27o4); 4. “Cibi e banchetti nell’antica Roma” di Claudia Cerchiai, Libreria dello Stato (link affiliato: amzn.to/3XWnskz); 5. “Il mito di Roma. Da Carlo Magno a Mussolini” di Andrea Giardina e Andè Vauchez, Laterza (link affiliato: amzn.to/3Y9UCP4); 6. “The Roman Salute: Cinema, History, Ideology” di Martin M. Winkler, Ohio University Press (lini affiliato: www.jstor.org/stable/j.ctv1x67ddf)
Sì, per favore, anch'io vorrei sapere più sul cibo dei romani, ma il cibo del popolo, non degli imperatori né dell'alta classe. Immagino che siano diversi cibi secondo l'epoca, ma se puoi parlare di tutte le epoche, tanto meglio. Grazie.
Molto interessante! I libri consigliati sui Romani antichi li ho comprati, proprio quei tre, qualche mese fa. Sono lieta di avere un riscontro positivo sulla mia scelta. Quella del vomito mi è sempre sembrata strana. Delle altre sapevo, sul saluto romano ci fece un video anche Crozza, in cui documentava storicamente e lo fa risalire a Cabiria di D'Annunzio. Del sale, non sapevo che non fosse così. Grazie mille e complimenti per il canale! Garbo e preparazione e umorismo sono merce rara oggi!
Ogni video è un piacere! Grazie per aver smontato questi miti e sì ai video sul cibo e sul vero aspetto degli antichi Romani e, perché no, ad altri video che smontano bufale vecchie di secoli.
La percezione distorta che abbiamo del modo di stare a tavola dei Romani è in gran parte dovuta alle descrizioni satiriche ed in generale di denuncia del malcostume che diversi autori fanno di certi "banchetti". L'abitudine di ostentare opulenza e gusto per l'esotico, sinonimo di corruzione dei costumi, tipiche di coloro che si erano arricchiti velocemente, diventa oggetto di scherno da parte di poeti e letterati. E così abbiamo i pranzi luculliani, e Lucilio che saluta queste nuove classi con l'immortale: "Vivite Ventres!". Quanto alla questione del saluto romano (ma non ci scordiamo anche il fascio littorio, che da simbolo di punizione etrusco diventa segno di potenza e comando per i fascisti), fanno parte del simbolismo che ogni totalitarismo deve inventarsi per creare quel proselitismo, su cui accresce il proprio consenso all'inizio. A quante eresie storiche abbiamo dovuto assistere nel ventennio! Dal saluto romano, appunto, all'homo Italicus ecc ecc. Il mito del sale sulle rovine invece, sapevo che fosse falso, ma non conoscevo l'origine di questa convinzione! Grazie della nota!
Hai ragione il vomitorium è un ingresso delle infrastrutture come quelle degli anfiteatri e teatri, poi si sa che il fascismo ha mitizzato in modo forse troppo eccessivo l'antica Roma. Hai ragione anche sulla terza, infatti Cartagine fu distrutta ma poi ricostruita nella stessa posizione, anche perchè aveva una posizione strategica e i Romani non erano così stupidi da non sfruttarla in modo commerciale. Altra cosa. Nel 698 d.C. la Cartagine ricostruita viene conquistata dagli arabi e gli studiosi del medioevo attuale fanno partire il medioevo proprio dalla conquista araba di Cartagine
Ciao. Bel video anche questo, sei molto bravo sempre. I primi due miti li conoscevo, infatti, per il secondo, secondo me bisognerebbe fare una petizione per abbandonare la formula "Saluto romano" e dire invece il corretto "Saluto fascista", per indicare quello usato dai fasci, perché i giornalisti per primi continuano ad alimentare la confusione. Avevo letto da qualche parte che in realtà doveva essere stato D'Annunzio il primo ad averlo introdotto, prendendo spunto appunto da fonti ottocentesche, poi Mussolini se ne sarebbe appropriato. Sono abbonato alla rivista "Civiltà romana" e in almeno un paio di numeri ci sono degli articoli molto esaustivi sulla cucina romana, comprensivi di ricette. Alcuni di questi piatti non si possono più realizzare perché alcune piante se non sbaglio, sono estinte. Invece quella del sale non la sapevo, ammetto che l'ho sempre presa per buona e non ci ho mai riflettuto, ma in effetti avrebbe poco senso. Mi spiace che sia stato Gregorovius a creare questo fraintendimento perché mi è simpatico, ha scritto la monumentale opera "Storia della città di Roma nel Medioevo" (che non ho letto ma vorrei capire se riesco a procurarmela senza vendere un rene e che so essere molto nota), aveva viaggiato molto in Italia, ma venne anche accusato, soprattutto dal grande Theodore Mommsen (che a sua volta aveva scritto la monumentale opera su Roma, questa ce l'ho e l'ho trovata come e-book, pagandola una sciocchezza) di essere un "creativo" più che uno storico vero e proprio. Mi segno i libri, non tutti perché se no esco io di casa, ma ameno il primo mi interessa molto. Io ho invece "L'uomo romano" di Andrea Giardina, che come impostazione è molto simile a "L'uomo medievale" di Jacques Le Goff e "Un anno nell'antica Roma. La vita quotidiana dei romani attraverso il loro calendario", di Néstor F. Marqués (però non ho ancora letto quest'ultimo e non conosco l'autore, quindi non saprei dire). Ah, sì sì io sono interessato al video sul cibo e su come si vestivano, grazie, ciao.
