Ritrai minaccioso il vento
che solleva voci russe,
il sangue e il sole delle bocche.
Nel buran delle steppe e delle pianure,
forte, urlante come colore vergine vivo,
s'elevano fiocchi di bufere
di neve e corpi d'amore.
E veniamo dalla purga agli occhi,
al freddo che l'umido gela,
alla polvere di diamante,
al gelido soffio sulle steppe,
al cuore caldo nelle largure,
entro vera e pura massa d'aria;
nel vento che porta gelate
nel canto antico del sole facile
del cuore e della sinagoga.
Un'altra è la luna, nella quiete,
ogni sera sorge diseguale,
ora ridente, non s'accora.
Così conviene al cuore
d'amore infantile e geniale,
onirico e di fede.
Nella restata età bellezza,
nell'avventura d'affezione,
il canto vivo del colore
nel dolore e nella guerra.
Sospesi entro mistica visione
e svelante cromatica magia,
stiamo amati, siamo bellamente amati.
E portami via nel soffio del tuo buran,
nelle gelide russe piazze,
ma col colore di stagion di schiusa,
senza fiamme di Sinagoga e persecuzioni,
nella poesia dello Shtetl,
fra arcaici riti e innamorati voli,
la musica remota della Torah.
Svela tua Bella a cuori solitari,
tua travolgente esuberanza.
A bravata fusione d'amore
gioia del librarsi in cielo,
entro trasbordar di volo
di levità d'affetto
e nel fondersi libertà nel veleggiare,
con solo brillare d'implacabile
astro rovente.
Sciogli cuori nel vento delle steppe
e delle pianure,
negli spazi degli innamorati,
solleva nell'aria i corpi a sorsi di sole,
a chiara speranza di meridie,
nel suono d'uguale melodia teammim,
nella cantillazione orante,
nel volo d'amore sulla sinagoga.
Solleva nell'aria i corpi a sorsi di sole
di Emilio La Greca Romano
Estate 2024
27 авг 2024