Questa storia del vomito autonidotto per poi riprendere subito a mangiare mi ha sempre lasciato perplesso... Chi è che dopo avere vomitato ha voglia di mangiare? Forse che gli antichi Romani avevano reazioni fisiologiche ai disturbi diverse dalle nostre? 🤔
A parte quello del saluto romano, gli altri 2 erano cose che davo per scontato che fossero vere. Grazie per avermele smontante un maniera semplice ma chiara! Chissà quante altre cose pensiamo siano vere e invece sono semplice disinformazione!
Per quanto preparatissima e conoscitrice della lingua fosse la mia prof di latino... Anche lei cascò in pieno nel falso mito del vomitare in modo da continuare gli infiniti banchetti "tipicamente romani". Come si può notare, questa credenza errata era ben radicata. Sul saluto romano non so quanti ancora credano che sia vero, soprattutto (anni fa) Paolo Di Canio, che si beccò anche una sanzione per apologia al fascismo, se non sbaglio 😂. E comunque... Si, un video su come si vestivano i romani sarebbe una chicca che tutti aspettiamo. Grazie come sempre
Il sale era così prezioso che era usato come paga, "salario" parrebbe (PARREBBE!) venire da lì, dalla parola "dalr". È corretto? Se si, parrebbe ancor più assurdo che sulle rovine cartaginesi venisse sparso. Sarebbe stato come spargere oro, credo.
Finalemente, grazie, e una vita che dico che il saluto fascista non ha niente a che vedere con Roma dato che non ci sono fonti storiche al riguardo. A proposito, aggiungi il falso storico di ferragosto come festa pagana romana visto che dies Natalia e Ottaviano stesso nelle sue feste non citano niente sul 15 di agosto
Amo molto i tuoi video e sei davvero molto bravo nel raccontare e divulgare la storia, ma ti chiedo se fosse possibile evitare l’uso di AI per quanto riguarda le immagini, abbassa secondo me la qualità del video. Capisco e comprendo la scelta dell’utilizzo di queste immagini generate, ma io eviterei di inserirle in video così belli 🤗 (Ah e chiedo scusa se ho sbagliato ed effettivamente non sono immagini AI).
La storia del vomitorium mi ricordo la discusse anche una mia amica alla sua tesi di laurea dicendo che si inserivano una piuma di pavone in gola per provocarsi il vomito.
@fabriziomodestini6303 non lo ricordo, però, va anche detto che Cicerone, dopo la guerra civile, prese le distanze da Cesare perché aveva in mente una Roma repubblicana e vedeva in Cesare un pericolo, quindi, magari non era così ma un minimo di prudenza nell'accogliere il suo giudizio personalmente la terrei. Tra l'altro, anche qui, magari non è questo il caso, nelle "Ad Familiares", Cicerone usava il cibo come metafora politica, proprio per attaccare Cesare, in particolare la sua legge suntuaria contro il lusso nel cibo. In pratica, il collegamento di una precisa pietanza con un determinato personaggio veniva utilizzato per prendersi gioco di quest’ultimo. Ad esempio, in fam. 7, 26 Cicerone descrive fortissimi disturbi intestinali causatigli da una cena le cui portate erano, in rispetto alla legge suntuaria di Cesare, a base di bietole e malva: l’episodio offre lo spunto per criticare tale provvedimento che, invece di regolare gli eccessi limitando il consumo di carni, creerebbe solo dolori di stomaco. Nella Fam. 9, 18 gioca sull’ambiguità di pavo, animale allora pregiato ma ritenuto simbolo di vanità, e su ius, “diritto”, ma anche “brodo”: i cesariani Irzio e Dolabella sarebbero pavoni che sguazzano, ignari, nel brodo preparato da Cicerone, loro maestro di retorica. La parsimonia della tavola di Peto in fam. 9, 16 e 9, 18 è un’occasione per criticare la soluzione dei debiti adottata da Cesare. Poi, ripeto, magari non c'entra con quello che hai citato, era solo una ipotesi mia che vale per quello che vale.
Comunque a furia di guardare video su storia e argomenti affini, gli storici del passato hanno fatto un sacco di errori e vi hanno lasciato con un mare di correzioni da fare😅
Video sul cibo e sull'aspetto volentieri, ma ti prego torna a mettere la musica soft di sottofondo dei primi video (o anche senza), questa degli ultimi con le cuffie risalta troppo ed è distraente e fastidiosa 🫤
Si ad entrambi i video... Però, se poi finisci a parlare della posca, non fare come fan tutti, che traducono acetum col nostro aceto moderno. Più probabilmente era vino acetato (ossia vino vecchio non ancora diventato aceto che i romani mescolavano con l'acqua) o un qualche sottoprodotto del vino 🙏 Oh... e per inciso: chiunque creda che si vomitasse per poi riprendere a mangiare, non ha mai provato o non si ricorda la sensazione del vomito. Per mezza giornata, in bocca senti solo un sapore orribile 😅
@benno3949 dipende se si parla di ambito civile o militare. Se due conoscenti si incontravano per strada, si salutavano solo dicendo "Ave", cioè, "Salve" e generalmente si rispondeva con "Salve et tu" cioè salute anche a te. Se poi si voleva approfondire, allora si poteva chiedere: "Quid agis", cioè "Come va?". Normalmente si stendeva la mano e si sollevava il "digitus salutaris", il dito del saluto, l’indice destro. E' famoso ad esempio il gesto con il braccio alzato e il digitus salutaris, da parte di Augusto, che poi verrà ripreso anche dalla Chiesa quando il Papa dà la benedizione. Qualche volta, in età imperiale, ci si abbracciava e ci si baciava, ma riguardava solo la classe dirigente. Però una delle regole basilari del saluto è che andava mostrato il palmo aperto, che dimostrava di avere la mano disarmata e dunque di venire in pace. Poi, però in ambito militare, come si evince da varie statue equestre e dalla colonna Traiana in particolare, esistevano anche altri tipi di saluto, più scenografici perché usati spesso nelle parate, come picchiare il pugno sul cuore e poi allungare il braccio. Oppure, c'è un esempio di un legionario che mette la mano accanto all'elmo, a 45°, un po' come nel saluto militare moderno, ma sembra che fosse abbastanza raro. Come raro era anche stringersi la mano, che avveniva soprattutto tra intimi e tra seguaci di Mitra.
@@lucat5479 Grande, quindi è probabile che i fascisti abbiano preso spunto dal saluto dai legionari? Ispirandosi al pugno chiuso sul cuore e braccio allungato? GRAZIE.
@@brenno3949 no, non credo anche perché era poco diffuso e di origine incerta: l'origine in realtà, secondo ad esempio Winkler citato nel video, si dovrebbe fare risalire ad alcuni quadri, tipo Il giuramento degli Orazi” di Jacques-Louis David (1784) o “Ave Caesar! Morituri te salutant” di Jean-Léon Gérôme (1859), che raccontavano o rielaboravano figure leggendarie e vicende tipiche dell’epoca romana, in maniera più o meno accurata. In realtà non esiste nessuna prova storica che attesti questa usanza, è probabile che al più si rivolgessero in questo modo per chiedere supplica o una grazia. Perché il punto è che gli antichi romani, quando alzavano il braccio, lo facevano con tutt'altro scopo, che era per lo più di "benedizione" di un superiore verso un sottoposto. Ad esempio, un'altra ipotesi: fino agli anni Trenta si tendeva il braccio destro con il palmo rivolto verso il basso nelle scuole degli Stati Uniti durante il giuramento di fedeltà alla bandiera (il famoso “Pledge of Allegiance”). Secondo il ricercatore statunitense Rex Curry, in realtà il saluto adottato dai nazisti arriverebbe da qui: con l’emergere dei regimi autoritari in Europa gli Stati Uniti lo sostituirono con una mano sul cuore per evitare controversie. Sembra che il primo "saluto romano" sia stato fatto dai legionari fiumani di D'Annunzio nel 1919, con cui volevano rappresentare il pugnale sguainato. Poi film come "Cabiria" e "Scipione l'africano", girati durante il ventennio, hanno contribuito ad alimentare il mito.